Polemica sulla Cisl (la dc minimizza) di Luca Giurato

Polemica sulla Cisl (la dc minimizza) L'accusa: gruppuscoli nel sindacato Polemica sulla Cisl (la dc minimizza) Il segretario aggiunto, Macario, aveva difeso la confederazione dagli attacchi del segretario democristiano milanese - Ieri mattina "Il Popolo" ha dedicato pochi capoversi all'argomento Roma, 5 gennaio. Il nuovo anno ha subito portato alla de un altro problema: quello di una nuova crisi, forse la più complessa e delicata, con la Cisl. Non è la prima volta che i rapporti tra il partito di maggioranza rela tiva e il «suo» sindacato sono caratterizzati dalla tensione; è forse la prima volta però che la de si trova di fronte al problema così «scoperta» e impreparata. E' una conferma di come il partito più forte, nonostante il «rilancio» politico avviato il mese scorso in Sardegna, continui ad essere preso in contropiede dai fatti e dai temi nuovi che emergono nella società italiana. Iniziatasi quasi in sordina, la polemica tra il segretario provinciale della de milanese, Frigerio, e la Cisl di Milano sulle infiltrazioni dei gruppuscoli, è diventata un fatto d'interesse nazionale: vi si sono inseriti, in modo diverso, quasi tutti i gruppi politici e sindacali. Con grande irruenza polemica, per esempio, il pdup; con grandissima prudenza il pei L'ultimo intervento è quello di Luigi Macario, democristiano, segretario generale aggiunto della Cisl, dopo essere stato, per molti anni, leader con Trentin e Benvenuto dei metalmeccanici. Macario difende la Cisl di Milano contro le critiche del segretario provinciale della de, ma il vero obiettivo, del resto esplicito, è un altro: la de, che non è riuscita a far sentire il suo peso e la sua presenza nelle realtà del paese e quindi anche nel sindacato. «La vicenda — afferma tra l'altro Macario —- fa venire in mente la favola esopìana del lupo e dell'agnello accusato d'intorbidire, stando a valle, l'acqua del ruscello al lupo che stava più alto. Questo è necessario dire chiaramente, tanto più che il "popolo" è sceso a dar man forte al professor Frigerio. Infatti se la milizia politica dei lavoratori nella de diventa, non da oggi, sempre più difficile, se la presenza della de fra le nuove generazioni sia studentesche, sia operaie diventa sempre, più rarefatta, se la contestazìonie antidemocristiana ha preso corpo in termini sconosciuti in passato, il problema è quello di sapere se è giusto prendersela con la Cisl o non piuttosto con la de stessa, se è la Cisl o non piuttosto la de a dover cambiare ». Dopo aver detto di non ritenere che <da contestazione e tanto meno i contestatori vadano presi a bastonate» ma che occorre «confrontarsi con essi», Macario conelude: vE'proprìo su quanto ci viene contestato che noi vorremmo invitare la de, tutta la de e non solo quella milanese, a riflettere e interrogarsi». La «riflessione» su un problema tanto delicato e grave e avvenuta, almeno per ora, i nel modo seguente: tentando di minimizzare l'avvenimento. Stamane II Popolo pubblica in una pagina interna una no tizia di soli quattro capoversi su'la Cisl. Dell'intervento di Macario, non registra neppure, un rigo; gli replica con un «corsivo» rimproverandogli di essersela presa «con questo giornale, perché ha dato man forte al segretario provinciale della de di Milano che ha de nunciato la presenza di elementi extraparlamentari ai vertici della Cisl milanese». Subito dopo, il corsivista polemizza su una presunta «passione missionaria» di Macario nei confronti degli extraparlamentari. Nient'altro, in un ml(mdCSmmlthcfrnzvlnnsm momento politico come quello che stiamo attraversando (il dialogo con i sindacati è il motivo dominante), con sindacalisti democristiani della Cisl che pronunciano (La Stampa di stamane) frasi come questa: «Oggi essere democristiani in fabbrica è mollo difficile: la de si è svigorita, è al centro di tutte le polemiche». E' una situazione che non ha bisogno di commenti. Una cosa va detta, e con estrema franchezza, anche se certi paragoni non piacciono al cronista, che in questa circostanza, però, si trova a registrare fatti, e di notevole rilievo. Sul rapporto tra « i comunisti e il sindacato », il settimanale ufficiale del pei, « Rinascita », ha dedicato un ampio e spregiudicato dibattito. Vi sono intervenuti (non senza contraddizioni, non senza visioni di parte) numerosi leaders politici e sindacali (Lama, Di Giulio, Chiaromonte. Scheda) oltre che un gran numero di esperti (D'Agostini, Reichlin). Comunque lo si voglia giudicare, colpisce l'anticipo con cui il pei si è mosso e l'impegno profuso. Ma, per la de, il problema non è solo questo. Non è un caso che il «pdup», la nuova formazione politica nata nel luglio scorso dalla fusione tra « il Manifesto » e gli ex psiuppini, abbia trovato il suo spazio maggiore, a livello di vertici e di base sindacale, proprio nella Cisl. L'inserimento e un'azione precisa all'interno dei sindacati erano uno degli obiettivi che il nuovo partito si era posto al momento della sua costituzione: . « Dobbiamo inserirci, con una lotta di massa, 7iellc divisioni e negli scontri che ci sono nelle confederazioni sindacali » disse Lucio Magri nel suo discorso di chiusura. Sia pure nei limiti del movimento, l'obiettivo è stato almeno in parte raggiunto, tanto che lo stesso Magri, nell'articolo di fine d'anno, illustrando i programmi del « pdup » per i«l '75, passa ad altre priorità: « Innanzitutto concentrare ogni energia nella lotta per l'occupazione », in vista di una « alternativa » che, a suo giudizio, « può essere costruita ». Luca Giurato

Luoghi citati: Milano, Roma, Sardegna