L'anno della donna è già cominciato

L'anno della donna è già cominciato In giugno a Bogotà la conferenza internazionale organizzata dalle Nazioni Unite L'anno della donna è già cominciato L'Onu vuole verificare la condizione femminile oggi - Diffidenti le femministe: "Sarà una celebrazione" - Problemi del lavoro Il 1975 è l'«Anno della donna». Lo ha deciso l'Onu che sta organizzando per giugno una Conferenza internazionale, a Bogotà, sul tema «Uguaglianza, sviluppo, pace». Non è la prima volta che le Nazioni Unite si «accorgono» del problema femminile: già nel '47, infatti, si costituì una «Commissione sulla condizione della donna». Si tratta ora, secondo quanti sostengono la necessità d'affrontare il problema, di verificare che cosa sia mutato in questi 28 anni sul piano politico c giuridico, economico, sociale e culturale. Alla Conferenza sono invilati tutti gli Stati membri e anche in Italia si è costituito un comitato, presieduto dall'onorevole Tina Anselmi (de). Vi partecipano donne impegnate in politica e. nel sindacato, aderemi a organizzazioni culturali e professionali. Da due mesi ormai il «problema-donna» viene studiato, soprattutto nei suoi aspetti più drammatici e contraddittori. Non ultimi, la disoccupazione e la sottoccupazione, che sono acuite dall'avversa congiuntura economica, la carenza delle strutture assistenziali e scolastiche che rende in pratica lettera morta un concetto di uguaglianza costituzionalmente conquistato. «Qualcuno si chiede — dice l'onorevole Anselmi — se il promuovere un convegno sulla donna abbia effettiva utilità. A mìo giudizio esistono almeno 3 buone ragioni per aderire. Innanzi tutto, occorre tener pre¬ sente che gli Stati membri presentano situazioni socio-culturali estremamente difformi. E dunque l'incontro dei delegati e le discussioni ette ne seguiranno possono costituire un'utile occasione di confronto. Si tratta poi di verificare sino a che punto le conquiste norma- Uve sono diventate conquiste di fatto. Inevitabilmente, l'Assemblea dovrà prendere atto del fatto che, al di là delle posizioni di principio, in molti Paesi — no» escluso il nostro — la parità non è raggiunta. Dal confronto delle posizioni si potranno trarre anche "idee" per rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono alla parità. C'è infine da tener conto che la tribuna dell'Orni non è solo declamatoria: è una sede in cui si formulano convenzioni, documenti, protocolli che vengono poi inviati ai governi. Le "raccomandazioni" diventano operanti sul piano operativo». Le donne non sono tutte così ottimiste. Le più «arrabbiate» sono le aderenti ai movimenti femministi. « Abbiamo inviato — dice Adele Cambria, direttrice del mensile Effe — una lunga lettera a Waldheim, esprimendo i motivi della nostra protesta. Due, principalmente, le ragioni. La prima: un "Convegno sulla donna" ribadisce un concetto di apartheid. La seconda: l'argomento femminile non potrà in quella sede essere trattato che come questione marginale e in tuia visione riformista. Per questo ab¬ biamo invitato l'Onu a promuovere per il 76 /' "Anno internazionale del cane". O del gatto, a scelta». «L'iniziativa delle Nazioni Unite ci sembra una presa in giro — dice Francesca Capuccio, romana, del Movimento di liberazione della donna —. Il fatto è che la questione femminile è "esplosa", è sentita a tutti i livelli e non se ne può ignorare la portata. La manovra, che ci pare essere celata sotto questa "celebrazione" è la neutralizzazione: "Parliamo di voi a patto che stiate zitte". Si dice che questo "Anno" ci consentirà una maggiore pubblicizzazione. La pubblicizzazione è stata operata, caso mai, da tempo, dai movimenti femministi. Non solo: il "problema-donna" non è un prodotto. E' una realtà che ciascuna vive più o meno drammaticamente ogni giorno». Polemiche a parte, l'Italia si affaccia al «1975, anno della donna» con una serie di problemi irrisolti. Primo fra lutti, quello del lavoro. L'indipendenza sociale e culturale comincia, è ovvio, da quella economica. La percentuale delle donne che lavorano, in Italia, è quasi irrisomi e in genere si tratta di sottoccupazione. Questa percentuale rischia oggi di decrescere ancora, in coincidenza con la difficile situazione economica. «L'avversa congiuntura — dice Aride Rossi, segretario confederale Eleonora Bertolotto (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Adele Cambria, Anselmi, Aride Rossi, Eleonora Bertolotto, Francesca Capuccio, Tina Anselmi, Waldheim

Luoghi citati: Bogotà, Italia