Juventus (con 3 punti) "campione d'inverno,, di Giovanni Arpino

Juventus (con 3 punti) "campione d'inverno,, Juventus (con 3 punti) "campione d'inverno,, le, sfottente sorpasso a danno dei biancocelesti di Magistrelli movimenterà scommesse, cenoni, fescennini trimalcionici. Il Comunale è rimasto zitto a Torino? Sì e no. La contestazione, che non per nulla avevamo individuato come una forma di « spontaneismo politico-sportivo» ha avuto efficacia. Per lunghi minuti, mentre i giocatori si battevano sul campo, in curva si svolgevano altre battaglie, a suon di risse, cazzotti, nugoli di membra tremolanti: finché la polizia non ha creato varchi. Poche le bandiere e minuscole, adatte ai bambini. Ma qualche applauso è venuto fuori, irresistibile, per uno slalom di Ferdinando Rossi, autentica promessa in odor di buon football, e al gol di Mascetti. Corre voce che infiltrazioni di burrascoso sapore politico cerchino di far breccia nel «movimento granatiero», e sarebbe davvero un male. Corre anche voce che l'esempio «assembleare» offerto dai tifosi to- Cadono sulle ginocchia le avversarie della «magna Juventus», crolla il record del TotoTotem, Roma brucia di colori giallorossi, il Torino supera con orgoglio, affanno ma anche scampoli di gioco virile le «forche» della contestazione. La «quindicesima» di campionato, ultima del gitone d'andata, ha fatto pesare le sue leggi. A Vicenza i bianconeri, guidati dalla vena di Bobby, Damiani e Capello agguantano ottimamente i due punti, ribadendo che il loro vantaggio in classifica è non solo legittimo ma persino scarso rispetto al valore degli avversari. Sul terreno ascolano, i campioni biancocelesti della Lazio vengono infilati dagli «ultimi della classe», affamati di classifica e guidati da un ex giallorosso romano, Mazzone. che non voleva certo cedere di fronte ai nemici-cugini. 11 Milan riscopre il suo Calloni casalingo con una doppietta che tuttavia non consola riè Giagnoneddu né i palati di San Siro. L'Inter, malgrado contrassalti e recriminazioni su un possibile penalty deve mollar l'osso all'Olimpico, dove ormai i «lupi» danno retta a tutto ciò che Liedholm dice, tranne quando getta acqua sulle speranze di scudetto. Cordova «gira» come un Di Stefano «de noantri» e l'idea del possibi¬ rinesi abbia già fatto riflettere altre bande di appassionati, legate ad altri colori. Vedremo. Per ora, la domenica del «silenzio d'oro» è trascorsa con una vittoria indispensabile a Fabbri e ai suoi «barbareschi». Va bene, il Cagliari è poca cosa, Gigirriva fa la bella statuina al solicello, solo Nené si batte secondo una ragionevole geometria pallonistica. Ma per i granata, vecchi o giovani, bisognava comunque superare un duro pomeriggio, nato da sconcerti, polemiche, rabbie che certo non favoriscono il dribbling e il gol. Ce l'hanno fatta pur dopo aver ansimato in lunghe fasi di gioco anarcoide, specie nel primo tempo. Nella ripresa, con quel Gigirriva che solo al 70' batterà un'incornatina a rete, facile per il «giaguaro» Castellini, i torinese hanno dato l'anima, raddrizzati proprio dal ragazzo Rossi, un don Ferdinando che avrebbe anche meritato il gol (al 78', ben lanciato in contropiede da Ferrini). Insomma: sul campo i giocatori hanno fatto vedere d'essere vivi, mietendo anche applausi (qualcuno sulle gradinate avrà rimpianto tamburi e bandiere lasciati a casa?). Certo che il dialogo «naturale» tra curve e terreno, tra tifosi seduti e pedatori che si sfiancano deve riprendere nei modi leciti: ma una contestazione si sa come nasce, non si può stabilire o profetare quali sviluppi raggiungerà. Anche contestando, del «domon non v'è certezza». Termina così la felice domenica per il calcio subalpino, almeno come posizione di classifica e pronto riscatto dopo quella trascorsa otto giorni fa. Don Nereo Rocco perde il titolo di «paron» contro la Sampdoria in casa, il derby emiliano zampilla di rigori: ma il bilancio indica sotto ogni sua voce la Juve capoclassifica. Solo i bianconeri possono mettersi nelle peste da soli, perdendo punti a vantaggio di avversari che zoppicano. Oggi sono lanciati sul binario giusto, il «ritorno» si ptospetta più facile: e allora, Vecchia Madama, se non sei «jet», sii almeno «stratos». Giovanni Arpino Tutto lo sport da pagina 9 a pagina 14.

Luoghi citati: Lazio, Roma, Torino, Vicenza