Che cos'è il "tempo pieno,,? I genitori si documentano

Che cos'è il "tempo pieno,,? I genitori si documentano Attività di neoeletti nel consiglio d'istituto Che cos'è il "tempo pieno,,? I genitori si documentano Hanno assistito, presso la "Giovanni Verga", ad alcune lezioni - Vogliono discutere, freschi di un'esperienza appena vissuta, con gli altri neoeletti della "Bernardo Chiara" per smantellare alcuni pregiudizi « E' scattato un nuovo modo di "fare scuola" » afferma il prof. Martelli, preside della media Giovanni Verga. Aggiunge: « La collaborazione continua tra insegnanti e genitori, sancita dai decreti delegati, rappresenta un salto qualitativo perché inserisce la fase strettamente scolastica nel più vasto panorama di formazione degli allievi saldandola all'ambiente familiare ». li primo passo della « rifor- ma » costituito dalla elezione degli organi collegiali, ha dato un crisma di ufficialità a metodi avanzati di insegnamento, ha riconosciuto il lavoro svolto in sordina da numerose persone; e ora | funge da .elemento trainante concede fiducia e scioglie incertezze, incoraggia nuovi tentativi. Spiega il preside: « L'Investitura di alcuni candidati, mediatori di una partecipazione molto più ampia, è un puro fatto funzionale. Noi puntiamo sull'intervento di tutti i padri e le madri, senza distinzione di censo e cultura. Co¬ me prima impressione posso dire che il lavoro di équipe si preannuncio costruttivo per la mancanza di "incrostazioni di potere" o dt altri interessi oltre quelli im mediati dei figli e della scuola ». L'interesse e la presenza viva delle famiglie non mancano certo. Ieri, per esempio, tre genitori di un'altra scuola, Nisa Sartini, Piero e Maria Cristina Bosio, 1 cui figli sono iscritti alla media «Bernardo Chiara», hanno assistito presso la «Verga» ad alcune lezioni dei corsi a «tempo pieno», dove le materie tradizionali sono intervallate da discipline diverse, scelte dagli alunni e dai professori con «criteri democratici». Le due madri, elette nel consiglio di istituto della «Chiara» in rappresentanza della lista unitaria, mi hanno spiegato il motivo del loro interesse per questi espe. rimenti: «I genitori eletti in seno all'altra lista, non credono nella scuola a "tempo pieno" e la rifiutano. L'equivoco, a nostro parere, nasce da una scarsa conoscenza del problema. Alcuni addirittura pensano che "tempo pieno" significhi doposcuola, cioè altre ore di I costrizione nel pomeriggio dopo le ' cinque ore trascorse sui banchi al mattino. Altri ritengono che dietro questa formula si celi una sorta di contestazione degli insegnanti che ridurrebbero gli allievi In altrettanti piccoli svogliati e ignoranti. CI sembra tempo di combattere questi preconcetti falsi e distruttivi. Vogliamo procurarci una documentazione il più possibile completa per discuterne nelle assemblee con i genitori increduli ea invogliarli ad approfondire la tematica dt una scuola d'avanguardia». Maria Cristina Bosio, che ha già seguito corsi a tempo pieno in scuole elementari, osserva con occhio critico quanto i ragazzi stanno facendo, dal punto di vista sia de: contenuto sia del comportamento. Osserva: «Nella scuola attiva è fondamentale la discussione, nessuno accetta situazioni di comodo. Ogni idea, ogni attività svolta viene vagliata con attenzione, non si dà nulla per scontato». I ragazzi per primi risentono in modo positivo dì un clima in cui si abituano a parlare, a chiedere chiarimenti, a suggerire idee, a criticare quelle altrui. «Qualcuno obietta che i ragazzi rischiano di imparare ad agire soltanto in gruppo, ma è chiaro che il ruolo dell'Istruttore dovrà proprio consistere nel dosare il lavoro collettivo con quello individuale per formare la personalità del sogget. to». Un compito tanto più difficile quanto più gli elementi della classe sono eterogenei, cioè di diversa condizione sociale o economica. «MI sembra — dice Nisa Sartini — che gli insegnanti della "Giovanni Verga" abbiano capito come rispettare la personalità dt ogni ragazzo». Cita il caso di due studenti, figli di analfabeti, chiusi di carattere, diffidenti verso 1 compagni, svogliati e indifferenti verso lo studio. «Pare impossibile, I eppure quasi tutti i giorni l prò| fessort di quei due ragazzi si ostinavano a scrivere sul diario una nota di biasimo da far leggere ai genitori perché prendessero provvedimenti e li seguissero di più. Inutile dirlo, non hanno mal ottenuto nulla. E' un caso limite, ma quei ragazzi potevano essere ricuperati agendo sulla loro personali¬ tàbaraciliaincoce«adesotàtrlopo5 15nodiriPesenusceF tà, senza Incaponirsi a tirare in ballo i genitori». ■k Dopo le consultazioni elettorali per i decreti delegati, l'Associazione ricreativa culturale italiana ha promosso una serie di iniziative per offrire 11 proprio contributo di esperienza e di ricerca nel campo delle cosiddette «attività integrative della scuola dell'obbligo». Le attività proposte sono: cinema, audiovisivi, attività luetico-motoria, animazione teatrale. I corsi si terranno nel salone dell'Istittuo autonomo case popolari fc. Dante 14) mercoledì 5 marzo (ore 20,30), sabato 8 (ore i 15) e mercoledì 12 (ore 20,30). So- j no Interessati genitori, insegnanti, direttori didattici, amministrato- ! ri pubblici e operatori scolastici. Per informazione rivolgersi alla sede dell'Arci, piazza Carlo Emanuele II 15 (tel. 88.50.67). Carlo Novara I In un'aula della media « Giovanni Verga » insegnanti e genitori discutono sull'attuazione della riforma scolastica tBtp