Nono difende l'opera con i testi di Guevara

Nono difende l'opera con i testi di Guevara Col musicista fra gli studenti Nono difende l'opera con i testi di Guevara /Dal nostro inviato speciale) | Saronno, 28 febbraio. ! Luigi Nono è abituato alle j polemiche. L'impegno politico della sua musica ha incontrato spesso opposizione, ostilità, e non soltanto nel nostro Paese. La sua nuova opera «Ai gran sole carico d'amore» che la Scala presenterà al teatro lirico il 4 aprile, è stata accusata di puntare sulla «propaganda politica di parte» dai consiglieri de della giunta milanese. Sono state tentate pressioni perché verusse esclusa dal cartellone | della Scala. La manovra è fallita per la decisa presa di posizione del sindaco Aniasi, presidente del consiglio di amministrazione dell'ente lirico, e del sovrintendente Paolo Grassi. Ma il musicista veneziano ne è rimasto amareggiato e preferisce non parlare di questo nuovo episodio di intolleranza politica. La abbiamo raggiunto in un liceo di Saronno dove parla agli st adenti della sua opera. «Nel '65 non mi concessero il visto per entrare negli Stati Uniti perché ero iscrìtto al pei — spiega il compositore —. Dovevo dirigere a Boston, ma il concerto saltò perché mi dissero che ero indesiderato. Due anni dopo, in Perù, sono stato addirittura arrestato ed espulso perché a Lima avevo tenuto un ciclo dì conferenze dedicate ai "guerriglieri massacrati dalla guardia civile". A Milano, nel 1975, non mi sarei aspettato un fatto cosi». La prima accusa contro Luigi Nono è partita alcuni giorni fa, nel Consiglio comunale di Milano, dal capogruppo de, Massimo De Carolis. Era preoccupato che in «Gran sole carico d'amore», si dicessero frasi di Che Guevara, si cantasse Bandiera Rossa, si trovassero riuniti un «fuoruscito sovietico», il regista Jurij Ljubimov, e due simpatizzanti con gruppi extraparlamentari di sinistra come il maestro Abbado e lo stesso autore. Il giorno successivo l'intero gruppo de del Consi- "Al gran sole carico d'amore" attaccato dalla de milanese Il compositore: " La musica deve avere una funzione politica " ' gestazione. Luigi Nono ne illustra i contenuti e i motivi ispiratori ai giovani studenti di Saronno. Dopo «Intolleranza '60» cominciò a lavorare sui libri e le poesie di Pavese per scrivere un'opera ispirata ai movimenti operai di Torino. Abbandonata questa ricerca, studiò qualche anno dopo le possibilità musicali dei «Giorni della Comune» di Brecht. «Quando la nuova gestione della Scala, con Grassi, mi chiese se ero disposto a scrivere un'opera nuova, ripresi questi vecchi progetti. Con la stretta collaborazione di Ljubimov e Abbado, in due anni nacque "Al gran sole carico d'amore"». Il titolo è dato da un verso di Arthur Rimbaud. L'opera è dedicata a Claudio Abbado e Maurizio Pollini che con Nono, Pestalozza, Manzoni, Accardo e altri musicisti, hanno realizzato a Reggio Emilia l'iniziativa «Musica e realtà». Il gruppo, in collaborazione col Comune, i sindacati, la scuola e i quartieri della città emiliai na, si propone di discutere i i problemi della musica contemporanea e «la sua funzio! ne sociale». L'intenzione polii tica è determinante anche in J «Gran sole carico d'amore». I Si tratta di un'azione scenica ! in due tempi; attorno al tema | conduttore della Comune di j Parigi del 1871, si collocano e I si sovrappongono documenti i e testimonianze diverse, da Brecht a Gorki, da Marx a Lenin, da Che Guevara a Fidel ! Castro, dalla comunarda Louise Michel alla Deola di Pavese, dalla guerrigliera boliviana Tania Bunke. Si ascoltano le musiche elaborate elettronicamente per le scene in cui si rappresenta il massacro dei comunardi. Poi il compositore prosegue il dialogo con i giovani puntando sui' messaggi culturali del lavoro, e sulle difficoltà tecniche della sua sperimentazione musicale. Ha detto che preferisce dimenticare le «spiacevoli discussioni politiche». Ma le polemiche non si cancellano tanto facilmente. La prima domanda è di una ragazzina. «E' vero che la sua opera costa mezzo miliardo? E' giusto spendere tanto per uno spettacolo che poi riusciranno a vedere soltanto poche persone?». Un po' modificata, riaffiora l'accusa della de milanese. L'inesperienza, a volte, può fare il gioco della reazione. Sandro Casazza | glio prendeva posizione contro l'opera, lamentandone gli alti costi e le caratteristiche di «manifestazione polìtica di partito» nell'imminenza delle elezioni di giugno. «Non dovrei assolutamente preoccuparmi di queste argomentazioni. Sono assurde — dice Nono —. Vale la pena però di ricordare almeno alcune cose. Ljubimov non è un fuoruscito. E' stato scelto dopo un accordo tra la Scala e il ministero della Cultura sovietico. E' un libero cittadino: dirige a Mosca il teatro "Taganka" ed ha accettato questa collaborazione che lo interessava culturalmente. Il costo dell'allestimento non arriva al mezzo miliardo, come è stato detto. Non conosco la cifra precisa perché è di interesse puramente amministrativo, ma è follia credere a costi tanto elevati. Sono contento di poter cancellare un altro dei timori di De Carolis. La facciata del Lirico non sarà coperta di bandiere rosse. Non lo avevamo mai nemmeno pensato». L'opera ha avuto una lunga