Gli avellinesi sbagliano un penalty però "piegano» (2 a 0) l'Alessandria

Gli avellinesi sbagliano un penalty però "piegano» (2 a 0) l'Alessandria Gli avellinesi sbagliano un penalty però "piegano» (2 a 0) l'Alessandria (Dal nostro inviato speciale) Avellino, 5 gennaio. Travolta forse dalla fiacca (oppure dall'influenza?) in una tiepida giornata di gennaio, l'Alessandria è stata battuta dall'Avellino per 2 a 0, subendo la più dura sconfitta della stagione, in trasferta. E notare che Pozzanl ha parato un rigore, altrimenti il passivo potrebbe essere anche maggiore. Può darsi che le feste abbiano ammorbidito lo spirito dei grigi, che sono apparsi completamente trasformati rispetto alle loro ultime esibizioni fuori casa, molto meno grintosi, forse inconsciamente rassegnati alla battuta d'arresto. Sull'incontro potrebbe anche avere pesato il precedente del successo ottenuto lo scorso anno a tavolino In Coppa Italia sulla stessa squadra campana. Come si ricorderà, gli alessandrini in quell'occasione vinsero per 4 a 2 ed i tifosi dell'Avellino contestarono un gol di Cini convalidato dall'arbitro Levrero ed invasero lo stadio Olimpico di Roma, dove si svolgeva la partita. Gli stessi tifosi accusarono 1 grigi di avere «rubato» la Coppa ed oggi, quando Earbiero e compagni si sono presentati in campo, sono stati accolti da un coro immeritato di fischi e di grida «ladri, ladri». Questo fatto, come abbiamo detto, potrebbe anche avere influito sull'andamento del match odierno, ma slamo nel campo delle ipotesi. Nella realtà l'Avellino non ha certo praticato un gioco intimidatorio, anzi ha subito 1 falli peggiori mentre il pubblico si è compor¬ tato più che civilmente. Anche perché la squadra di Glanmarinaro è andata subito in vantaggio, dopo due soli minuti di gioco ed il risultato non è mal stato messo in dubbio. Di tangibile c'è piuttosto la prova scialba di alcuni giocatori grigi, evidentemente In giornata-no. E' meglio fare l'elenco di quelli che si sono salvati, perché quello dei «cattivi» sarebbe molto più lungo. Tolti Pozzanl, che non ha responsabilità nel due gol incassati, Maldera e Di Brino, che pur non essendo in forma al cento per cento hanno fatto vedere qualche cosa di buono, Volpato, che almeno in fase di Interdizione è stato il solito lottatore, e Manuell che non ha avuto molte palle da giocare, gli altri sono apparsi tutti sotto tono. In particolare Vanara, autore di un paio di errori clamorosi. Dalle Vedove, dal quale ci si poteva aspettare molto di più e Dolso hanno deluso ogni aspettativa. Un'Alessandria frastornata quindi che non ha opposto resistenza, che non ha avuto reazioni di sorta, che non è quasi mai arrivata a tirare nella porta di Piccoli. Un gioco frammentarlo quello dei grigi, con una difesa squinternata e l'attacco troppo ammassato al centro del campo, incapace di sfruttare le fasce laterali. E la situazione non è migliorata neppure quando Castelletti, al 63', ha fatto entrare Franceschelll al posto di un abulico Dolso. Il ragazzo non è riuscito ad inserirsi In una manovra che non c'era e quindi neppure il tredicesimo uo mo ha modificato la situazione. Per contro l'Avellino, pur senza strafare, ha disputato una partita limpida, orchestrata da un ottimo centrocampo, nel quale è svettato Improta. II «barone di Postlllpo», pur senza molta costanza, ma aiutato da ragazzi abili e volonterosi come Fava, Ronchi e Ferrari, quando ha voluto ha fatto vedere il bello ed il cattivo tempo con alcuni spunti di grande classe. Anche sul piano tattico Gianmarinaro ha dimostrato di poter capire al volo le mosse giuste. Non è caduto nel tranello di Mazzia finto centravanti, spostando dopo pochi minuti lo stopper Facco su Dolso, togliendo il mediano Cappelletti dalla zona di Dalle Vedove per sostituirlo col terzino Lo Gozzo. Su questa inquadratura l'Avellino avrebbe potuto vivere tranquillan.ente, approfittando oltretutto di un palo di errori dei grigi che hanno determinato i gol. Gol che sono venuti a freddo — è vero — con la costante del secondo minuto sia nel primo tempo che nella ripresa, al quali però ci sarebbe stato spazio per rimediare se in campo ci fosse stata la vera Alessandria. La cronaca si può limitare agli episodi delle due segnature ed al rigore. Siamo al secondo minuto di gioco, Colombo dà una palla a Vanara poco oltre la propria area, Vanara si fa sorprendere e parte un contropiede che mette Barbiero In condizione di lottare testa a testa con due avversari come Fava e Ferrari. Nessuno recupera più è Fava lancia di piatto la sfera sui piedi del centravanti che a tre metri dalla porta di Pozzanl segna con la massima facilità. Il portiere non può nemmeno accennare ad un'uscita. Al 47' c'è UT* lacio di Cappelletti dalla destra, nessuno dei grigi si muove, testa di Ferrari che schiaccia il pallone per Ronchi, lesto a segnare con un bel tiro praticamente da dentro la porta. Sul 2 a 0, al 65, l'Avellino può usufruire anche di un penalty, causato da Colombo per un intervento in area su Ferrari, messo a terra senza troppi complimenti. I] pubblico chiede a gran voce che a tirarlo sia lo stesso centravanti e non il «rigorista» Improta. Ferrari non inganna sulla finta Pozzanl che sì butta dalla parte giusta e butta il tiro rasoterra in angolo. Una prodezza che non serve neppure a dare un po' di carica ai grigi. Brutta Befana quindi per l'Alessandria. Al termine Castelletti dice della squadra: «E' stata in assoluto la nostra più brutta partita. Un'esibizione da dimenticare». Cristiano Chiavegato Avellino: Piccoli; Lo Gozzo, Ripari; Cappelletti, Facco, Reali; Ronchi, Improta, Ferrari, Fava, Petrinl (Schillirò dal 79'). Alessandria: Pozzanl; Maldera, Di Brino; Vanara, Barbiero, Colombo; Manuell, Volpato, Mazzia, Dalle Vedove, Dolso (Franceschelll dal 63'). Arbitro: Turiano di Reggio Calabria. Reti: al 2' Ferrari; al 47' Ronchi.

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