Congresso del pci sì al compromesso

Congresso del pci sì al compromesso Oggi l'ultima giornata Congresso del pci sì al compromesso Quasi unanime, due soli interventi contrari - Minucci : "Siamo il Paese capitalistico più maturo per una svolta democratica" Dal dibattito in corso al 15° congresso provinciale del pel, emerge in modo chiaro, com'era del resto prevedibile, che la grandissima maggioranza del comunisti torinesi 6 favorevole alla « svolta democratica per una trasformazione di tipo socialista del Paese », cioè all'Ipotesi di «compromesso storico» fatta da Berlinguer c ripetuta giovedì sera all'Inizio del lavori dal segretario provinciale Iginio Arlemma. SI è registrato qualche dissenso, ma neU'economla del dibattito, II suo peso è marginale. Possiamo parlare di adesione plebiscitaria. Sviluppando temi diversi legati a esperienze immediate (fabbrica, quartiere, amministrazione locale) o a valutazioni d'ordine generale, quasi tutti gli oratori sono giunti alla stessa conclusione: l'intreccio tra crisi economica e crisi politica, la de come punto di riferimento e nodo centrale di questa crisi, l'esigenza di puntare sui fermenti nuovi che si sono sviluppati all'interno del partito di maggioranza relativa, 11 contributo insostituibile che 11 pei può dare per la soluzione della crisi. « L'Italia — ha detto Adalberto Minucci del comitato centrale — è il Paese capitalistico in cui le possibilità di una svolta democratica sono più grandi e mature». Queste parole, stando all'ovazione che le ha sottolineate, possono rappresentare la sintesi del dibattito. Secondo Minucci la crisi che travaglia il nostro Paese e tutto l'Occidente è « diversa » da quelle che l'hanno preceduta. Le altre potevano essere « fenomeni di crescita dell'economia capitalistica », l'odierna è « crisi di restrizione dell'area economica del capitalismo e di regressione del meccanismo interno dell'economia capitalistica ». Ne consegue che in questo momento tutta la struttura burocratica dello Stato è « entrala in un processo di disgregazione ». I riflessi sono molteplici: « La classe dirigente si trova sul filo del rasoio, in un equilibrio instabile » con il rischio che « le stesse istituzioni siano travolte ». In un tale contesto, per arrestare il declino e accelerare « il rinnovamento », di cui si avverte già qualche sintomo, si collocano « le proposte concrete fatte dal movimento operaio ». Per i comunisti è indispensabile arrestare il discredito in cui « la de trascina le stesse istituzioni democratiche ». Sergio Garavlni, segretario generale della Filtea, che ha svolto anche un ampio Intervento su problemi più strettamente economici ha detto: «Una parte della de e in particolare Fanfani tentano un recupero sul plano della conservazione e del blocco d'ordine. Il tentativo può essere battuto, ma a condizione che la forza e l'unitarietà del movimento isolino la de con le sue responsabilità. Inoltre va rivolto un appello unitario ad alcune forze della stessa democrazia cristiana per un cambiamento interno del sistema di potere ». Gl'interventi della terza giornata sono stati numerosi e quasi tutti hanno sottolineato la necessità che si arrivi a un « blocco storico » di forze democratiche. I dissensi sono venuti dalle sezioni di borgata Parella e di corso Casale. Pur con diverse sfumature, i due segretari hanno sottolineato l'inconciliabilità tra l'esigenza di un rinnovamento del Paese e l'offerta di una collaborazione con le forze politiche « responsabili » dell'attuale crisi. Non dovrebbe esserci collaborazione, ma «scontro». Si tratta però, come abbiamo detto, di posizioni di scarsissimo rilievo. Oggi i lavori del 15" congresso si concludono con la relazione dell'on. Napolitano e le votazioni. CJ, gr> gretari di direzione, ha suscitato un'ondata di proteste. Riuniti in assemblea, gli interessati hanno votato all'unanimità un documento in cui criticano « le inspiegabill richieste del Provveditore agli studi circa l'anacronistica eliminazione del servizio meccanografico per lo stipendio agli insegnanti elementari ». Rilevano con stupore « l'insensibilità dell'Ufficio scolastico provinciale che in questo particolare e difficile momento propone un aumento di lavoro ». I firmatari della protesta sostengono « perentoriamente che gli uffici di direzione di Torino e provincia sono nell'assoluta impossibilità di sostenere il nuovo gravame » e definiscono « improponibile la richiesta di inviare al Provveditorato il personale di segreteria che non può essere distolto dagli esorbitanti impegni d'ufficio ». « Le conseguenze di tale avventato aggravio di lavoro — aggiungono — ricadrebbero su tutti ì docenti rendendo inevitabile il ritardo del pagamento degli stipendi ». Secondo direttori didattici e segretari, l'espediente risolverebbe soltanto i problemi del Provveditorato a scapito delle direzioni didattiche, calpestando 1 diritti dei maestri che da molto tempo chiedono, mai ascoltati, « la puntualità nel pagamento degli stipendi, tempestivo aggiornamento degli stessi, cedolino completo di tutte le voci e una più agevole forma di riscossione ». Ma prima di ogni altra richiesta, dice la nota, si dovranno chiedere fino ad ottenere « lo sdoppiamento dei circoli elementari, la istituzione dei circoli di scuola materna e l'adeguamento degli organici nelle segreterie, come previsto dai decreti delegati ».

Persone citate: Adalberto Minucci, Berlinguer, Fanfani, Iginio Arlemma, Minucci, Napolitano, Sergio Garavlni

Luoghi citati: Italia, Torino