Bomba sulla folla all'aeroporto di Orly di Loris Mannucci

Bomba sulla folla all'aeroporto di Orly Altro attentato dei f edayn a Parigi contro un Jumbo della compagnia israeliana Bomba sulla folla all'aeroporto di Orly Venti feriti - Due terroristi volevano abbattere il jet con 200 passeggeri - Fallita l'impresa si sono barricati con tre ostaggi (anche un bimbo) (Dal nostro corrispondente) Parigi, 19 gennaio. Attentato all'aeroporto parigino di Orly: due fedayn arabi hanno cercato di colpire un Jumbo della compagnia di bandiera israeliana, la «El Al», in fase di decollo, con duecento persone a bordo. Scoperti da un gendarme, hanno fallito l'attentato, ma sono sfuggiti alla cattura rinchiudendosi con tre ostaggi in una «toilette» dell'aeroporto. Minacciano di ucciderli se un aereo non sarà messo a lo¬ ro disposizione. Le trattative con i due terroristi continua- no nella notte. Erano le 16,20 circa quando un agente di guardia sulla terrazza del primo piano all'aeroporto di Orly ha visto un uomo incappucciato che scagliava una bomba sul «Boeing 747» in servizio tra Parigi e Tel-Aviv. Duecento persone erano a bordo e per fortuna l'apparecchio non è stato colpito. L'agente ha immediatamente sparato con il mitra sul \ terrorista, che però è riuscito i a fuggire, seguito da un coni¬ plice, scagliando sulla terrazza altre bombe destinate all'apparecchio israeliano. Una ventina di persone sono state colpite, otto sembra gravemente. I due sono riusciti a raggiungere il piano terreno e stavano per uscire dall'aeroporto quando si sono imbattuti in una pattuglia delle Compagnie repubblicane di sicurezza. Allora hanno indietreggiato sparando all'impazzata e sono andati a nascondersi nelle «toilettes» del primo piano prendendo in ostaggio tre persone, due coniugi e il loro bambino di quattro anni, oppure, secondo altre notizie, un agente, una donna e un bimbo. Un testimonio ha dichiarato: «Ero sulla terrazza del primo piano in attesa di prendere l'aereo per la Tunisia. Potevano essere le 16,30 quando ho visto un uomo incappucciato ed ho udito alcune esplosioni. Eravamo una ventina al primo piano e ci siamo gettati tutti a terra, o sotto le panche. Tutto si è svolto rapidamente e la polizia ci ha poi allontanali». Imponenti rinforzi di polizia sono giunti subito ad Orly, l'aeroporto è stato accerchiato ed il pubblico è stato invitato ad evacuare la terrazza del primo piano e altri punti giudicati pericolosi. Il «Boei7if;» della «El Al» poteva partire poco dopo. Come al solito, le organizzazioni ufficiali palestinesi hanno dichiarato di essere assolutamente estranee all'attentato. Un comunicato diffuso dall'«01p» a Beirut afferma che «tali operazioni hanno lo scopo di danneggiare le relazioni franco-palestinesi che di recente sono migliorate in modo positivo». E' certo invece che gli attentatori sono due «fedayn»: alle 18,30 essi hanno fatto passare sotto l'uscio un foglietto sul quale hanno indicato le loro richieste: che venisse messo a loro disposizione un «Boeing» per !e ore ot¬ to, senza precisare se erano le otto di sera o di domani mattina. Il foglietto era firmato «Commando Mohamed Budia». I migliori specialisti della brigata «antigang », dotati di panciotti blindati, si sono appostati dinanzi alle «toilettes» in cui si trovano i «fedayn». Contemporaneamente sono giunti medici, pompieri, infermieri, barelle ed autoambulanze con l'occorrente per le cure immediate. Si è sparsa voce che le autorità volessero tentare di addormentare i terroristi utilizzando i gas, per poterli poi catturare senza pericolo, ma il progetto è stato abbandonato quando un «contatto» verbale è stato istituito fra i «fedayn» e le autorità. I due hanno detto che libereranno gli ostaggi se un aereo verrà messo a loro disposizione alle quattro di stanotte. Il ministro per l'Interno, Michel Poniatowski, giunto ad Orly nel tardo pomeriggio, segue sul posto lo sviluppo degli avvenimenti. Dopo l'attentato di lunedì scorso (era stato colpito un aereo jugoslavo benché fosse stato preso di mira un jet della «El Al» in partenza) e quello di oggi la Francia non sembra più essere considerata dai palestinesi come un territorio amico sul quale non devono essere commessi atti di terrorismo. E' probabile che l'organizzazione responsabile dell'attentato odierno abbia voluto reagire immediatamente all'annuncio, dato ieri sera dal ministro degli Esteri Jean Sauvagnargues, che il ministro israeliano degli Esteri, Allon, farà una visita in Francia nel mese di marzo. Loris Mannucci

Persone citate: Allon, Jean Sauvagnargues, Michel Poniatowski