La direzione dc scioglie il movimento giovanile di Luca Giurato

La direzione dc scioglie il movimento giovanile Provvedimento senza precedenti La direzione dc scioglie il movimento giovanile Tra le motivazioni ufficiali è la sconfitta nelle elezioni universitarie - Ma sono note le divergenze tra Fanfani e il "leader" dei giovani - La decisione presa a maggioranza con forti contrasti tra le correnti del partito Roma, 25 febbraio. Proprio quando sta per essere concesso il voto ai diciottenni e i giovani si sono presentati come protagonisti delle elezioni nelle scuole, la direzione della do ha preso oggi una decisione clamorosa, liquidando il suo «Movimento giovanile» e dichiarando «commissariati» tutti i suoi organi, dalla direzione al Consiglio nazionale. La direzione, dopo aspri contrasti, ha nominato un comitato sostitutivo del movimento, composto da cinque «consoli», guidati dal vicesegretario della de, Ruffini (doroteo, ma vicinissimo a Fanfani), che oggi ha svolto il ruolo di «pubblico ministero» nei confronti del delegato nazionale Bruno Pizza e dell'attuale gestione del «Giovanile» democristiano, che conta 300 mila iscritti, dei quali 93 mila donne. Gli altri «consoli» sono: un rappresentante dei parlamentari, l'onorevole Marzotto Caotorta (.«Forze Nuove»); uno della periferia, Giuseppe Arpioni, membro della direzione provinciale della de di Firenze (guidata da. Butini, grande amico di Fanfani); un rappresentante dei giovani, Giuseppe Fornasari, attualmente sotto le armi, delegato provinciale del movimento siovanile di Arezzo, collegio elettorale del segretario de, e, infine, da una rappresentante delle giovani, Ricciarda Simoncelli. Il comunicato emesso al termine della riunione afferma, tra l'altro: « In sostituzione degli organi rivelatisi impari ai loro compiti, il Comitato provveda a lare affrontare al movimento giovanile de i problemi nascenti dalla partecipazione al voto dei diciottenni, dalla elezione delle rappresentanze degli studenti negli organi collegiali della scuola, dallo sviluppo dei Gip sui luoghi di lavori, dalla partecipazione dei giovani, come elettori e candidati alle prossime elezioni ». Il summit democristiano ha deciso di ridurre, d'ora in avanti, da 27 a 21 anni il limite massimo di età per la permanenza nel nuovo movimento. I giovani de hanno immediatamente reagito, e il loro leader, Bruno Pizza, doroteo vicino a Gullotti, ha annunciato in una conferenza stampa di non accettare le decisioni della direzione, prese a maggioranza, e di dar vita a un movimento alternativo che manterrà tutte le attuali strutture e tutti gli attuali organi, e che verrà chiamato « Coordinamento nazionale dei giovani democristiani ». Pizza era contornato da altri dirigenti: Astori («Forze nuove»), Falletti (fanfaniano), Tondo e Larenti (basisti), Naro (doroteo), Spinosa (indipendente di sinistra). Come si vede, c'erano rappresentanti di quasi tutti i gruppi, anche di quello di Fanfani. « Questa vicenda — ha detto Pizza — ha confermato ancora una volta che all'appuntamento con la speranza e con il progresso Fanfani è assente. Speriamo che non manchi a quello con la libertà ». « Siamo di fronte a un omicidio a freddo — ha affermato Astori —; nessuno ci ha spiegato di quale reato di lesa linea politica ci siamo macchiati ». Come si è giunti e perché si è giunti alla clamorosa decisione, che non ha precedenti, almeno dal dopoguerra ad oggi? Per rispondere a queste e altre domande, bisogna fare un passo indietro, e precisare, per prima cosa, che tutti i movimenti giovanili, di ogni partito, sono stati sempre un po' più a sinistra dei loro leaders. Questa «regola» era stata rispettata anche nella de, sino all'ultimo congresso del maggio scorso a Palermo, passato agli archivi come una delle pagine più nere del movimento. Ma la maggioranza uscita dal congresso (sinistre, morotei e dorotei di Gullotti) dopo alterne vicende, è riuscita a darsi una linea politica e una j segreteria che, a torto o ragione, si è inserita con irruenza nel dibattito interno della de. Inutile sottolineare, a questo punto, che sia la linea sia il segretario hanno sempre contestato, e a volte con durezza, le scelte politiche del senatore Fanfani. II contrasto, che via via è assurto a un vero e proprio bbntmpnffpzftpllts braccio di ferro, si inasprì subito dopo l'ultimo Consiglio nazionale dei giovani (durante il quale Fanfani fu duramente attaccato) e subito dopo l'ultimo Consiglio nazionale degli adulti, all'inizio di febbrio, aquando gli attacchi furono ripetuti dalla tribuna,' più autorevole, di piazza Sturzo. « O io o Pizza », disse Fanfani, e il problema, con tutta la sua carica politica, fu più volte rimandato. Stamane, la conclusione. Alla presenza del segretario politico, del presidente del Consiglio, Moro, e di tutti i notabili, Ruffini, nell'aprire la sua relazione sul movimento (in sala c'è anche Pizza, mem¬ bro di diritto) dichiara d'essere entrato in possesso di un documento dei giovani democristiani di Modena, nel quale Fanfani è definito « un arteriosclerotico ». Sbandamento in sala; coro di unanimi proteste, mentre il segretario si alza in piedi e dichiara: « Io con questa gente non tratto. Me ne vado ». Sbatte la porta; si ritira nel suo studio, dove comincia un « pellegrinaggio » di amici e carissimi nemici. Tutti lo invitano a tornare; tutti gli manifestano solidarietà. Anche Pizza condanna l'accaduto, precisando che non era a conoscenza del documento. La situazione di impasse è sbloccata da Galloni, che dopo una serie fittissima di contatti (Moro, Rumor, Piccoli, Tesini) stila un documento di fiducia umana e politica per il segretario. Si vuole evitare una rottura e, infatti, Fanfani torna in aula. L'epilogo della vicenda è ormai scontato. La liquidazione del « Giovanile », proposta da Ruffi.ni è contrastata dalla sinistra di base (Galloni, De Mita, Misasi) da "Forze Nuove" (DonatCattin, Bodrato, Vittorino Colombo) che votano contro. Anche Beici (moroteo) la condanna, ma al momento della votazione il suo gruppo si astiene. Gli altri (fanfaniani, dcrotei, amici di Colombo-Andreotti) votano "sì" e dopo 8 ore di dibattito la direzione dichiara ufficialmente il movimento « impari al suo compito ». Molti de non sono d'accordo; parlano di una chiara manovra di Fanfani di inseI rirsi, tentando di spaccarlo, nel gruppo doroteo, diviso, al di là della facciata, tra Piccoli, Tesini e Ruffini da una parte, Rumor, Gullotti e Taviani dall'altra. Donat-Cattin dichiara: « Questa segreteria era partita con il proposito di commissariare Gava a Napoli e si conclude con il commissariamento del movimento giovanile ». « Il movimento giovanile ha rappresentato tradizionalmente la coscienza critica del partito — ribadisce Bodrato —; dopo la decisione di oggi il partito rischia di restare senza quella coscienza ». Molti altri non sono d'accordo, e continuano a manifestare la loro solidarietà al segretario. Luca Giurato Roma. Fanfani e Pizza dopo la direzione de (Tel. Team)

Luoghi citati: Arezzo, Firenze, Modena, Napoli, Naro, Palermo, Roma