Le norme sul collocamento danneggiano i rimpatriati di Giuseppe Fedi

Le norme sul collocamento danneggiano i rimpatriati Alla conferenza sull'emigrazione di Roma Le norme sul collocamento danneggiano i rimpatriati Lo sostiene il sottosegretario Compagna, denunciando che spesso chi torna dall'estero si trova in condizione di inferiorità Roma, 25 febbraio. Dichiarazioni d'impegno e interventi spesso polemici hanno caratterizzato le quasi otto ore di dibattito della seconda giornata della Conferenza nazionale dell'emigrazione. Il momento più agitato si è avuto quando si è avvicinato al microfono l'on. Valensise: il parlamentare missino è stato subissato da una pioggia di inviti a lasciare la sala, ritmati dalla parola « fascista ». L'interruzione è durata una decina di minuti, durante i quali molti delegati sono usciti in segno di protesta. Valensise ha quindi deplorato con toni patriottici l'esclusione dei « comitati tricolore » dal comitato organizzatore della conferenza, salutando enfaticamente gli italiani che vivono in Etiopia. Individuata nella presenza sul banco dei relatori di Giuliano e Giancarlo Pajetta, del pei, un'oscura manovra di « compromesso storico », ha « scoperto » che una delle cause dell'emigrazione è l'arretratezza dell'Italia meridionale. Dei problemi più urgenti delle nostre forze di lavoro all'estero si sta occupando il comitato permanente per l'emigrazione. Lo ha ricordato l'on. Storchi (de), deila commissione Esteri della Camera, annunciando che « sono state predisposte misure per consentire ai lavoratori la conservazione della cittadinanza italiana nei Paesi dove sia richiesto, per poter lavorare, l'acquisto della cittadinanza straniera, con la semplice sospensione dei diritti relativi alla cittadinanza italiana, salvo rinuncia della stessa ». Per i comunisti è intervenuto Giuliano Pajetta, dell'ufficio emigrazione del partito. « Il pei — ha detto — vuole l'istituzione d'un consiglio nazionale dell'emigrazione, con la partecipazione di rappresentanze democratiche degli emigrati, che consenta ai nostri lavoratori all'estero di gestire in prima persona i loro problemi, senza il tramite di burocrazie o di tutele paternalistiche delle quali essi, nella loro maturità, non hanno più bisogno ». I delegati iscritti a parlare, partendo dalle quattro relazioni-base illustrate ieri, hanno posto l'accento sugli innumerevoli problemi legati alla emigrazione: la legislazione sociale e previdenziale, l'istruzione dei figli degli emigranti, l'attività degli uffici consolari italiani, la questione delle rimesse, i rapporti con la madrepatria, lo sviluppo delle aree depresse per arginare il fenomeno emigratorio e il fenomeno dei « ritorni ». Su quest'ultimo argomento si è soffermato il sottosegretario al Mezzogiorno Compagna (il parlamentare repubblicano, ordinario di geografia politica all'università di Napoli, si è occupato in due volumi della « Geografia delle partenze»), «Spesso — ha osservato — gli operai rimpatriati si trovano in una condizione d'inferiorità rispetto alle possibilità di collocamento » e si è chiesto se, e fino a qual punto, a determinare questa condizione non siano le norme che regolano oggi il collocamento. « Risulta — ha aggiunto l'oratore — che operai emigrati dalla Campania e che in Germania s'erano specializzati hanno trovato molte difficoltà ad essere assunti nelle industrie della regione, in mansioni per le quali erano, appunto, particolarmente qualificati. Chi torna dall'emigrazione non può essere discriminato e condannato, nella migliore delle ipotesi, a mettersi in coda alla fila ». Per fronteggiare l'impatto dei ritorni, secondo Compagna occorre una ripresa degli investimenti. « V'è oggi una propensione ad investire nel Mezzogiorno maggiore di quanto non fosse anche negli anni del cosiddetto "miracolo economico". Ma solo una ripresa può consentire a questa propensione di trasformarsi da potenziale in concreta ». A nome della Santa Sede, mons. Clarizio ha ricordato i numerosi interventi in materia dei pontefici, da Leone XIII a Paolo VI, auspicando che « le Chiese nei vari Paesi siano sempre più sensibili agli aneliti di giustizia degli emigrati ». Giuseppe Fedi

Persone citate: Clarizio, Compagna, Giancarlo Pajetta, Giuliano Pajetta, Leone Xiii, Paolo Vi, Storchi, Valensise

Luoghi citati: Campania, Etiopia, Germania, Italia, Napoli, Roma