Adele Faccio arrestata in pubblico

Adele Faccio arrestata in pubblico Per la clinica dell'aborto Adele Faccio arrestata in pubblico In un teatro di Roma, al termine del convegno organizzato dai radicali - Il mandato eseguito da agenti esitanti davanti a una platea in assoluto silenzio - L'accusa: appoggiava la clinica di Firenze per l'interruzione di maternità Roma, 26 gennaio. Adele Faccio, la dirigente del Centro di sterilizzazione e aborto colpita da mandato di cattura come Gianfranco Spadaccia, il segretario del partito radicale in carcere a Firenze, è stata arrestata questa mattina a Roma, al termine del convegno nazionale sull'aborto, davanti ad oltre tremila persone. La manifestazione conclusiva del convegno si svolgeva in un grande teatro, dietro il vecchio Palazzo di Giustizia della capitale. Poco prima di mezzogiorno sul palco della presidenza è giunta la notizia che il colonnello dei carabinieri Vitali ed il capo della squadra politica della questura, Improta, accompagnati da un notevole numero di agenti in assetto da combattimento, intendevano eseguire il mandato emesso dal magistrato fiorentino. Ci sono stati frettolosi contatti fra gli esponenti radicali Palmella e De Cataldo, e la polizia; i radicali hanno detto di non poter garantire della reazione del pubblico che stipava la sala (oltre tremila persone) se l'arresto fosse avvenuto sul palco, e scaricavano l'intera responsabilità del gesto sugli esecutori. Infine si è convenuto che gli agenti potessero entrare al termine della manifestazione, ed esibire il mandato. Vi sono stati discorsi ancora per più di un'ora, però, prima che questo avvenisse. Quando Pannella ha concluso il suo intervento, invitando i presenti ad accogliere nel silenzio totale gli agenti, questi sono entrati nel corridoio che porta al palcoscenico. L'idea di procedere all'arresto, di fronte ad una platea ostile forse li ha resi titubanti; tanto che Pannella avvicinatosi al microfono ha detto: «Non vogliono entrare sul palco, ma questa è omissione di atti d'ufficio, qui c'è una persona da arrestare». A questo punto si sono decisi: il colonnello Vitali e il capo dell'ufficio politico Improta con alcuni agenti si sono avvicinati ad Adele Faccio, che cercava di placare la platea («La nostra tattica deve essere il gelo», diceva), e le hanno mostrato il mandato. «Fatemelo vedere», ha chiesto Adele Faccio, e ne ha letto alcuni brani al microfono, commentando poi alla fine: «Se è solo per questo, bastava che mi chiedessero di testimoniare, ci sarei andata. Sono comunque orgogliosa di entrare nel carcere dove languono tante compagne che soffrono tante ingiustizie». La platea è esplosa in grida di solidarietà verso la dirigente del Cisa, che si allontanava dal palco al braccio del deputato socialista Loris Fortuna, che l'ha accompagnata fino al carcere di Rebibbia. Adele Faccio è stata fatta uscire da una porta secondaria, per evitare reazioni da parte del pubblico nei confronti degli agenti, che sembravano già abbastanza imbarazzati; tanto che abbiamo sentito chiaramente, durante il breve tragitto, un «Mi scusi signora», detto da uno degli esecutori del mandato di cattura. Non si sa come la dirigente del Cisa abbia potuto rientrare in Italia dalla Francia senza essere arrestata alla frontiera. Prima dell'arresto Adele Faccio aveva dichiarato di non sentirsi colpevole per i reati di cui è accusata, ed aveva smentito che il Cisa ed il partito radicale si finanziassero con i proventi delle «Cliniche del popolo», annunciando querele contro i giornali neofascisti che hanno lanciato questa accusa. «Continueremo la nostra attività — ha detto —, faremo il possibile e l'impossibile per aiutare le donne in difficoltà». Al Cisa sono necessari fondi, oltre che per la normale attività, anche per mandare in Inghilterra ad abortire le donne che sono giunte oltre il terzo mese di gravidanza. Il deputato del psi Loris Fortuna ha annunciato tre emendamenti al suo progetto di legge sull'aborto, presentato nel '72. Riguardano l'opportunità di « sostenere che almeno entro le prime 14 settimane la decisione di abortire da parte della donna debba essere libera; che l'intervento debba essere gratuito; che le donne che invece intendono portare avanti la gravidanza siano aiutate economicamente e moralmente dallo Stato ». Il parlamentare ha detto di appoggiare la proposta di un decreto legge per depenalizzare l'aborto (se il governo volesse, potrebbe entrare in vigore entro un mese) ed il lancio immediato di un referendum abrogativo delle norme fasciste sulla difesa della razza. Infine Mellini, del partito radicale, ha ricordato come in Italia, di fatto, l'aborto sia già depenalizzato: su un milione di aborti annui (è la stima più bassa) si ha solo qualche decina di processi. Marco Tosai li

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