Sono gli statali peggio pagati quelli che si occupano di tasse di Gianni Bisio

Sono gli statali peggio pagati quelli che si occupano di tasse Scontento negli uffici di corso Bolzano Sono gli statali peggio pagati quelli che si occupano di tasse I sindacalisti: "Come fare con questi stipendi e così scarsi mezzi ad attuare la riforma tributaria?" - Cenerentole per la paga e la contingenza - L'abolizione dei "diritti" « Le entrate dello Stato dipendono per la maggior parte dal nostro lavoro, però proprio lo Stato se ne dimentica ogni 27 del mese. Qualsiasi alt o dipendente pubblico percepisce uno stipendio superiore al nostro: Comuni, Regioni, Enel, Sip, Inam, Inps. Un ispettore compartimentale degli uffici delle imposte (e ce ne sono soltanto 23 in tutto il Paese) percepisce per un'ora di straordinario quanto un operaio di T categoria, anzi 18 lire di meno: 1778 lire contro 1796. C'è gente che lavora a 391 lire l'ora, Impiegati con 30 anni di anzianità a 822 lire >. Vincenzo Santomauro, del Sindacato autonomo dipendenti imposte dirette, ci parla in uno squallido ufficio del palazzo di corso Bolzano: vecchie scrivanie, sedie sgangherate, un solo armadio cadente carico di cartelle, decine di fascicoli sul pavimento. « Come sì fa con questi stipendi e con questi mezzi ad attuare la riforma tributaria? Noi vogliamo fare il nostro dovere perché siamo coscienti della responsabilità che abbiamo sia di fronte al contribuente sia di fronte allo Stato. Cominciamo allora con la parità retributiva, almeno nei confronti delle altre categore di egual funzionalità in Italia. I nostri legislatori non si preoccupano di dare dignità economica a tutti gli impiegati statali, togliendoci dalla vergognosa situazione in cui versiamo nei confronti di tutte le altre categorie pubbliche Quanto guadagna chi si occupa delle nostre tasse? Gli esempi vengono fuori a decine. Vice direttore con 7 anni di anzianità: 235 mila lire al mese, con uno stipendio base (pensionabile) di 143.718 lire. Un impiegato della carriera esecutiva, all'inizio, percepisce 144 mila lire al mese (base 67 mila) e per un'ora di straordinario 381 lire. « Hanno detto che le nostre " tredicesime " mandavano in fallimento lo Stato, mentre nessun altro impiegato ha preso meno di noi », dice un funzionario mostrandoci una tabella. La tredicesima parte da 57.483 lire per arrivare ad un massimo, per un direttore compartimentale, di 244.878 lire: si può dire quindi che la maggior parte dei 193 dipendenti del 1° Ufficio imposte di Torino ha percepito una tredicesima inferiore alle 120-130 mila lire. « Anche la Befana ci hanno tolto », aggiunge Mario Iorio del sindacato. Spiega: « Non sappiamo quanto costasse allo Stato l'operazione Befana, sappiamo invece che I nostri figli non ne erano per nulla entusiasti. Ma bisognava tagliare la spesa pubblica e scambiando la vecchietta con la scopa per un ente inutile hanno tagliato la Befana. Da una parte è stato un bene, considerando il contenuto di quei pacchi. Però alcune amministrazioni si sono ribellate ed I titolari legittimi hanno percepito 10 mila lire per ogni figlio. L'amministrazione delle imposte dirette non è invece stata compresa fra i " figli buoni ". Per noi niente 10 mila lire ma neppure il tradizionale carbone ». Ancora Santomauro: «Slamo delle cenerentole anche per la contingenza: a noi viene pagata su una fascia di 40 mila lire con una legge del 1959. Ogni punto che scatta percepiamo 400 lire che ci vengono pagate con 18 mesi di ritardo. Però noi andiamo a fare la spesa come l'operaio o l'elettrico, nella stessa panetteria, dallo stesso macellaio ». A proposito di ritardi nei pagamenti un impiegato ci spiega di essere passato di grado nel 1970: « Per avere le mie spettanze ci vorranno sei anni. Inoltre, se non sì fa la domanda entro due anni per essere liquidati, lo Stato non dà più nulla ». C'è una massa di gente della carriera esecutiva letteralmente sfruttata — afferma Santomauro — e molti hanno Intenzione di ricorrere alla magistratura. Qui in corso Bolzano c'è un laureato In lettere con 23 anni di servizio che svolge le mansioni di un funzionarlo senza aver mai la possibilità di diventarlo. Stipendio 203.940 lire (128 mila la "base" pensionabile, 118.310 la tredicesima) ». Al VII plano ce quello che dovrà diventare (« Forse mal », secondo Santomauro) il cervello dell'anagrafe tributaria di tutta la Regione piemontese. Le apparecchiature, Ibm sistema 3, ci sono (10 milioni al mese di affitto), manca il lavoro. Gli addetti sono sei, tutti studenti universitari. Percepiscono 153 mila lire al mese: i loro colleghi dipendenti dalla Ibm e impiegati a Roma dove vi è il calcolatore centrale guadagnano, per fare un identico lavoro, 375 mila lire al mese. « Aspettiamo di laurearci, poi ce ne andiamo altrove. Qui neppure dopo 40 anni di servizio arriveremmo agli stipendi iniziali di qualsiasi azienda privata ». Incalza Santomauro: « Come è possibile pensare di far funzionare l'anagrafe tributaria in questo modo? Chi viene qui a 150 mila lire al mese? ». In passato c'erano I « diritti sui certificati » ad arrontondare lo stipendio. Oggi sono stati aboliti, come del resto l'aliquota sul gettito fiscale. « C'è sfato un taglio anche sui biglietti ferroviari. I dipendenti delle Ferrovie viaggiano gratis, ci sono 6 mila chilometri all'anno persino per la cameriera, se ce l'hanno. Noi avevamo la tessera con lo sconto del 44 per cento, adesso è ridotto al 30. L'unica speranza è quella di andarcene dal settore pubblico. In questo stato una riforma fiscale seria è impossibile ». Gianni Bisio

Persone citate: Inam, Mario Iorio, Santomauro, Vincenzo Santomauro

Luoghi citati: Italia, Roma, Torino