Il movente dell'attentato
Il movente dell'attentato Il movente dell'attentato (Dal nostro corrispondente) Palermo, 2 febbraio. Non sono pochi a Palermo a credere che qualcuno abbia cercato di far rapire Graziano Verzotto non per intascare un riscatto, ma per ucciderlo e chiudergli la bocca. L'ex senatore democristiano (eletto nel 1966, rinunciò al seggio a Palazzo Madama pochi mesi dopo, quando assunse la presidenza del nuovo istituto «Ente minerario siciliano») in questi giorni, a Palermo e a Milano, è al centro dell'inchiesta giudiziaria sulle banche di Sindona. Egli è pure il principale obiettivo di un'indagine amministrativa disposta dal presidente della Regione siciliana, onorevole Angelo Bonfiglio, de come lui, su richiesta dell'opposizione comunista. La Banca Unione e il Banco di Milano — del quale Verzotto era consigliere d'amministrazione — nel '72 ebbero in deposito dall'Ems 7500 milioni e, sembra, corrisposero come contropartita «interessi neri» che sarebbero stati incassati da alti funzionari dell'Ems. Proprio lunedi scorso, sballottati dalla burrasca che ha scosso l'Ems ( 194 miliardi di perdite in sette anni di attività, 6 mila dipendenti dei quali 3500 nelle fallimentari 12 zolfare che, sorda ai richiami della Cee, la Regione s'ostina a tenere aperte, sebbene in miniera scendano ormai poche centinaia di operai), Verzotto e Giordano sono stati costretti a dimettersi. Verzotto, che giorni fa è stato notato almeno due volte al Palazzo di Giustizia di Palermo, nella «24 ore» che i kiliers si sono portata via dopo il fallito rapimento, forse teneva documenti compromettenti. Era la borsa il vero scopo del commando? Verzotto, partigiano al fianco di Mattei nella brigata «Damiano Chiesa», e con l'Eni in Sicilia dal 1947, segretario regionale della de dal 1961 al 1966, fu tra gli ultimi a parlare con Mauro De Mauro, il giornalista scomparso — rapito ed ucciso — il 16 settembre 1970 a Palermo. a. r,
Persone citate: Angelo Bonfiglio, Damiano Chiesa, Graziano Verzotto, Mauro De Mauro, Sindona, Verzotto
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