Tre truffatori promettono la casa incassano l'anticipo e spariscono
Tre truffatori promettono la casa incassano l'anticipo e spariscono Vana la caccia di polizia, carabinieri, magistratura Tre truffatori promettono la casa incassano l'anticipo e spariscono Due sono stati condannati in contumacia - Inafferrabili, spillano quattrini a casalinghe, pensionati, giovani sposi - In assise: pena ridotta ai rapinatori dello "Snia" Quaranta persone, per lo più donne e casalinghe, hanno affollato ieri mattina l'aula D della pretura nella speranza di rivedere in faccia, seduti tra i carabinieri, gli uomini che le avevano truffate: Antonio Pinizio e Domenico Nuriottl, individui noti alla giustizia che da parecchi anni riescono a raggirare una quantità di gente. Colpiti ambedue da mandati di cattura, risultano inafferrabili. A loro, di recente, si è aggiunto come terzo tale Francesco Ferrara, di 53 anni, senza fissa dimora, cui la polizia sta dando la caccia. Ciò che rende più preoccupanti le truffe, è il fatto che le vittime di questi «fantomas» in sedicesimo sono, nella maggior parte, mogli di operai o pensionati, per 1 quali 50 o 100 mila lire rappresentano spesso il risparmio di mesi, se non di anni. Cominciamo dal Finizio, 33 anni, nativo di Pompei, già residen. te a Settimo in via della Consolata 8. E' stato dipendente, per alcuni anni, di aziende.di elettrodomestici, e ne è sempre stato licenziato. Adesso, servendosi degli indirizzi dei clienti, si presenta negli alloggi qualificandosi come rappresentante della ditta, e fa quasi sempre lo stesso discorso: «So che lei ha acquistato da poco un apparecchio televisivo. Ebbene, devo comunicarle che la mia ditta ne ha costruito uno slmile, a colori, ed è disposta a venderglielo, prendendo indietro quello, che lei ha già, per la sola differenza di 50 b 60 mila lire». Molti hanno abboccato: c'è chi ha versato 50, chi 100 mila lire, chi addirittura ha restituito l'apparecchio sperando di vedersi re capitare, al più presto, quello a colori. Ma 11 Finizio non si è più fatto vedere, e al truffato non è rimasto che andare a denunciarlo Ieri mattina il pretore Acordon l'ha condannato, in contumacia, a 1 anno e 2 mesi. Le sue vittime, accertate, erano trenta. Domenico Nurlotti, 35 anni, di Castellamonte, residente in via Palestrina 25 fino a qualche tempo fa, usa un altro sistema, non meno Ingegnoso. Prende nota degli annunci economici che compaiono sui quotidiani sotto la voce «cerco alloggio», si presenta all'Interessato spacciandosi per agente immobiliare o amministratore di qualche condominio. Porta con sé la piantina dello stabile e con una scusa evita di accompagnare i futuri inquilini nella nuova casa, addueendo ragioni che variano di volta in volta Discute dei vani di abitazione, fa firmare una specie di contratto provvisorio dietro versamento di una cauzione (50 o 100 mila lire). Poi scompare. Il pretore Acordon gli ha inflitto, sempre per truffa, 6 mesi e 15 giorni di carcere. Ma quando li sconterà? Di Francesco Ferrara si occupa invece il pretore Briguglio. Il magistrato ritiene che egli sia il falso ispettore dell'Istituto autonomo case popolari che negli ultimi mesi ha truffato parecchie persone promettendo alloggi. L'uomo chiede un anticipo di 150 mila lire (ma si accontenta anche di somme inferiori) per le spese di registrazione e del contratto. «L'alloggio l'avrete domani — dice — andate in corso Dante 14 a ritirare lu chiave». Rilascia anche delle ricevute fasulle per rendere più credibile la sua «attività». In genere le sue vittime sono giovani sposi ai quali non par vero di venire in possesso di un alloggio con tanta facilità. Polizia e carabinieri e magistratura fanno quello che possono per mettere le mani sui tre truffatori. Il buon senso ammonisce: «Non fidatevi, per nessuna ragione, di chi si presenta in casa con proposte del genere». * Una modesta riduzione di j pena, da nove a sette anni, ma sostanzialmente una riconferma della precedente sentenza: questo 11 parere dei giudici della Corte d'assise d'appello (presidente Germano) che ieri ha condannato Luciano Granzotto, 32 anni e Delio Tundo, 38 anni, riconosciuti come gli autori della rapina compiuta il 24 ottobre del 1970, al magazzino Sma di corso Francia, angolo corso Bernardino Telesio. Il gerente del magazzino Sma, Giuseppe Ghendi, gli Impiegati Gian Franco Favero, Renzo Terzuolo e la cassiera Vincenza Giannone, non hanno riconosciuto con certezza nel Granzotto e nel Tundo due dei quattro banditi che quel giorno irruppero negli uffici mentre si chiudevano i conti. Tredici milioni finirono in due capaci borse di plastica che I rapinatori. avevano con sé. Ma è stata sufficiente un'Impronta «dimenticata» sulla « Giulia » usata per fare il colpo a tradire 1 due giovani. La cassiera aveva rilevato 11 numero di targa. La macchina risultò rubata un mese prima a Biella. Circolava con la targa sottratta ad un'altra vettura. L'impronta sospetta sul deflettore appartiene, secondo i periti d'ufficio, al Granzotto. Gli avvocati difensori Auberti.' Longhetto, Sardo e Albanése avevano chiesto l'assoluzione per insufficienza di prove. Il supermercato si era costituito parte civile con l'aw. Chiusano. a o Luciano Granzotto: deve scontare 7 anni per una rapina
Luoghi citati: Biella, Castellamonte, Pompei
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