Una linea d'equilibrio di Luca Giurato

Una linea d'equilibrio Una linea d'equilibrio (Dal nostro inviato specialej Genova, 3 marzo. Il trentaduesimo congresso del pri si è chiuso alle 5 di stamane con una sorpresa: le sinistre interne del partito, pur uscendo largamente battute nella votazione finale, hanno più che triplicato la loro rappresentanza nel Consiglio nazionale. La mozione della maggioranza, che ribadisce la relazione di La Malfa, ha avuto 1*88,1 per cento dei voti, quindi 79 seggi in Consiglio nazionale. La mozione della sinistra, tutta puntata su una politica anti-dc e sull'alternativa laica, ha ottenuto l'I 1,9 per cento e undici seggi. Nel Consiglio nazionale uscente, eletto a Firenze al termine del trentunesimo congresso, la maggioranza aveva 87 voti, e la neonata opposizione di sinistra, già, allora guidata da Francesco Scattolin, appena tre. In tre anni di polemiche interne, era prevista un'espansione, definita «naturale», di uno, due consiglieri. A Scattolin si è però aggiunto il gruppo dei dissidenti lombardi, che fanno capo al consigliere comunale di Milano, Antonio Maria Maggio. Questo gruppo si era staccato da tempo dalla maggioranza, ma data la sua scarsa consistenza numerica si è alla fine unito con la sinistra. Il resto, a giudizio unanime, è stato opera diretta dei radicali e indiretta del «caso Gunnella», che al di là del voto dell'altra notte, dopo il «processo», ha turbato molti delegati. Forse, anche l'attacco assai duro di La Malfa ai probiviri («questi torquemada da strapasso, questi Ignazio di Luca Giurato (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Antonio Maria Maggio, Francesco Scattolin, Gunnella, La Malfa, Scattolin

Luoghi citati: Firenze, Genova, Milano