In Germania il libero aborto giudicato "incostituzionale" di Tito Sansa

In Germania il libero aborto giudicato "incostituzionale"La Suprema Corte annulla una legge di riforma In Germania il libero aborto giudicato "incostituzionale" (Dal nostro corrispondente) Bonn, 25 febbraio. Protetta da un imponente schieramento di polizia (cosa mai accaduta in passato) la Corte suprema riunita a Karlsruhc ha respinto oggi — dichiarandola contraria alla Costituzione — la legge di riforma dell'articolo 218 del codice penale (permetteva il libero aborto nella Germania Federale, entro le prime dodici settimane di gravidanza). La legge, che dichiarava la impunibilità della interruzione di gravidanza in tutti i casi — la cosiddetta « soluzione a termine » — era stata approvata a grande maggioranza nel giugno scorso dal Parlamento di Bonn ed era stata firmata anche dal presidente della | Repubblica di allora. Giusta| vo Heinemann. Soltanto pochi giorni prima che entrasse in vigore, il governo del Baden-Wuerttemberg, sotto la pressione di una parte dell'elettorato democristiano e delle Chiese, era ricorso alla suprema Corte federale, impugnandone la costituzionalità. Al governo di ì Stoccarda si erano uniti poi I quelli ( tutti democristiani ) | della Baviera, del Palatinato, della Saar e dello SchleswigHolstein e 199 dei 243 deputati democristiani del parlamento di Bonn. Il libero aborto continua pertanto a venire considerato un reato, come in passato, punibile con la reclusione fino a cinque anni. Gli otto giudici di Karlsruhe (sette uomini e una donna) non sono stati peraltro unanimi nel dichiarare la «soluzione a termine» contraria alla Costituzione, perché «non protegge sufficientemente la vita nascente» ed è in pratica «un'azione delittuosa»: tre di essi (tra cui l'unica donna) la considerano non contraria alla Costituzione, uno dei tre giudici tuttavia ha votato insieme con la maggioranza. E tutti insieme gli otto membri della Corte hanno poi lasciato aperta una scappatoia giuridica per l'interruzione della gravidanza, accogliendo le cosiddette «indicazioni» proposte l'anno scorso in Parlamento non soltanto da deputati dell'opposizione democristiana, ma anche da alcuni deputati (medici e giuristi) del partito socialdemocratico. Secondo l'opinione dei giu¬ dici di Karlsruhe, l'interruzione della gravidanza durante i primi tre mesi sarà permessa in quattro casi: 1) pericolo per la vita o la salute della madre (indicazione medica); 2) rischio della nascita di un bimbo deforme o menomato (indicazione eugenica); 3) gravidanza dovuta a violenza carnale (indicazione etica); 4) la necessità di evitare alla donna incinta una grave situazione di bisogno (indicazione sociale). Quest'ultima «indicazione», imprevista, darà praticamente a molte donne la possibilità di abortire quando dimostreranno di ritrovarsi in ristrettezze economiche, di avere gravi dissidi familiari, di avere una famiglia già troppo numerosa. Nei casi «gravi» vi sarà, perciò, sempre una porta aperta per la donna che desideri non avere un figlio. Contro la sentenza (da noi anticipata su Stampa Sera del 27 gennaio) vi sono state oggi diverse dimostrazioni, a Karlsruhe, Berlino, Amburgo, Monaco, Bonn, organizzate dai sindacati e da gruppi gio¬ vanili socialdemocratici e liberali. Vi sono state grida ostili alla Suprema Corte, si sono visti manifesti con scritte come «Otto giudici contro milioni di donne», «Aiuto per le ricche, punizione per le povere», «Viva il turismo dell'aborto», sono stati pronunciati discorsi infiammati, ma non vi sono stati incidenti. I partiti della coalizione di governo socialdemocratico-liberale hanno accusato il colpo (la sconfitta del governo Schmidt-Genscher è evidente) ma hanno invitato i loro elettori a rispettare la sentenza, ammonendoli a non riaccendere la discussione, e pregato i democristiani a non gridare al trionfo. Ernst Benda, presidente della Suprema Corte, ha detto che l'articolo 218 è maturo per la riforma. Ma questa deve essere conforme alla Costituzione. Il Parlamento di Bonn dovrà pertanto mettersi all'opera per varare una legge sulla base delle «indicazioni» oggi accettate, che tuttavia hanno valore transitorio. Tito Sansa

Persone citate: Ernst Benda, Schmidt