E' morto l'ex premier Bulganin Una vita all'ombra dei "grandi" di Paolo Garimberti

E' morto l'ex premier Bulganin Una vita all'ombra dei "grandi"A Mosca dopo una lunga malattia, aveva 80 anni E' morto l'ex premier Bulganin Una vita all'ombra dei "grandi" Partecipò alla rivoluzione del '17 - Dal '31 al '37 sindaco di Mosca; nel '55 premier ma ben presto lasciò il posto a Kruscev che qualche anno dopo lo estromise dal Comitato Centrale (Dal nostro corrispondente) Mosca, 25 febbraio. Con un testo di otto righe, pubblicato stasera dalle Izvestija in un angolo della terza pagina, il Consiglio dei ministri dell'Urss ha annunciato che «nell'ottantesimo anno di vita si è spento l'ex presidente del Consiglio dei ministri, il pensionato Nikolaj Aleksandrovic Bulganin». Da molto tempo era gravemente ammalato e non lasciava più l'appartamento di Stato, assegnatogli quindici anni fa, a poche centinaia di metri dal Cremlino, per la quotidiana passeggiata nei giardini d'Alessandro, dove, seduto su una panchina, osservava per ore la lenta processione di pellegrini snodarsi verso il mausoleo dì Lenin. Bulganin sarà probabilmente sepolto a Novodevicij, il cimitero monumentale di secondo rango (dopo le mura del Cremlino), non lontano da Nikita Sergeevic Kruscev, con il quale lavorò nei tempi di Stalin, complottò dapprima contro Berija e poi contro Malenkov, finché Kruscev decise di liberarsi di un ex alleato, ormai inutile, forse anche pericoloso, e ne associò il nome a quelli degli altri esponenti del «gruppo antipartito». Di questo gruppo, Bulganin è stato il primo a morire: Molotov. Malenkov e Kaganovic — vicini di casa di Bulganin — conducono la stessa vita, anonima ma confortevole, di «pensionati di Stato», tra passeggiate nei giardini del Cremlino e fugaci visite alla biblioteca Lenin. Il nome di Bulganin non compariva nella stampa sovietica da 15 anni. Il 21 ottobre 1962, la Pravda lo aveva rievocato indirettamente, pubblicando una poesia di Evtushenko dedicata agli eredi di Stalin, che meditavano una rivincita (la poesia era stata approvata personalmente da Kruscev): «Certi eredi curano il loro giardino nel loro ritiro / e pensano in segreto che provvisorio è questo ritiro. / Altri magari attaccano Stalin dalla tribuna, / ma la notte pensano con nostalgia al tempo passato... / non è per caso che l'attacco cardiaco li colpisce: l'epoca a loro non piace». Bulganin era stato identificato in uno di coloro che «curano il giardino», mentre il riferimento ai «cardiaci» sembra fosse diretto a Frol Kozlov, per molto tempo considerato il delfino di Kruscev. E la ragione di questo attacco in versi fu forse il rifiuto dì Bulganin, ormai ufficialmen te «in pensione», di ricomparire in pubblico alla tribuna del ventiduesimo congresso per denunciare i «misfatti» del «gruppo antipartito». Ancora oggi non è chiaro dì quali colpe si fosse macchiato agli occhi di Kruscev, che lo ridusse al ruolo di «non persona», se non quella di occupare una carica (primo ministro) che lo stesso Kruscev desiderava. La sua partecipazione all'attività del «gruppo antipartito», denunciata filila Pravda il 4 luglio 1957, fu molto dubbia e comunque marginale. Tanto è vero che Kruscev ebbe bisogno di un altro anno di lavoro dietro le quinte per scalzare Bulganin dalla poltrona di primo ministro, inviandolo a dirigere il Sovnarchoz di Stavropol, e di altri tre anni prima di riuscire ad estrometterlo dal Comitato Centrale del partito. Di tutti gli «antipartito» Bulganin è l'unico a conservare un posto nella «Grande enciclopedia sovietica». D'altra parte, Bulganin non fu mai un protagonista e questa qualità è forse l'elisir di lunga vita in un sistema impietoso quale il sovietico. Agli inizi della carriera, nelle iile della Ceka (la polizia politica), visse all'ombra: di Fehks Dzerzhinskij Quale sindaco di Mosca — dal 1931 al 1937 — fu sopraffatto dall'ambiziosa personalità di Kruscev, primo segretario del Gorkom della capitale. Così, quando Stalin volle festeggiare la ricostruzione di Mosca e il compimento del primo tratto della metropolitana, al sindaco Bulganin toccò soltanto l'ordine della Stella Rossa, mentre Kruscev ebbe l'ordine di Lenin. Nella lotta per la successione di Stalin si associò a Kruscev e ne fu ricompensalo con la nomina a primo ministro, nel 1955, al posto di Malenkov. Ma anche come premier non svolse mai un ruolo di primo piano. Kruscev (che nelle «memorie» lo definisce «non molto versato in politica estera, né molto idoneo alI le trattative diplomaticneiW lo portava sempre con sé nei viaggi all'estero e negli incontri internazionali soltanto per ragioni protocollari. Ma l'unico ricordo nitido di lui, tramandatoci dai diplomatici occidentali che lo incontrarono, riguarda soprattutto il suo scadente abbigliamento. Scrive chi lo vide alla conferenza quadrangolare di Ginevra, nel 1955: «Sopra un vestito verdolino, dai pantaloni larghissimi e svolazzanti, portava un soprabito leggero, color beige, che arrivava quasi fino a terra e che gli dava l'aspetto di un automobilista di prima della guerra del '14». Paolo Garimberti Mosca. Nikita Kruscev e Nikolai Bulganin: il « tandem » al vertice dell'Unione Sovietica negli anni del disgelo Dl t idt) Mlk fihé K dtt tlil t é

Luoghi citati: Frol Kozlov, Ginevra, Mosca, Unione Sovietica, Urss