Nessuna speranza per la fidanzata dell'agente ucciso: un'altra vittima

Nessuna speranza per la fidanzata dell'agente ucciso: un'altra vittima E' in coma nella camera di rianimazione a Barletta , Nessuna speranza per la fidanzata dell'agente ucciso: un'altra vittima Clara Calabresi non ha rètto al dolore di avere visto uccidere l'uomo che doveva sposare e si è gettata dalla finestra - E' in condizioni disperate -1 medici: "Solo un miracolo può salvarla" i l e o i i i a e (Dal nostro inviato .speciale) Barletta, 27 febbraio. « Clara, sangue mio, vieni dalla tua mamma? ». La donna grida disperata' davanti alla camera di rianimazione dell'ospedale, attorno a lei ci sono decine di occhi arrossati, qualcuno scoppia in un pianto dirotto. « Clara, anima mia, vieni! » contìnua ad implorare la madre con voce piena di angoscia. Un medico in camice bianco si affaccia sulla porta, scuote la testa: Clara Calabresi sta morendo, la sua vita è appesa a un sottilissimo filo, soltanto un miracolo potrebbe salvarla. Un dramma nel dramma. Clara Calabresi, vent'anni, era la fidanzata di Giuseppe Marchisella, l'agente di polizia assassinato venerdì scorso in un ufficio postale romano. Dovevano sposarsi in questi giorni. Giuseppe Marchisella, invece, è caduto sotto i colpi di pistola sparati da tre rapinatori; Clara Calabresi, che lo aspettava in un vicino portone, ha visto l'agghiacciante sequenza, ha raccolto l'ultimo respiro del fidanzato. Da quel momento la giovane, resa vedova ancor prima di essere moglie, ha vissuto giorni di incubo, alternando momenti di lucidità ad altri di delirante disperazione. A Roma ha cercato per due volte, senza riuscirvi di darsi la morte. Clara Calabresi ha due fratelli, Cosimo, 26 anni e Tonino, 17 anni. II primo, sposato, vive con la propria famiglia, lei e l'utimogenito abitano con i genitori al quarto piano di un palazzone che sorge alla periferia di Barletta, il numero 58 di via Luigi Di Conzo.. Il padre è operaio, come lo è Clara che lavora in una cartiera di questo piccolo centro della costa pugliese; Tonino, invece, frequenta le scuole medie. Una famiglia unita nella quale la ragazza è cresciuta tranquilla. Una bella ragazza: un casco di capelli neri, un viso dolce, illuminato da grandi occhi scuri. Due estati fa, a passeggio con un'amica, incontra un giovanotto che le sorride e le rivolge qualche complimento. Si chiama Giuseppe Marchisella, è disoccupato, anche lui abita con i genitori e tre fratelli. Passano i mesi, Giuseppe si arruola nella polizia, è trasferito a Roma. Ormai le sue visite a Barletta sono soltanto domenicali, ma il legame che unisce i due. giovani è saldo: sempre più innamorati, si scambiano gli anelli di fidanzamento, progettano il loro avvenire. Giuseppe, però, non può sposare Clara da un giorno all'altro come vorrebbe; il regolamento non lo consente: bisogna avere ventisei anni e lui li compirà soltanto il 1 Oaprile del '75. Un sogno distrutto. « Ha ,1 tanto sofferto, povera Clara », dice col groppo in gola Cosimo Calabresi rivedendo, attraverso gli occhi chiusi, la dolente immagine della sorella ai funerali di Giuseppe: stravolta, singhiozzante, abbracciata al feretro; e le parole che ha ripetuto per ore e ore: « Amore mio ». Poi, il mesto ritorno a Barletta, l'av¬ vertimento dell'ufficiale medico che per tre giorni è stato accanto alla giovane: « Non perdetela mai di vista ». In via Luigi Di Conzo 58, la famiglia Calabresi occupa un appartamento di cinque stanze più i servizi: un dignitóso alloggio arredato con tutto il necessario. Al suo rientro, ieri sera, parenti, amici e vicini di casa offrono il loro conforto. Alle sette é mezzo la giovane si alza dalla sedia sulla quale è rimasta seduta per più di un'ora senza aprire bocca, dice che va a letto, chiede un pigiama. Ha il viso teso, i capelli arruffati, gli occhi lucidi. C'è li una vicina di casa che è anche infermiera. Lucia Di Giovinazzo: si alza anche lei e va dietro a Clara. Il fratello Cosimo e sua moglie stanno parlando a bassa voce con un amico. Improvvisamente, un urlo. E' dell'infermiera: Clara, infilata la porta del bagno, s'è gettata dalla finestra. Senza un grido il corpo piomba su un terrazzino del primo piano e di qui rimbalza sull'asfalto della strada. Cosimo Calabresi e l'amico scendono a precipizio le scale, sollevano quello che è adesso un fagotto, corrono con una macchina all'ospedale. Ci vorrebbe un intervento chirurgico, ma le condizioni della sventurata giovane non lo consentono. Filiberto Dani Clara Calabresi, fidanzata dell'agente ucciso a Roma

Luoghi citati: Barletta, Roma