La beneficenza non basta

La beneficenza non basta La beneficenza non basta Dopo la denuncia dello stato agonico in cui versano tutti gli enti privati d'assistenza per la sospensione del pagamento delle rette da parte deU'Onmi. e giunta alle casse di alcuni istituti gualche offerta generosa inviata da benefattori. Un po' di ossigeno per far fronte alle necessità più urgenti e protrarre per un po' di tempo gli aiuti o minori indifesi con esperienze familiari infelicissime. Ma il punto è questo: la soluzione del problema dell'assistenza non può essere affidata alla buona volontà di qualche individuo o ente. Si tratta di un rimedio empirico destinato a produrre effetti molto limitati e a lasciare il tempo che trova. La situazione è gravissima, gl'istituti privati sono schiacciati dai debiti verso fornitori di viveri, indumenti, combustibile per riscaldamento. Sono debiti per decine di milioni, ai quali corrispondono crediti altrettanto elevati verso l'Onmi che ha interrotto il flusso dei finanziamenti. Le offerte, per quanto generose, rappresentano soltanto una boccata d'ossigeno. Maggiore sensibilità Ci vuole altro: una maggiore sensibilità da parte degli organi statali, un intervento che ponga termine alla paralisi dei finanziamenti e più in generale l'attuazione di una riforma che precisi i compiti degli enti pubblici locali (Regioni, Province c Comuni) nella delicata materia dell'assistenza, fornisca i mezzi perché quei compiti possano essere svolti in modo idoneo e indichi anche quale sarà il destino degli istituti privati. 11 traguardo immediato deve essere costituito dalla ripresa dei pagamenti attraverso l'Onmi, pagamenti che sono fermi, a seconda dei casi, da otto a dodici mesi. Gran parte delle semme a disposizione dell'Olimi sono assorbite dalle spese del personale, aumentate ir, seguito all'ultimo contratto di lavoro, nel quale sono state riconosciute alcune giuste rivendicazioni dei dipendenti. Il Parlamento però ha approvato una legge che stanzia un certo numero di miliardi per il « ripiano » del deficit dell'Olimi. Il ministero del Tesoro non ha ancora provveduto agli csborsi e non si conosce il motivo di una tale condotta che ha provocato gravissime conseguenze. Il ritardo ormai non può essere più tollerato, .è indispensabile un intervento rapido che permetta di rimettere in movimento il meccanismo, pena, in caso contrario, l'estinzione a breve scadenza degl'istituti e. quel che e peggio, l'abbandono a se stessi di migliaia di bambini. Altro poi è il discorso della riforma. Se si ritengono superati istituti come l'Onmi (e parecchi elementi inducono a ritenere che lo siano), allora è necessario provvedere in modo organico i- tempestivo a una revisione della normativa in vigore che, effettivamente, secondo parecchi esperti, risente ormai del peso degli anni. De! resto la necessità di decentrare il servizio dell'assistenza con la rinuncia al tradizionale assetto verticistico, l'esigenza che vi provvedano gli enti pubblici locali più vicini alle realtà immediate del posto in cui essi operano, sono avvertite da tempo. La Costituzione parla chiaro: l'assistenza rientra nei compiti delle Regioni. Sinora però ci si è limitati soprattutto alle enunciazioni teoriche. Il passaggio alle realizzazioni pratiche (legge quadro, decreto delegato) si fa attendere anche in questo settore. Ambiente familiare Ne deriva un clima d'incertezza generale in cui nessuno sa che cosa deve veramente fare. E' un'incertezza che (a parte la questione dei mancati pagamenti) riguarda anche gli istituti privati. Saranno mantenuti? Trasformati? Potranno essere continuati certi esperimenti moderni, come la formazione di comunità in cui si tenta di ricostruire un ambiente familiare, autonomo rispetto alla vita dell'ente? Sono interrogativi che esigono risposte, come nello stesso tempo esigono soddisfazinc le aspettative finanziarie degli istituti. Il presidente di un consiglio d'amministrazione afferma: « Dobbiamo sapere se siamo destinati a sparire. In ogni caso però il passaggio a nuove forme d'assistenza deve avvenire in modo indolore, senza lacerazioni. Continuando in questo modo (cioè nell'incertezza del futuro e senza mezzi linanziari) si rischia di distruggere quello che abbiamo fatto di buono in un tale settore e di pregiudicare le riforme che verranno ». Con l'ulteriore precisazione che le conseguenze più drammatiche e dolorose dovranno subirle migliaia di piccoli assistiti; né basterà ad alleviarle un po' di beneficenza. ci. gr.