Una penna, un grido
Una penna, un grido GLI ALPINI NON SI TOCCANO Una penna, un grido La notizia sul « ridimensionamento » del Corpo degli alpini, apparsa su Stampa Sera di venerdì, ha suscitato vivaci reazioni fra il pubblico (specialmente in Piemonte) e sul giornali. Sull'argomento abbiamo scelto una delle lettere arrivate al giornale. « Noialtri alpini slamo gente di poche parole e di molti /atti. La montagna la conosciamo bene: sappiamo che la valanga parte sempre dal piccolo, si muove una manciata di neve e a fondo valle arriva una massa enorme che travolge tutto. Perciò abbiamo l'impressione che tutto quello che si dice in questi giorni (riduzione, ristrutturazione, adeguamenti, e altre parole difflelli) è come il principio della valanga: nessuno se ne accorge, sembra cosa da nlerite, poi quando il disastro è avvenuto, è inutile protestare. u Già una volta avevano tirato a fregarci: quando avevano tirato fuori Videa del berretto da sciatore, che doveva sostituire il cappello con la penna. Ma c'era stata una mezza rivoluzione, ed il berretto è stato limitato a poche occasioni. Se non ci fossimo ribellati a quest'ora il nostro cappello, che è il più bello ed il più comodo del mondo, sarebbe rimasto nei musei, nei sacrari e sulla testa delle statue che rappresentano gli alpini. « Così dovremmo fare anche adesso, tutti assieme, per dimostrare che non vogliamo lasciarci sopraffare. Con un gruppo di amici, abbiamo deciso di piantarci il cappello in testa e di andare in giro con quello. Siamo in trecentomila, tra veci e bacia, in Italia: se tutti ci imitano, che fioritura, come una foresta che si muove. Quelle penne sarebbero altrettanti gridi: "Gli alpini non si toccano!" ». Anselmo Bozzello e un gruppo di vecchi e giovani alpini - Vercelli Disegno di Novello (da «La guerra è bella ma scomoda» di Monelli-Novello)
Persone citate: Anselmo Bozzello, Monelli-novello
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