Il festival dei tristi amori di Luciano Curino

Il festival dei tristi amori La seconda serata di canzoni a Sanremo Il festival dei tristi amori Protagonisti di quasi tutti i motivi sono gli innamorati traditi o abbandonati; non manca neppure l'incomunicabilità - Tra gli autori, un deputato democristiano che dice: "Le mie più belle canzoni le ho scritte a Montecitorio" - Rosanna Fratello l'unica professionista in gara (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 28 febbraio. La giuria ha eliminato ieri sera nove concorrenti: non è facile oggi ricordare tutti i loro nomi, i volti r le voci. Erano degli sconosciuti e tali restano. Adesso ritornano a scuola, ad aiutare papà in bottega, dattilografe in un ufficio, al microfono delle balere. Qualcuno è partito rassegnato, altri sdegnati. Si ritengono vittime dell'incomprensione di gran parte dei giurati. Il direttore artistico Bruno Pallesi, professionista serio, è parecchio perplesso sull'esito di alcune votazioni. Ma quando la smetteremo con le gare canore? Con dei festival come questo, poi, dove dentro c'è quasi nulla. Soltanto gli organizzatori mostrano lo fingono?) entusiasmo: «Il festival ritorna alle origini, quando era la canzone a lanciare il cantante e I non viceversa». Evitando pe- ' rò di aggiungere che ai primi «Sanremo» vennero i migliori cantanti professionisti di quegli anni, e loro fecero la fortuna del Festival. Vediamo, ora, la seconda serata. Naturalmente, si incomincia con una storia d'amore. Non lieta. Gli innamorati felici e senza problemi stanno lontani dai festival, vengono quelli con grossi guai, quelli j irrequieti, che smaniano, i | traditi e gli abbandonati, gli i insoddisfatti e i delusi, quelli j che non dormono la notte. In I questo caso, «Decidi tu per i me», si tratta di un amore j che si trascina stanco, biso' gnerà prendere una decisione. ■ Canzone lenta da night, inI terpretata da Eugenio Alber| ti, rappresentante di bottoni «d'ogni tipo e foggia». Segue «Dolce abitudine»: ' Daniela, bionda bergamasca j di diciannove anni, canta di un tale che non ne può più j della sua ragazza di pessimo i carattere, ma non sa dire ba! sta «anche se domani piangeI rò». Viene ora «Quinta faccia», che sono quattro giovani \ uno dei quali emette strilli in I falsetto. La canzone «Quattro ; stagioni» ricorda «Una spada ìnel cuore» già sentita a SanI remo, il testo è un tantino erI melico. Il significato pare I questo: occorrono quattro | stagioni per raccogliere una j pesca e «cinque sei anni per i fare l'amor». I Autore della quarta canzone, «Io credo», è Francesco Turnaturi, catanese di 60 anni, onorevole democristiano, due volte sottosegretario. E' compositore prolifico e dice: «Alcune delle più belle canzoni le ho buttate giù sui ban- I ' chi di Montecitorio durante lunghe e noiose sedute della ! Camera». Questa è una canzo-\ ne ottimista, l'on. Turnaturi crede che esista ancor qualche cosa e che «ad ogni tramonto eternamente seguirà un'aurora». Musica vecchiotta, canta Nico dei Gabbiani. «Tango di casa mia» con Ely Neri. Il nome non inganni: Ely non è femminile, ma maschile. Il Neri ha baffi e dice di sé: «Amo, ricambiato, il sassofono contralto». E' quel «ricambiato» che lascia perplessi. Neri suona il sax, è la graziosa Marzia a cantare di un tango che non ha mossa né casquet, ma «profuma l'aria come una pansé». Poi il palcoscenico si riempie di coristi in costume meridionale, come nella Cavalleria Rusticana, c'è anche un mandolinista e c'è Gilda, prosperosa studentessa di medicina, che canta «Ragazza del Sud». Il concetto è questo: mi chiami signora e ammiri i miei vestiti, ma io, ragazza del Sud, non so più sognare e darei mssapgvggmtCogenolGdLcm«cn«mnm mille anni «per avere il tuo sguardo». Un lungo parlato, quasi uno scioglilingua, poi una musica abbastanza moderna: è «La paura di morire», dove la tragedia incombe fin dal primo verso: «Ecco il ritorno dell'agonia...». Parla e canta Annagloria. Segue una canzone ritmata e abbastanza interessante, «Scarafaggi» di Goffredo Canarini, che è in carcere, ogni notte vengono a trovarlo gli scarafaggi «sono simpatici e mi fanno compagnia», ce n'è uno più in confidenza che ogni tanto gli domanda: «Allora, come va?». Con molta voce Valentina Greco canta «Un grande addio». E' la fine di un amore. Lei gli dice: non andartene con parole banali, dimmi almeno una frase grandiosa: «La vita è stupida», e io ti crederò. Lieta sorpresa, Nannarella in una barcarola, «Sotto le stelle», nata in romanesco e tradotta in italiano: sono tutti a fare l'amore, mentre io sto qui solo e sof¬ fro. «Piccolo bambino caro» è interpretata da Kriss and Saratoga. Kriss è un giovane biondo con un bianco pigiama, come usa in scena Patty Pravo, i Saratoga sono il resto del complesso. Canzone pessimista. Bambino, adesso sei innocente e va tutto bene, ma quando sarai grande avrai difficoltà e «amerai bambole di cera magre». «Sola in due». Incomunicabilità. Vivono assieme, ma non hanno nulla da dirsi, lei si sente sola. E una donna sola «è una farfalla che non sa volare». Canta Leila Selly. Viene il francese Francois Michael con una canzone moderna e ben costruita, «Innamorarsi». La felicità è innamorarsi «della prima che ti capita» o addirittura «di una voce per telefono». Al Festival che la vide spaurita nel 1969, torna ora Rosanna Fratello, quest'anno decisamente la star di Sanremo, il solo «big» in gara. La sua canzone, «Va speranza va», è superiore alla media di questa rassegna, anche perché qui si sente la professionista. Dice il testo: «Chi mi ha amato non è più con me», inutile sperare ormai, anzi: vattene, speranza, non fermarti, «non tornare più da me». Concludono «Le nuove erbe», due gemelle che cantano uno spensierato motivo. «Topolino piccolo», dove si dice di una ragazza tremenda, nel quartiere i giovanotti hanno messo tutti gli occhi su di lei. Ma la ragazza si sente una montagna grande e i ragazzi sono piccoli topolini «poi le montagne crollano e anche i topi ballano». Ecco le prime sei classificate della seconda serata. «Ragazza del Sud» Gilda, voti 22; « Va speranza va » Rosanna Fratello, voti 18; « Decidi tu per me » Eugenio Alberti, voti 17; « Un grande addio » Valentina Greco, voti 17; «Topolino piccolo » Le Nuove Erbe, voti 16; « Io credo » Nico dei Gabbiani, voti 13. Luciano Curino Sanremo. Rosanna Fratello durante le prove (Tel. Ap)

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