Accordo Fiat: un primo passo il secondo toccherà al governo

Accordo Fiat: un primo passo il secondo toccherà al governo E' necessaria una politica generale anti-crisi Accordo Fiat: un primo passo il secondo toccherà al governo La trattativa sulla contingenza e il salario garantito si inserisce in questo quadro Incontro in settimana tra le segreterie piemontesi Cgil, Cisl, Uil e l'Unione Industriale per le aziende collegate all'auto - I sindacati : "Salvare tutti i posti di lavoro" "Cassa integrazione,, alla Lancia: oggi si decide L'accordo firmato sabato è quasi una scommessa della Fiat e dei sindacati sulla capacità del governo di elaborare una politica anticrisi. Ed è collegato a filo doppio al negoziato con la Confindustria per il salario garantito e la contingenza (i colloqui riprendono oggi dopo tre mesi di interruzione). Anche le possibilità di intervento in sede regionale vanno inquadrate in questa logica generale. In settimana le segreterie re- sgionali Cgil, Cisl, Uil si incontreranno con i rappresentanti dell'Unione Industriale per arginare la caduta dell'occupazione nelle piccole e medie aziende collegate all'auto. In ogni caso sì tratterà di una soluzione-ponte: una risposta chiara e definitiva potrà venire solo da Roma. E' comunque importante che la gestione concordata tra la grande industria tarine- mtpfinn«dPinF3 se e la Federazione lavoratori metalmeccanici abbia superato il primo scoglio in modo positivo. «Non è un'intesa che fa guadagnare qualche soldo in più», dice il segretario torinese della Firn, Franco Aloia, «ma va inserita nel momento di recessione che attraversa il Paese. Solo così se ne capisce il valore. Il fatto veramente nuovo è che si guarda oltre la Fiat; si tiene conto anche del 350 mila operai piemontesi i o e o , o l e e a l i e a a . i o o o a o a rlo lo a o ovo al o, che non hanno la garanzia del posto di lavoro. La grossa azienda riconosce che la sua politica manageriale può avere gravi conseguenze per i "piccoli" e si impegna a tenerne conto». L'accordo romano del 30 novembre scorso (che ha da to il via alla «cogestione» ) ha dunque dimostrato di non essere legato a schemi rigidi, «ho dimostra il fatto che prò prio il problema dell'indotto (cioè dei riflessi della crisi sulle fabbriche collegate), che a Roma era stato molto circoscritto, è stato il "nodo" cen trale della prima verifica», fa notare il segretario torinese della Firn, Corrado Ferro. «Nell'affrontare la questione — continua Ferro — bisogna però tener conto di due realtà diverse, particolarmente evidenti nell'area torinese, Ci sono infatti molte piccole fabbriche che lavorano per il mercato, con un impegno alternativo rispetto alla grossa industria: hanno cioè un loro ruolo economico e sociale da salvare. Ma troviamo anche "complessi" minori che, di fatto, rientrano nelle formule di appalto e subappalto; si limitano ad eseguire lavori progettati e affidati dalla azienda-madre (che riesce, tra l'altro, a sottrarre al controllo del sindacato un buon numero di lavoratori). E' chiaro che in questo momento bisogna salvare tutti i posti di lavoro. Ma l'atteggiamento del sindacato dovrà essere necessariamente diverso». Un discorso che sarà certo approfondito nelle successive verifiche (il prossimo appuntamento è fissato al 7 marzo). Mercoledì, intanto, i rappresentanti della Fiat e della Firn si incontreranno di nuovo: si devono concordare le giornate da perdere per le lavorazioni (meccanica, presse eccetera) a monte delle linee di montaggio e per gli stabilimenti del gruppo «attività diversificate» (Metalli, Ferriere, Fonderie eccetera) collegati al settore automobili. Le giornate di Cassa integrazione — che sono già state fissate per i 20-25 mila operai delle Carrozzerie di Mirafiori, Rìvalta e Lingotto eccetera (escluse le linee della «131», della «Campagnola», della «XI 19» e della «124 spider») — saranno differenziate, in base alle diverse realtà di reparto, per gli altri 40-45 mila lavoratori interessati alle riduzioni di orario nei prossimi due mesi. Si prevede comun que che — tranne qualche frangia esigua — le giornate di sospensione varieranno da un massimo di 13 a cifre inferiori. Oggi, infine, si prenderanno decisioni definitive per la Cassa integrazione alla Lancia. La direzione ha chiesto un «taglio» di 8 giorni per ridurre lo stoccaggio salito a 15 mila autovetture. Si ritiene che la Cassa integrazione scatterà da questa settimana: seimila operai degli stabilimenti dì Torino e Chivasso non lavoreranno al e ' venerdì fino a metà marzo (nella fabbrica di Verrone, nel Biellese, l'attività sarà normale). I lavoratori Lancia avranno però, con ogni probabilità, la garanzia che l'orario sarà di 40 ore settimanali fino alle ferie (che saranno godute in un unico periodo, compresa la quarta settimana ottenuta con il nuovo contratto integrativo). Roberto Beliate a ua. o a ere asi o o

Persone citate: Corrado Ferro, Franco Aloia

Luoghi citati: Chivasso, Roma, Torino, Verrone