II protettore è stato ucciso in auto dalla coppia e nascosto nel baule di Alvaro Gili

II protettore è stato ucciso in auto dalla coppia e nascosto nel baule Ricostruito il delitto, mentre si dà la caccia agli indiziati II protettore è stato ucciso in auto dalla coppia e nascosto nel baule Le ricerche del presunto omicida e della sua amica sono concentrate a Milano, Pavia, Genova e in Svizzera - Una coltellata, inferta dall'alto in basso, ha spaccato il cuore della vittima che sedeva in macchina L'amante del morto è nascosta in città : ha parlato troppo, teme una vendetta del racket della prostituzione E' scomparsa la coppia sospettata dell'omicidio di Vincenzo Saffioti. Carabinieri, polizia e criminalpol la cercano in Italia e all'estero. Antonino Manuele, 25 anni, d'origine catanese, e la sua amica Antonietta Boscolo, detta «Chicca», 22 anni, potrebbero essere nascosti a Milano, a Pavia, a Genova o in Svizzera. Ovunque il Manuele può contare sull'aiuto e la protezione della malavita, di cui egli è un piccolo ras. A Milano, nel pied-a-terre di corso Buenos Aires, il giovane siciliano conviveva con la Boscolo e un'altra ragazza, Paola Manciola, di 26 anni, sfruttando la prostituzione di «Chicca». A Pavia, città della Boscolo, ha trascorso qualche tempo nel carcere di CorteoIona, da cui è evaso. In Liguria, cinque anni fa, è vissuto a Cogoleto, dove ha conosciuto la Manciola che aveva una casetta all'Eremo del Deserto (la località in cui è stato trovato il cadavere semicarbonizzato del Saffioti). In Svizzera, infine, il Manuele può fare affidamento sull'amicizia di qualche pregiudicato d'origine italiana. Le ricerche sono estese soprattutto in queste località, ma non tralasciano altri posti dove il Manuele e la Boscolo possono avere trovato rifugio. Mentre la caccia ai due indiziati prosegue senza sosta, gli investigatori (il dottor Montesano e il dottor Fersini di Torino, il tenente Zucchetti dei carabinieri di Savona e il pretore Aschero di Varazze) hanno ricostruito le ultime ore della vittima e le modalità dell'omicidio. Vincenzo Saffioti, pare ormai certo, è stato ucciso perché voleva riprendersi la sua donna, Marisa Migliorerò, 21 anni, frequentatrice assidua di corso Massimo d'Azeglio. «Guadagno 80 mila lire al giorno — avrebbe riferito la ragazza al dottor Montesano — quasi tre milioni al mese». Un reddito che nessuno sfruttatore si lascia sfuggire con troppa facilità. Dopo cinque anni di convivenza (aveva conosciuto il Saffioti a 16 anni), Marisa si era stancata un po' di lui, e di quella vita. Aveva conosciuto in uno snack-bar il Manuele, che si spacciava per studente, e l'aveva seguito a Milano dove, però, il siciliano si era rivelato subito per quel che era: uno sfruttatore come il Saffioti, né più né meno. Intanto però l'amico torinese, che per la Migliorerò ha lasciato moglie e figlio di 13 anni, si dà da fare per rintracciare la ragazza. Nel racket della prostituzione ci si conosce un po' tutti. Vincenzo Saffioti viene a conoscere l'indirizzo della Migliorerò, va a Milano, parla col Manuele. «Riprenditi pure la ragazza», dice, alla fine di una discus¬ sione violenta, il catanese. Il quale, come liquidazione, si trattiene il libretto di banca di Marisa, con 300 mila lire. Il Saffioti, il 4 gennaio, incontra a Torino Antonietta Boscolo, e le chiede la restituzione della somma. «Chicca» riferisce la cosa all'amico. I rapporti, già tesi, tra i due uomini, precipitano. Martedì scorso, in un bar di piazza Bodoni dove «commercia» in auto usate, il Saffioti riceve una telefonata di una donna (la Boscolo? forse) che gli fissa un appuntamento per l'una di notte. A mezzanotte va a pranzo con Marisa nel ristorante «La lampara » di via Andrea Doria. E' nervoso, dice: «Faccia¬ mo in fretta, più tardi devo incontrarmi con una persona». Poco prima dell'una s'infila un coltello da tavola nella cintura dei pantaloni, saluta l'amica, esce, sale sulla sua A 112, si allontana. Marisa Migliorerò non lo vedrà più vivo. Secondo la polizia, il giovane si reca in via San Donato 78, al settimo piano, dove abitano il Manuele e la Boscolo. La portinaia sente dei rumori insoliti, verso le 5 vede tre persone uscire e salire sull'Alfetta color amaranto del catanese. Alle 7,30 alcuni contadini trovano, in località Eremo del Deserto, presso Cogoleto, il cadavere del Saffioti che sta bruciando. E vedono un'auto color amaranto, con una coppia sopra, allontanarsi velocemente. Tre ore dopo, ale 10, la Boscolo consegna le chiavi alla portinaia di via San Donato: «Ce ne andiamo, abbiamo già preso quasi tutto. Tornerò per il televisore». Come è stato ucciso, e dove il Saffioti? Alla prima domanda il perito settore ha risposto con certezza: una coltellata unica, dall'alto verso il basso, gli ha spaccato il cuore in due, lesionando il polmone. La direzione del colpo farebbe pensare che la vittima si trovava seduta, forse in macchina, e sia stata colta di sorpresa, senza possibilità di reagire. Ma dove? Non nell'alloggio di via San Donato. Forse durante il viaggio, in una località tranquilla, i tre si sono fermati hanno ripreso la discussione che si è conclusa tragicamente. Oppure l'auto del Manuele è arrivata fino all'Eremo del Deserto, e qui il Saffioti è stato ucciso. Ne sarebbe conferma il sangue, ancora fresco, trovato accanto al cadavere. Ma non è neppure escluso che il giovane sia stato ucciso qualche ora prima del rinvenimento, e nascosto in un sacco di cellophan nel bagagliaio della macchina. Mentre veniva scaricato nel bosco, dal cellophan sarebbe sceso il sangue, non ancora raggrumato. La parola definitiva potrà dirla soltanto l'esame ematologico, già disposto dalla magistratura. Marisa Migliorerò, interrogata a lungo a Varazze, è tornata ieri a Torino, dove si è nascosta. E' terrorizzata, ha paura della malavita che potrebbe punirla per avere parlato troppo. L'A 112 della vittima non è ancora stata trovata. E anche questa è una circostanza che gli investigatori vogliono chiarire al più presto. Vincenzo Saffioti con Marisa Migliorerò - Antonino Manuele scomparso dopo il delitto SERVIZIO DI Alvaro Gili Vittorio Preve Alessandro Rigaldo Sergio Ronchetti