Ancora attacchi all'Egam per I'«operazione Fassio»

Ancora attacchi all'Egam per I'«operazione Fassio» UEspreSSO Svista Andreotti e Colombo Ancora attacchi all'Egam per I'«operazione Fassio» Il ministro del Bilancio sostiene che il presidente dell'Ente dovrebbe dimettersi se l'affare risulterà sbagliato ■ Il ministro del Tesoro ha detto che verserà i denari del fondo quando sarà chiarita la vicenda Roma, 26 febbraio. «Credo che il governo dovrebbe irvitarlo a dimettersi»; cosi si è espresso il ministro del Bilancio, Andreotti, rispondendo a un'ipotesi che il settimanale L'Espresso gli ha formulato in relazione al caso Einaudi. Il settimanale ha chiesto ad Andreotti che cosa pensi dell'acquisto d'una compartecipazione nella società di navigazione genovese «Villain e Fassio» da p-.-te dell'Egam, Andreotti ha risposto che sul caso «ho chiesto un rapporto molto dettagliato e non desidero pronunciare nessun giudizio fino a quando non avrò sicura conoscenza dei fatti». Ma — insiste il settimanale — facciamo l'ipotesi che il presidente dell'Egam abbia fatto un'operazione sballata e senza neppure essere munito delle necessarie autorizzazioni: in tal caso? «In tal caso — risponde il ministro — credo che il governo dovrebbe invitarlo a dimettersi. Se vogliamo riportare ordine nello Stato e negli enti che ne dipendono non possiamo certo ammettere che un ente decide di testa propria coi soldi del pubblico». Sul caso viene interrogato nuovamente anche il ministro del Tesoro. Già La Stampa aveva scritto a fine gennaio che Colombo, dopo aver sbloccato tutti i versamenti di legge dello Stato agli enti di gestione di imprese pubbliche, aveva invece mantenuto vincolato quello per l'Egam. Dopo l'espio, sione del caso Egam-Fassio, anche Colombo è entrato nella polemica. Ora, dopo le proteste del ministro delle Partecipazioni Statali, che rivendica a sé il diritto di controllare gli enti di Stato e il modo in cui amministrano i fondi pubblici, il settimanale pone a Colombo la domanda: «Ha intenzione di rimangiarsi la decisione e pagare?». Risponde di ministro del Tesoro: «E' molto semplice. Il fondo dì dotazione viene versato dal Tesoro in base a una legge votata dal Parlamento il quale a sua vol¬ to ha vincolalo l'ente a una politica Il Tesoro per versare i denari all'Egam deve indebitarsi sul mercato. Sarebbe ben strano che il Tesoro accenda debiti per finanziare una politica diversa o addirittura contraria a quella indicata dal governo e dal Parlamento. Fino a quando questo punto non sarà chiarito, l'Egam non riceverà una lira dal Tesoro». Colombo rivendica quindi il dovere di fare il tesoriere di Stato «a occhi aperti»: è chiaro che sull'argomento sta per svilupparsi una polemica politica. Sempre nell'intervista al settimanale L'Espresso, il ministro Andreotti annuncia che è pronta l'ennesima soluzione del caso Montedison. Si formerà un nuovo sindacato di controllo (cioè un gruppo di azionisti di maggioran¬ za relativa che indica il presidente da nominarsi in assemblea), dal quale usciranno tanto l'Imi, che ha avuto l'arbitrato dell'attuale «sindacato», quanto le società fiduciarie Nicofico ed Euramerica. Altri giornali — dopo II manifesto — si son visti recapitare documenti bancari svizzeri i quali dimostrerebbero che il «grande acquirente» di azioni Montedison dell'ultimo periodo sarebbe la Sir (Società italiana resine) dell'ingegner Nino Rovelli, la terza società chimica italiana dopo Montedison e Anic (gruppo Eni). L'acquisto di azioni in Borsa sarebbe avvenuto attraverso un'uscita clandestina di capitali dall'Italia. Il senatore Colajanni del pei ha interrogato il governo per conoscere quali controlli la Banca d'Italia eser¬ citi in merito. g. mazz.

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