La prima neve a Limone è giunta con la speranza di Elvio Ronza

La prima neve a Limone è giunta con la speranza Cambia il tempo (per fortuna) in montagna La prima neve a Limone è giunta con la speranza Sabato ne è caduto mezzo metro e tutte le 45 piste di sci sono entrate in funzione - La stagione può raddrizzarsi? - Gli albergatori tornano a sorridere con cautela (Dal nostro invialo speciale) Limone, 19 gennaio. La «volpe» non è giunta, ma la neve è scesa lo stesso. «Anche lei con queste storie — dice Roberto Bottero, 22 anni, impiegato —. Sa quante volta l'ho vista la cara "volpe" nell'ultimo mese? Almeno cinque. E niente neve». Eppure ieri, prima della nevicata, erano lutti perfino monotoni. Guardavano il Colle di Tenda, scuotevano la testa. «Per me non nevica» insisteva Giuseppe Garncro, 49 anni, direttore degli impianti del Cros. E tutto a causa della «volpe»? «Noi la chiamiamo così. Le correnti d'aria che vengono dal mare trovano lo sbarramento del Tenda. Scivolano su Limone, picchiano contro l'aria fredda del Nord. Intanto si è formata una nube cupa: la "volpe". Insomma la nube c'è quando le correnti si incontrano. E nevica. E' tutto collegato. Questa è scienza, non fantasia». Invece a mezzogiorno di ieri, anche se la «volpe» è rintanata chissà dove, incomincia a cadere la neve fitta, fiocchi grandi e leggeri. Finiscono i guai? Si è al caldo, accanto ai vetri, davanti allo spettacolo bellissimo di una piazza deserta che si imbianca. «Andiamoci piano — dice Livio Bottero, 35 anni, albergatore —. Di sicuri ci sono solo i danni che abbiamo subito. La scorsa stagione con l'austerità ci siamo salvati, perché a Limone c'è la ferrovia, quindi i turisti venivano ugualmente dalla Liguria, dalla Costa Azzurra, dal Piemonte. Ora è un disastro. Gente a Natale? Mica tanta come si crede. Aggiunga i weekend disertati prima e dopo le feste. Poco poco i 32 alberghi e pensioni hanno avuto 50 milioni in meno di incasso. In più devono pagare il personale». Tanto vale interrompere. «Cosi chiudo oggi, domani nevica e mi prendo la mazzata completa. No. Si deve resistere, sperando che prima o poi il tempo metta giudizio. Pensi un po', a Carnevale i francesi fanno una settimana di ferie. Se non c'è neve, chi li pesca quelli?». Coi soldi che ci rimettete, non so se vale aspettare. «Un albergo sopra la media, è vero, perde 250 mila lire il giorno di spese vive (personale, riscaldamento, luce, eccetera); uno medio, 100 mila. Eppure bisogna stare sulla breccia, pronti. Già, lascio andare il personale... Se mi occorre all'improvviso, dove lo trovo?». Fortuna che la neve cade, fino alle 3 di notte. Oggi in paese ce ne sono 40 centimetri; sui 90 chilometri delle 45 piste, ottanta centimetri. «E' sufficiente — dice l'impiegata Maria Grazia Blangero, 23 anni —. Finalmente posso andare u sciare. E il tempo è ancora scuro. Altra neve in vista». I 27 impianti di risalita sono tutti in funzione. Hanno una portata oraria di 12 mila persone. Non sono pieni, ci mancherebbe. Però possono inaugurare ufficialmente la stagione. «Solo a Natale — dice Garnero — abbiamo incassato 100 milioni in meno. Ogni domenica, tra tutti gli impianti, a occhio e croce sono 15 milioni di danno». Limone (1010 metri di quota, piste da 2000 a 1000 metri di altitudine) come stazione invernale è particolare. Viene lo sciatore, ma viene anche chi vuole divertirsi, sfilare agghindato in paese. Ci sono cinque discoteche, un night. C'è una scuola di sci con 50 maestri. I posti letto pubblici sono più di 3000. Cinquemila turisti possiedono un alloggio. Nel 1973 ci sono state più di 100.000 presenze in alberghi e pensioni. Limone: una città che soffriva. «Dì solito abbiamo moltissima neve — dice Silvio Martino, 40 anni, direttore dello Sci Club —. Una novità come questa non mi era mai capitata. Per allenare la squadra di sciatori abbiamo dovuto gelare la neve con l'acqua». Possibile che almeno oggi non abbiate voglia di sorridere? «E sì che oggi ci provo — esclama Agostino Bottero, 50 anni, il più grande emporio di articoli sportivi della provincia —. A novembre la stagione sembrava ottima. Venne lo scirocco, addio tutto; la neve sparì. Ho passato giorni neri. Il 2 gennaio uscii disgustato dal negozio. Avevo 22 dipendenti schierati e non una lira in cassa. Noi noleggiamo anche l'arredo per sciare. Ebbene, non uno è venuto a prendere un paio di sci. Non uno». Guglielmo Chiera, 45 anni, farmacista, presidente dell'Azienda di soggiorno: «Per noi non è mai stata una questione di neve, gliel'avranno detto. Abbiamo addirittura avuto medie stagionali di 14 metri di neve. Due o tre anni fa ce n'erano 18. Da restare sommersi. Comunque se è questo che vuole sapere: no, non siamo rassegnati. La stagione incomincia adesso? Bene, su le maniche, al lavoro. Siamo preparati». Non è un inverno ideale. «L'inverno ideale è quello con una nevicatina, poi qualche giorno di sole. E giù un'altra nevicatina. Perché qui vengono per prendere il sole; con la seggiovia salgono al Solarium, si mettono in bikini come d'estate. Lo aspettiamo l'inverno ideale». Sospira. «Peccato. La Pasqua è bassa. La stagione non può che essere corta, ormai». «Se non viene lo scirocco — dice Agostino Bottero — è la volta buona». Certo, la volta buona. Perfino lo spalaneve, nuovo fiammante, costato 50 milioni, oggi esce per la prima volta a pulire le strade. Un collaudo festoso. La macchina enorme, austera, passa tra l'ammirazione della folla. Sembra Napoleone in parata. Elvio Ronza

Persone citate: Agostino Bottero, Cros, Garnero, Giuseppe Garncro, Guglielmo Chiera, Livio Bottero, Maria Grazia Blangero, Roberto Bottero, Silvio Martino

Luoghi citati: Liguria, Limone, Piemonte