Paura per le rivelazioni della "lolita,, di Roma

Paura per le rivelazioni della "lolita,, di Roma Fuggita a Monza dopo la triste esperienza Paura per le rivelazioni della "lolita,, di Roma Ordine di arresto per l'uomo che la sfruttava - La tredicenne era costretta ad incontrarsi con personaggi facoltosi di Città di Castello (Dal nostro corrispondente) Monza, 9 febbraio. Primi, clamorosi sviluppi per la vicenda della «lolita» tredicenne di Roma, fuggita perché stanca di doversi accompagnare a facoltosi uomini di Città di Castello (Perugia), per ordine del convivente della sorella che l'aveva avviata alla prostituzione. Il sostituto procuratore della Repubblica di Monza, dottor Giuseppe La Mattina, ha infatti emesso contro l'uomo, Roberto Ristori, meccanico a Città di Castello, in zona San Sepolcro, un ordine d'arresto per una serie di gravissimi reati che vanno dalla violenza carnale all'induzione e sfruttamento della prostituzione. L'ordine di arresto è stato trasmesso ai carabinieri del luogo affinché il meccanico venga messo a disposizione del magistrato di Perugia, competente per territorio. Negli ambienti della procura i della Repubblica di Monza si ' è appreso inoltre che sarebbero pronti anche altri ordini di cattura nei confronti di molti personaggi in vista di Città di Castello, dei quali il magistrato sarebbe già in possesso dei nomi. La giovanissima «lolita» romana, infatti, durante l'interrogatorio cui l'ha sottoposta il magistrato monzese, ha dichiarato che i «clienti» le venivano presentati con pseudonimi tipo «Pancho» o «Belfagor» e che per ogni «incontro» sborsavano somme varianti dalle 25 alle 50 mila lire. Questi soldi finivano in tasca del Ristori. Carla E. era stata fermata bpuz 10 scorso lunedi notte a Monza da una pattuglia dei carabinieri, mentre camminava per le strade del centro. Ai militari era parso strano che una ragazzina, poco più di una bambina, si trovasse ancora in giro a quell'ora e l'avevano fermata per accertamenti. In caserma, la giovanissima «lolita» aveva raccontato le sue vicissitudini dalla fuga sino al suo arrivo a Monza. Al magistrato, Carla E. ha rievocato, fra le lacrime la sua triste vicenda. «Ero andata a Città dì Castello per trovare mia sorella. Maria Grazia che è separata dal marito e convive con il Ristori». Costui — ha raccontato la giovane — aveva prima approfittato di lei e quindi l'aveva offerta ad alcuni facoltosi personaggi della zona, organizzando discreti incontri. Carla E. era poi riuscita a fuggire ed era tornata a Roma senza raccontare nulla ai genitori. Dopo le vacanze natalizie aveva ripreso ad andare a scuola (frequenta la III media) e stava dimenticando l'orribile esperienza, quando 11 Ristori l'aveva nuovamente raggiunta proponendole di tornare a Città di Castello. Temendo di essere nuovamente obbligata a prostituirsi, la giovane era allora fuggita e, con l'autostop, aveva raggiunto Milano «In piazza Duomo — ha raccontato — sono stata avvicinata da alcuni capelloni che hanno promesso di aiutarmi. Ho raccontato loro il motivo della mia fuga. Hanno finto di capirmi e poi mi hanno chiesto chiaramente se volevo ripetere con loro, la mia esperienza. Inoltre volevano farmi provare droga. Sono nuovamente scappata arrivando s.:?;o a Monza. g. a.

Persone citate: Carla E., Castello, Giuseppe La Mattina, Maria Grazia, Roberto Ristori