Lutring condannato a cinque anni e mezzo dice: " Riprenderò lo sciopero della fame,, di Francesco Santini

Lutring condannato a cinque anni e mezzo dice: " Riprenderò lo sciopero della fame,, Il processo a Parma per la rapina all'oreficeria Lutring condannato a cinque anni e mezzo dice: " Riprenderò lo sciopero della fame,, L'assalto alla gioielleria di Salsomaggiore avvenne nel '64 - Il "solista del mitra" ha urlato ai giudici: "Sono innocente, è mostruoso" - Confortato dalla moglie che adesso vuole divorziare (Dal nostro inviato speciale) Parma, 1 marzo. Luciano Lutring è stato condannato dal tribunale di Parma a cinque anni e sei mesi di reclusione per la rapina di Salsomaggiore: una manciata di preziosi strappata undici anni fa al gioielliere Cencetti durante il concorso di Miss Italia '64. I giudici gli hanno riconosciuto le attenuanti generiche contro il parere del pubblico ministero che avrebbe voluto una condanna più pesante: otto anni. «Sono innocente, è mostruoso, riprenderò lo sciopero della fame» ha gridato Lutring mentre i giudici lasciavano il tribunale. «Luciano, stai calmo», lo ha supplicato la moglie che poco prima l'aveva abbracciato. «Ci sarà l'appello a Bologna, me lo hanno detto gli avvocati». «Yvonne, tu lo sai, io per Salso sono innocente, non mi dire che è andata bene, qui mi dovevano assolvere». Yvonne Candida Pasini, occhiali neri grandissimi per nascondere la notte trascorsa in un locale di Milano, è stata circondata dai fotografi dei rotocalchi che hanno trascurato l'ex «solista del mitra». Del mito Lutring resta soltanto lei, stanca del ruolo di moglie del gangster. Per questo vuol divorziare. Del «sofista» fabbricato dai settimanali ha parlato il professor Giueseppe Sotgiu, in un'arringa tesa a dimostrare che Luciano Lutring non è più il «personaggio» che anche a Parma, proprio dieci anni fa, era stato colpito nella sua immagine pubblica più che nella sostanza delle sue responsabilità penali. Il professor Sotgiu ha centrato il suo intervento sulla «certezza della prova». Ha così spiegato che la sentenza della corte d'assise di Parma che nel '65 inflisse a Lutring contumace dieci anni di reclusione fu incanalata dai giudici di allora'-SOl «protagonista» e non sulla problematica delle carte processuali. «Quella sentenza — ha detto — fu poi annullata: conserva il valore di un documento, nulla di più». «Lutring ha scontato il suo mito giovanile — ha aggiunto —, adesso sta a voi giudicare un uomo diverso, maturato in carcere. La condanna non deve punire, ricordatelo, ma redimere». Il penalista ha così insinuato nell'animo dei magistrati il dubbio: «Le vostre coscienze — ha detto — debbono essere tranquille e certo le pagine di questo processo non vi portano a dire: "Siamo tranquilli" se condannerete un uomo che ha scelto la pittura, che ha rinunciato al mitra, che comunque non ha mai sparso sangue ». Per il professor Sotgiu questa causa si basa soltanto su degli indizi. «Perché Lutring fuggendo olirebbe abbandonato il bottino, si è domandato, perché si sarebbe preoccupato di nascondere una pistola e di lasciare i gioielli di Salsomaggiore? Ricordatelo, le ipotesi, gli indizi non hanno diritto di ingresso nella sentenza, Qui invece tutto è problematico, sfumato, incerto». Prima del professor Sotgiu aveva preso la parola l'avvocato Erasmo Antetomaso per contestare anche lui la validità sostanziale attribuita ieri dal pubblico ministero alla sentenza poi annullata dei primi giudici di Parma. «Se la giustizia in Europa ha fatto scempio di Lutring — ha detto — ciò è accaduto perché sono venuti a mancare i diritti della difesa». Si è scagliato quindi contro l'insufficienza della difesa di ufficio che ha lasciato accumulare sulle spalle di Lutring una serie di reati non commessi. Prima di lui aveva preso la parola l'avvocato Decio Bozzini che in una attenta analisi degli atti procedurali aveva sottolineato tutti i punti de boli della requisitoria. Meno di un'ora per la camera di consiglio e il presidente ha letto la sentenza accolta tra il pubblico come una «decisione di compromesso». Francesco Santini Operaio nel Pinerolese Parma. Luciano Lutring in aula (Tclcfoto Ansa)

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