Riforma sanitaria Si dividono i fondi di Marco Tosatti
Riforma sanitaria Si dividono i fondi Quanto spetterà a ciascuna Regione? Riforma sanitaria Si dividono i fondi La ripartizione sarà stabilita giovedì dal Cip: poi si pronuncerà il Consiglio dei ministri - Previsto a breve scadenza un aumento delle tariffe postali; si parla anche di un possibile rincaro delle tariffe telefoniche - Mercoledì prossimo si riaprirà la Camera Roma, 5 gennaio. Le vacanze natalizie dei politici sono quasi terminate; in questa settimana governo e Camere riprenderanno in pieno la loro attività. I problemi che attendono una soluzione sono numerosi: ai temi di carattere economico, di interesse preminente in questo momento, si aggiungono quelli di natura politica, sui quali i partiti della coalizione di maggioranza assumono talvolta posizioni contrastanti, non prive di accenti polemici. Uno dei primi appuntamenti per il governo, a parte quello con i sindacati, è costituito dalla riforma sanitaria. Dal primo gennaio l'assistenza ospedaliera è passata alle Regioni, e la situazione si presenta ovunque piuttosto critica. Mercoledì prossimo, la commissione consultiva interregionale esprimerà il proprio parere sulla proposta avanzata dal ministro della Sanità sul sistema di distribuzione dei fondi necessari a far funzionare gli ospedali. Giovedì si riunirà il Cipe, per stabilire come dovranno essere ripartiti i fondi fra le diverse regioni, e nei giorni seguenti il Consiglio dei ministri dovrà decidere in merito a questa ripartizione. Sono previsti, da parte del governo, altri provvedimenti, a breve scadenza: un aumento delle tariffe postali, decisioni sul grave problema della criminalità e dell'ordine pubblico, mentre si parla di un rincaro delle tariffe telefoniche. Inoltre proseguirà l'azione in campo economico, iniziatasi alla vigilia delle feste con la riduzione del tasso di sconto e con gli aiuti alle esportazioni ed all'edilizia. Moro ha indicato nell'edilizia, nell'agricoltura e nel settore energetico i tre punti verso i quali è opportuno concentrare gli sforzi, ed è in questa direzione che si muoverà l'esecutivo. Alla Camera i lavori si riapriranno mercoledì 8, nel pomeriggio: sono all'ordine del giorno alcune interrogazioni e l'esame della richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dalla magistratura nei confronti di due deputati missini, Servello e Petronio, in relazione ai disordini provocati dai fascisti due anni fa nel centro di Milano, e durante i quali morì l'agente di pubblica sicurezza Marino. I deputati successivamente si occuperanno della conversione in legge del decreto di riforma della Rai-Tv, al quale le commissioni interni e trasporti hanno apportato alcune modifiche. Il decreto deve essere approvato dai due rami del Parlamento entro sessanta giorni dalla promulgazione sulla Gazzetta Ufficiale, cioè entro il 29 gennaio, in caso contrario si dovrà considerare decaduto. II Senato riprenderà i lavori giovedì, mentre le commissioni sono convocate per mercoledì 8. La « giustizia » tratterà in via preliminare l'esame del disegno di legge per la riforma del diritto di famiglia; nella settimana che viene sono previste cinque sedute della commissione su questo argomento, che dovrebbe essere discusso in assemblea alla fine di gennaio. Oltre all'attività del governo e delle Camere, l'attenzione dei politici è accentrata sul prossimo consiglio nazionale della de, che dovrebbe svolgersi dopo la metà del mese, e nel quale, secondo Fanfani, dovrebbe riprendere « il discorso autocritico ed aggiornativo » aperto nell'estate scorsa. « In quel momento — aveva detto alla riunione del consiglio de del 20 dicembre — torneremo sul tema delle relazioni della de con le forse democratiche sinora alleate¬ sdnumzdrpssfeddstcrMedzMt si con essa, e con le forse dell'opposizione ». «Nel prossimo consiglio nazionale — ha dichiarato in un'intervista che uscirà domani l'ori. Manca, della direzione del psi — ciò che la de deve soprattutto dare è una risposta senza ambiguità ai problemi di prospettiva po- sti dal psi. Il nodo resta il \ superamento della centralità | fanfaniana, con tutto ciò che essa significa di non scelta e di mantenimento di un'area di domìnio e di potere fine a se stessi. La de non può continuare a essere tutto ed il contrario dì tutto». Un chiarimento è necessa- rio, anche perché, secondo |Manca, non sono pochi gli ielementi di preoccupazione, di malessere e di scontentez- za che pesano sul governo Moro, «a partire dal recupe-1ro in extremis della centrali- !tà democristiana attraverso I il bicolore, alla struttura del governo, all'atteggiamento tenuto nei confronti dei sindacati, alle vicende che riguardano le inchieste sulle trame nere». Questi aspetti negativi non devono però essere accentuati, per non indebolire un governo già fragile — sostiene V parlamentare del psi — co me non bisogna «né soprav- valutare, né sottovalutare l'intesa di Venezia», cioè l'a.~ cordo fra de, psdi, psi e pei, che ha provocato, la vigilia di Natale, dure reazioni da parte della segreteria nazionale de. «Quello degli enti locali e della direzione poli- tica nazionale — ha concluso Manca — sono due problemi distinti, anche se fanno par te di un quadro complessivo, del modo in cui si può gesti re il Paese per uscire dalla crisi ». Marco Tosatti
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