Dirottato dai curdi un aereo: tre morti

Dirottato dai curdi un aereo: tre morti Boeing iracheno: 89 a bordo Dirottato dai curdi un aereo: tre morti Teheran, 1 marzo. Un « Boeing 737 » iracheno, in volo su una linea interna da Mosul a Bagdad, è stato dirottato a Teheran da tre pirati dell'aria aderenti alla resistenza curda contro l'Iraq. 11 dirottamento ha avuto un tragico epilogo: un dirottatore e due passeggeri sono rimasti uccisi nel corso di una sparatoria con la polizia nell'aeroporto di Teheran. Ci sono inoltre otto feriti che sarebbero passeggeri. Gli altri due dirottatori si sono arresi alle autorità iraniane. L'aereo aveva a bordo 82 passeggeri e 7 uomini dell'equipaggio, oltre ai tre «pirati». I dirottatori avevano chiesto la liberazione di 85 prigionieri politici curdi detenuti nelle carceri irachene e un riscatto di un milione e mezzo di dinari iracheni (circa tre miliardi di lire) in cambio della vita dei passeggeri tenuti in ostaggio. Il «pirata dell'aria» ucciso è stato abbattuto a bordo dell'aereo da un uomo delle forze di sicurezza irachene. Tra i due passeggeri uccisi vi è una donna. Il «Boeing 737» era atterrato nell'aeroporto di Teheran malgrado il divieto delle autorità aeroportuali. Penetrando in territorio iraniano, il pilota aveva inviato un messaggio radio alla torre di controllo chiedendo l'autorizzazione, che era stata negata perché «l'Iran per principio condanna i dirottamenti aerei, quale che sia il loro motivo». Il capo dell'aviazione civile iraniana ha dichiarato che i «pirati» hanno costretto il pilota a compiere un tentativo di atterraggio molto pericoloso, tanto che l'aereo si è fermato oltre il limite della pista. I dirottatori hanno cercato di negoziare la loro resa e hanno chiesto di potersi incontrare con gli ambasciatori dell'Iraq e del Libano a Teheran, minacciando di far saltare in aria l'aereo con tutti i passeggeri se le loro richieste relative al riscatto e alla liberazione dei prigionieri politici non fossero state accolte. Le trattative con le autorità iraniane non sono durate a lungo. La polizia ha impedito ai giornalisti di entrare in contatto con i passeggeri, sia con quelli ricoverati in ospedali sia con quelli che si trovano all'aeroporto, e non è stato perciò ancora possibile conoscere l'esatto svolgimento dei fatti. JAnsa-Reuter)

Persone citate: Jansa