l brigatisti noti sono 16: eccoli

l brigatisti noti sono 16: eccoli ^econc*° Sii inquirenti, sarebbero in tutto un centinaio l bititi ti 16 li l brigatisti noti sono 16: eccoli Milano, 27 febbraio. Tutto II gruppo dell'Antiterrorismo dell'alta Italia è alla caccia dei brigatisti rossi che ieri sera hanno fatto irruzione nella sede dell'Idi (Istituto dirigenti industriali) di via Chiaravalle 2. Dalle testimonianze raccolte pare sia emerso che il commando, capeggiato da una donna, sarebbe formato almeno da un paio di nuovi elementi, evidentemente reclutati di recente. Il maggiore e più noto esponente delle Brigate è RENATO CURCIO, 33 anni, che ha studiato sociologia all'università di Trento. Si attribuisce a lui la creazione, a Milano sin dal 1969, dell'organizzazione terroristica che ha successivamente tanto fatto parlare di sé. Renato Curdo, accusato fra l'altro del sequestro del magistrato genovese Mario Sossi, era stato arrestato i'8 settembre dello scorso anno a Pinerolo, su indicazione di padre Girotte alias «Fratello Mitra». E' stato clamorosamente liberato dal carcere di Casale Monferrato da un commando di brigatisti rossi (anche in questo caso capeggiati da una donna bionda) il 18 febbraio scorso. Secondo gli Inquirenti, le Brigate rosse sarebbero formate da non più di un centinaio di persone, delle quali soltanto 15, oltre al Curcio, sono state finora identificate. Apre l'elenco ALBERTO FRANCESCHINI, arrestato a Pinerolo insieme con Curcio l'8 settembre scorso. Nell'ottobre del 1972 era stato colpito da ordine di cattura per alcune rapine in banca in Emilia. Altro brigatista identificato è PAOLO MAURIZIO FERRARI, arrestato dai carabinieri a Firenze il 27 maggio dello scorso anno, all'indomani della liberazione del giudice Sossi. Era già stato arrestato nel maggio 1972 e scarcerato pochi giorni dopo. Oltre che nel sequestro Sossi, è implicato in quelli del sindacalista della Cisnal Bruno Labate e del cavalier Amerio. Nel suo appartamento di Torino i carabinieri trovarono abbondante materiale terroristico. Nell'elenco figura anche MARGHERITA CAGOL, moglie di Renato Curcio: il suo nome appare in molte delle imprese compiute dal marito. Colpita da mandato di cattura, vive nella clandestinità. (In un primo tempo, si era parlato di lei come della donna del commando che diede l'assalto al carcere di Casale). Seguono poi: HEIDI RUTH PEUSCH, cittadina tedesca, arrestata per costituzione di bande armate e rimessa in libertà dopo pochi giorni (anche di lei si è parlato come della «donna di Casale»). PIETRO MORLACCHI, marito della Peusch, è stato arrestato a Bellinzona il 14 febbraio. Colpito da ordina' di cattura nel 1972 si era reso irreperibili, dopo II duplice omicidio nella sede del msi di Padova. MARIO MORELLI, colpito da mandato di cattura nel maggio 1972 per partecipazione a bande armate. GIACOMO CATTANEO, arrestato nel maggio 1972 per avara dato ospitalità alla Peusch. Messo in libertà provvisoria, fu di nuovo arrestato per il sequestro Macchiarmi, in quanto in uno dei covi delle Brigate rosse fu trovata una foto che lo ritraeva mentre puntava una pistola alla tempia del dirigente. Nel giugno 1973 riottenne la libertà dal giudice istruttore Ciro De Vincenzo, per decorrenza dei termini. GIORGIO SEMERIA, arrestato il 2 maggio 1972 per costituzione di bande armate. Sotto il falso nome di Luigi Russo aveva preso in affitto tre appartamenti a Milano, in via Boiardo, via Muratori e via Polizza da Volpedo, adibiti a basi delle Brigate rosse. Il 21 marzo 1973 fu scarcerato dal giudice De Vincenzo. E' ricercato perché coinvolto nei sequestri Amerlo e Sossi. ALFREDO BUONAVITA, colpito da due ordini di cattura emessi dalle procure della Repubblica di Milano e di Torino, per formazione di bande armate e per il sequestro Amerio. Prima della liberazione di Curcio, era stato Indicato come il suo successore alla guida delle Brigate rosse. GLORIA PESCAROLO, arre¬ stata nel maggio 1972 per l'aggressione al segretario del msi di Cesano Boscone, Di Mino, fu rimessa in libertà nel giugno dello stesso anno. MARCO PISETTA, arrestato davanti al covo milanese di via Boiardo, il giorno in cui vi irruppe la polizia. E' l'autore di un polemico memoriale sulla organizzazione, che rimane finora il documento più completo ed esauriente sulle Brigate rosse. I suoi ex compagni di fede lo accusano di essere un confidente del Sid. ENRICO LEVATI, medico torinese, sorpreso e arrestato il 13 maggio 1972 in un covo delle Brigate rosse in via Ferrante Aporti, insieme con tre' ragazze: Carmen Cerimi, Angela Boiazzi e Claudia Bel [atosta (nella retata cadde anche Maurizio Ferrari). GIAMBATTISTA LAZAGNA, arrestato una prima volta nel '72, nell'ambito dell'inchiesta Feltrinelli, fu raggiunto in carcere da un ordine di cattura emesso dal giudice Sossi contro di lui e contro il nipote di Togliatti, Vittorio, Marisa Calimodiò e l'architetto Aristo Ciruzzi. La prima detenzione durò solo 5 giorni. Era molto legato a Feltrinelli e il suo nome compare nel¬ l'acquisto del furgoncino usato dall'editore per l'attentato di Segrate nel quale perse la vita. Lazagna è stato arrestato nuovamente il 9 ottobre scorso, insieme col medico Levati, su indicazione di «Fratello Mitra». Nel covo di Mediglia, dove trovò la morte il maresciallo Maritano, sarebbero emersi elementi che collegano I brigatisti milanesi da una parte a Curcio e a Francescani, e dall'altra, proprio a Lazagna. UMBERTO FERIOLI, arrestato a Milano l'11 maggio 1972 per costituzione di bande armate e detenzione di armi da guerra, fu rimesso in libertà il 7 ottobre dello stesso anno dal giudice De Vincenzo. Nella scrivania del suo ufficio, alla Sit-Siemens, furono trovati disegni di armi e fotografie di appartenenti alle Brigate rosse. Un suo furgone era servito per trasportare nel covo di via Boiardo materiale e mobili. Infine, MARIA LUISA BRIOSCHI, arrestata insieme col Fenoli perché trovata nell'officina di via Adda, io cui si fabbricavano e modificavano armi per le Brigate. E' stata rimessa in libertà il 7 ottobre 1972. g. m.