GIAPPONE AMARO PER GLI AZZURRI di Giorgio Viglino

GIAPPONE AMARO PER GLI AZZURRI Conclusa con un'altra sconfitta la lunga trasferta di Naeba GIAPPONE AMARO PER GLI AZZURRI Nello slalom speciale successo di Hinterseer davanti a Stenmark - Thoeni solo quinto, Gros "salta" nella prima manche - Non si può parlare di crisi, ma di un insieme di molte cause - Bene le ragazze: la Cristina Tisot Arigoni terza - La comitiva si trasferisce in Canada per proseguire le gare di Coppa (Dal nostro inviato speciale) Naeba, 23 febbraio. Col Giappone abbiamo finito nello stesso modo con cui avevamo cominciato, cioè male. Il guaio peggiore lo ha fatto Gros. saltando fuori a metà della prima manche, ma Thoeni è parso appannato tanto da scendere In quinta posizione dopo il quarto posto (già non eccezionale) della prima prova. Davanti ci sono gli uomini più in forma in questo momento, Hinterseer (oggi vincente) e il solito Stemmark, che in Coppa sale sempre più. Rimangono le ragazze, improvvisamente ritornate su livelli di eccellenza, e oggi il risultato migliore viene da Cristina Tisot Arigoni. Si vede che il risultato di Claudia Giordani nello slalom l'ha stuzzicata: quarta la Claudia, Cristina per batterla s'è piazzata terza nel gigante, miglior risultato della carriera e migliore italiano nella stagione. Perché le gare giapponesi siano andate così è difficile spiegare. In parte ha contribuito la discontinuità dei programmi, molto la neve — sempre difficile da capire e oggi in modo particolare — e, per il resto, le caratteristiche dei tracciati troppo ripidi e decisamente diversi da quelli consueti. Stamane, quando era ancora notte, le formichine giapponesi sono salite sulla montagna per preparare la pista e lo hanno fatto nel modo migliore data la situazione. Però, con due metri di neve caduta e sconvolta dal vento, ogni tentativo era destinato a rimanere tale o poco più. Gli azzurri sulla neve tenera non sanno scendere con la medesima incisività che dimostrano sui fendi duri o ghiacciati. Il loro è uno sciare d'attacco, che ha bisogno di risposta immediata dal terreno. In più, nello slalom necessitano di spazi tra una porta e le'altra e d'un tracciato armonioso: proprio ciò che oggi non c'era. Basta pensare che sul medesimo percorso utilizzato per piantare una cinquantina di porte per la gara femminile, per quella maschile ne sono state piazzate dieci di più. A poco a poco la sconfitta degli azzurri si può spiegare non per un fatto soltanto, ma per la sommatoria di tutti questi elementi negativi. Questo, credo, sia più reale che non l'ipotesi di crisi di una squadra che in crisi non è. Quelli che vincono vengono in forma adesso, dal nulla come Hinterseer, da una breve flessione come Stenmark. Hansi ha superato qualche difficoltà di ordine personale che ha interessato assai i giorali rosa austriaci e so¬ prattutto ha trovato il terreno adatto per imporre la sua sciata leggera e saltellante che costituisce un vantaggio sulla neve fresca ma un handicap notevole sul ghiaccio. Gros ha tirato per vincere, attaccando là dov'era impossibile farlo. Lui è convinto d' non avere più niente da dire in Coppa e vuole la soddisfazione della vittoria singola. Purtroppo, finisce per fare l'opposto di quanto sarebbe necessario. Poi, con questi chiari di luna di forma, con nevi strane e tracciati inconsueti, soltanto un pessimista di prima forza può essere convinto di essere già tagliato fuori. E' chiaro che il ritmo vincente della prima fase ha tagliato le gambe a molti e che adesso si prosegue su toni assai più ridotti. Malgrado il rallentamento, si finirà comunque abbondantemente oltre il limite di 183 punti che fu sufficiente lo scorso anno a Gros per vincere la Coppa. Errori anche dagli altri, segnatamente da De Chiesa, che è potenzialmente il più forte. Se Gros ha attaccato a dieci, Paolo ha voluto raddoppiare partendo come una bomba: è saltato alia settima porta e dopo il suo show personale è stato assai ammirato dagli spettatori dislocati in quel tratto. Pietrogiovanna, dopo una prima manche buona, ha inforcato un palo a dieci porte dalla fine della seconda finendo giù di spalla sulla neve e rimanendo secco col timore di un braccio rotto. L'allarme svaniva poi con il verdetto di I semplice contusione. Schmalzl, ! Plank (ancora lontano dal ritmo dello slalomista e Pegorari, saltato nella seconda prova) chiudevano il deficitario blocco azzurro. La giornata ancora una volta si completava con la prova femminile. Ha vinto Anne Marie Proell. ed era tempo, perché già da quindici giorni non si aggiudicava una gara. Con questa ha fatto sua anche matematicamente la quinta Coppa del mondo consecutiva. Stavolta, però, ha avuto anche fortuna, perché le prime a partire hanno trovato nebbia sula pista, e tra esse la Giordani. Col sole ha fatto bene anche la Kaserer, classificatasi seconda. A situazione ormai stabilizzata, tra le ragazze del secondo gruppo è emersa Cristina Tisot Arigoni, fino a oggi oggetto misterioso, contestata e contestatrice. Ha sciato bene, fluida nell'azione, rotonda sulle curve, con la sua andatura migliore che si adatta perfettamente al ritmo dello slalom gigante. Questo risultato dovrebbe ridarle coraggio per il futuro. Giorgio Viglino

Luoghi citati: Canada, Giappone