Nella villa di uh mafioso la cella per i sequestrati
Nella villa di uh mafioso la cella per i sequestrati Scoperta a Trezzano sul Naviglio Nella villa di uh mafioso la cella per i sequestrati Proprietario è un evaso dal carcere di Novara - Un cunicolo porta alla stanza sotterranea - Fu nascosto il piccolo Alemagna? (Dal nostro corrispondente) Milano, 27 febbraio. Una cella, nella quale possono essere state tenute prigioniere almeno due persone vittime di recenti rapimenti, è stata scoperta in questi giorni nel giardino della villa che sorge in via Donizetti a Trezzano sul Naviglio, grosso paese a una trentina di chilometri da Milano: ne è proprietario il pregiudicato e presunto mafioso Giuseppe Ciulla di 35 anni, evaso circa un anno fa dal carcere di Novara dove era in attesa di giudizio per rapina. Un'altra cella, tuttora in costruzione è stata scoperta in una villa di fronte a quella del Ciulla, di proprietà di Giuseppe Ugone di 56 anni, a sua volta implicato nei sequestri dell'industriale vigevanese Pietro Tortelli junior e del conte torinese Luigi Rossi di Montelera. A questa scoperta si è giunti al termine di meticolose indagini condotte sull'attività di un gruppo di meridionali legati a Luciano Liggio: si è appurato che tutti erano cointeressati in grossi affari immobiliari, trattati da una società intestata a Francesca Buscemi, moglie di Gaetano Quartararo, e cognata di Antonio Quartararo, quest'ultimo pure implicato nell'anonima sequestri. Il giudice istruttore dottor Giuliano Turone ha voluto «spulciare» tutta l'attività dell'Immobiliare ed ha scoperto che il Ciulla e llJgone avevano pagato circa 100 milioni le loro ville anche se non hanno mal svolto un'attività continuativa. Il magistrato ha ordinato un'attenta perquisizione nelle due ville e il risultato è stato definito della «massima importanza». Nel giardino della villa del Ciulla, i carabinieri e i militi della guardia di finanza hanno infatti trovato un filo di luce elettrica che spuntava dal terreno e un grosso tubo infisso nel terreno. E' subito sorto il dubbio che il filo servisse per portare l'illuminazione in qualche posto e che il tubo non fosse altro che un aeratore. Scavando il terreno, gli inquirenti hanno trovato ad un metro di profondità una grossa soletta di cemento armato che doveva evidentemente delimitare una specie di stanza della qualeperò non si riusciva a trovare l'ingresso. L'accesso si è scoperto cercando nello scantinato della villa: un cunicolo di circa un metro di diametro collegato con la lavanderia della costruzione: l'ingresso era abilmente mascherato da una finta parete mobile davanti alla quale era sistemata una doccia con l'attacco delle rubinetterie. Raggiunto l'interno della cella i carabinieri hanno trovato delle brandine, un tavolò e alcune sedie. «Almeno due persone — ha detto oggi il dottor Turone — sono rimaste prigioniere in quel posto: non sappiamo ancora chi, ma speriamo di poterlo accertare. Chiederemo, infatti, a tutte le persone che sono state sequestrate se ricordano di aver dovuto percorrere in ginocchio un cunicolo». Il magistrato non ha voluto dire altro, ma dal momento che è stato escluso che nella cella sia stato rinchiuso Luigi Rossi di Montelera e Pietro Torielli junior — entrambi tenuti prigionieri nella cascina Taormina di Calvenzano nei pressi di Tre viglio (Bergamo) — si è subito pensato all'industriale Marcello Botta di Milano rapito il 2 maggio 1974 e rilasciato 17 giorni dopo dietro pagamento di un riscatto di 500 milioni e al commerciante Emilio Baroni di Lodi, rapito il primo marzo dello scorso anno e liberato dopo 12 giorni non appena pagati gli 800 milioni richiesti. Dal momento, però, che alla conferenza stampa era presente anche il sostituto procuratore della Repubblica Caizzi, che si occupa del sequestro del piccolo Daniele Alemagna, si è fatta l'ipotesi che la cella possa aver ospitato il figlio dell'industriale dolciario. Nei prossimi giorni i magistrati compiranno altri sopralluoghi ed interrogheranno tutti i mafiosi che hanno gravitato attorno al Ciulla e ai due fratelli Salvatore e Giuseppe Ugone ritenuti uomini di fiducia del boss di Corleone Luciano Liggio. g. m.
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