Accordo Urss-Egitto su forniture di armi di Vittorio Zucconi

Accordo Urss-Egitto su forniture di armi Certi in Usa malgrado le smentite Accordo Urss-Egitto su forniture di armi Sadat riceverà soprattutto aerei e carri armati - Difficile compito di Kissinger per un avvicinamento tra II Cairo e Israele? (Dal nostro corrispondente) Washington, 5 gennaio. Mentre la Casa Bianca afferma che le minacce di Kissinger sulla possibilità di una guerra per il petrolio «riflettono anche il pensiero del Presidente», rendendole, in certa misura, ancor più inquietanti, fonti del Pentagono e del Dipartimento di Stato rivelano che l'Urss e l'Egitto si sarebbero accordati segretamente per una massiccia ripresa di rifornimenti militari. La notizia — pubblicata sulla «Washington Post» — precisa che i dettagli dell'accordo militare Breznev-Sadat non sono ancora noti, ma i sovietici avrebbero accettato di fornire agli egiziani aerei «Mig 23» e carri armati «T 62». cioè esattamente i modelli che l'Egitto cercava. L'accordo russo - egiziano è segreto e ufficialmente negato — aggiunge l'articolo della «Washington Post» —, ma gli ambienti del Dipartimento di Stato e del Pentagono che hanno informato il quotidiano della capitale non hanno dubbi sulla sua raggiunta conclusione. Esso sembra indicare che l'ottimismo manifestato da taluni dopo il rinvio del vertice Breznev - Sadat non è fondato e il rinvio stesso non significa certo che l'Egitto si sia ormai allineato definitivamente dietro Kissinger. Sembra piuttosto che Sadat voglia mantenere le promesse fatte al Segretario di Stato, di accettare cioè la tecnica dei negoziati bilaterali e del «passo alla volta» voluta dagli americani, tenendosi però aperta la via alla collaborazione anche con i sovietici. A ben vedere, infatti, il patto militare non contraddice veramente il rinvio del vertice: da parte egiziana, le due cose offrono insieme il vantaggio di poter giocare in gualche modo su due tavoli, per il momento, rinviando una eventuale scelta definitiva. Da parte russa si sarebbe ottenuto di riprendere rap¬ porti anche militari con l'Egitto, dopo la grave crisi rwsso-egiziana dal '71 ad oggi, senza però impegnarsi a fondo e quindi rischiare troppo il proprio prestigio. Non si dimentichi che, sotto gli auspici di Kissinger, trattative fra Egitto e Israele per un nuovo ritiro sul Sinai sono abbastanza avanzate e nelle prossime settimane verranno a Washington tallio il ministro degli Esteri israeliano, Allon, che probabilmente, il suo collega egiziano, Fahmy. «Che figura avrebbe fatto Breznev — scrive oggi la "Washington Post" — arrivando al Cairo mentre egiziani ed israeliani annunciavano magari un nuovo accordo patrocinato da Kissinger?». Molto più prudente attendere, dunque, dal punto di vista russo. Così, dopo il superficiale entusiasmo per il rinvio del summit russo ■ egiziano, gli osservatori americani più attenti cominciano a chiedersi se questo fatto non abbia in realtà aggravato la posizione del Segretario di Stato americano, mettendolo, ora più che mai, nella condizione di non poter sbagliare. Un suo fallimento nei prossimi cinque o sei mesi, nota ad esempio il «New York Times», darebbe a Sadat l'alibi per appoggiarsi definitivamente ai russi, senza fare la figura del «traditore» della parola data a Kissinger. Questa osservazione appare particolarmente fondata oggi, alla luce dell'accordo militare segreto russo ■ egiziano. L'imminente viaggio in America di Allon e il probabile (sono in corso contatti) arrivo del ministro egiziano Fahmy daranno l'occasione per verificare quante chances abbia Kissinger di rimet- tere in movimento la «macchina della pace» prima che il Medio Oriente sfugga an- cora una volta di mano e si muova verso > una guerra, Vittorio Zucconi