Per il Regio domani è il giorno più lungo

Per il Regio domani è il giorno più lungo Prima del "Don Carlo,, e convegno culturale Per il Regio domani è il giorno più lungo Attesi i sindaci delle città d'Italia con tradizioni musicali - A sera il Verdi diretto da Bartoletti con la regìa di Faggioni Per il Teatro Regio, la giornata di domani potrà essere ricordata come il «D-Day» o il giorno più lungo della sua storia. S'inizierà al mattino di buon'ora ospitando un convegno nazionale al quale parteciperanno i sindaci (o loro rappresentanti) di tutte le città italiane sedi di Enti lirici, e di teatri di tradizioni o di istituzioni musicali, e terminerà a notte inoltrata, dopo la rappresentazione della prima del Don Carlo di Giuseppe Verdi. La prima manifestazione, promossa dal sindaco di Torino Picco che è pure presidente dell'Ente lirico, interesserà tutti i responsabili dei teatri musicali. Sarà certamente dibattuto l'ormai annoso problema, quanto mai grave ed urgente, che riguarda la ristrutturazione degli Enti, le mancate sovvenzioni statali e soprattutto il varo di una legge che disciplini l'intiero settore. La seconda manifestazione, artistica questa volta, è il ritorno di un grande Verdi con una monumentale opera lirica: il Don Carlo o, per alcuni, Don Carlos. Del melodramma verdiano, che andrà in scena domani sera alle 21 precise, esistono, come è noto, tre versioni: la prima in francese (cinque atti e un balletto) presentata a Parigi nel 1867, la seconda — quattro atti, in italiano — scritta per la Scala ed eseguita nel 1884, ed infine l'ultima, quella che verrà sottoposta al pubblico del Regio, che è la traduzione (non sempre felice dal francese all'italiano) dell'opera originale divisa in cinque atti e otto quadri, rappresentata a Modena nell'86. Per realizzare il Don Carlo è stato ancora una volta chiamato il regista Piero Faggioni che notevoli consensi ottenne qualche mese fa nella «Fanciulla del West» opera con la quale venne inaugurata l'attuale stagione. Faggioni, che sempre più si dedica all'opera lirica (proviene dal teatro di prosa) diresse già nel '73 alla Fenice di Venezia il capolavoro verdiano. Con lo stesso allestimento (tanto per ridurre le spese, cosa che tutti dovrebbero fare, aggiunge) e con molta più esperienza, lo rappresenta al pubblico tori- nese certo di far centro. Ieri pomeriggio, fra un atto e l'altro, durante le prove generali svoltesi alla presenza di un pubblico strabocchevole d'invitati, ci ha detto: «Il Don Cario è certamente l'opera di Verdi in cui più chiara è la traccia dello spirito religioso e anticlericale del Maestro. L'odio violento per qualsiasi forma di tirannia, di oppressione politica e intolleranza religiosa si unisce qui più che mai all'amara consapevolezza dell'impossibilità di un concretarsi degli ideali più puri, la cui soluzione è rinviata al mondo dell'ultraterreno. Il soprannaturale — prosegue Faggioni — nel Don Carlo non interviene solo in funzione di "deus ex machina" (così talora erroneamente è stata giudicata l'apparizione di Carlo Vi ma rappresenta ai miei occhi una vera e propria professione di fe de, tanto più struggente, accorata e pessimistica quanto più attuata in un contesto di manifesto sprezzo verso chi di questa fede è custode nel mondo terreno». Per quanto riguarda l'impostazione scenica, conclude Faggioni, bisogna «tener presente che per eseguire l'opera nella sua integralità senza troppo allungare lo spettacolo è necessario ridurre i 7 intervalli necessari per i cambiamenti di scena fra gli otto quadri, a un massimo di due. E quindi ho dovuto scegliere un impianto fisso che serve di base costante al racconto e un sistema di mutazioni a vista che in pochi secondi consentono il passaggio da una situazione all'altra. E' uno spettacolo complesso ma quanto mai suggestivo». La compagnia di canto che agirà sotto la direzione del maestro Bruno Bartoletti, è fra le più valide del momento. Boris Christoff impersonerà Filippo II di Spagna; Giorgio Casellato Lamberti, Don Carlo; Fiorenza Cossotto, la principessa di Eboli e Rita Orlandi Malaspina, Elisabetta; inoltre Renato Bruson, Gianfranco Cesarini, Ferruccio Furlanetto ed altri; il coro sarà diretto da Adelfo Fanfani. Alvaro Gìli Rita Orlandi Malaspina e Giorgio Casellato nel «Don Carlo»

Luoghi citati: Eboli, Italia, Modena, Parigi, Spagna, Torino, Venezia