Un collaudo per Arcari prima di José Napoles

Un collaudo per Arcari prima di José Napoles Ritorna la boxe venerdì a Torino Un collaudo per Arcari prima di José Napoles Bruno, risolti i problemi di peso della nuova categoria, potrebbe andare in Messico per il "mondiale" 'Canguro sport': questa, da poco più di un mese, la sigla-guida dell'attività professionistica di boxe in Italia. Ne fanno parte Rodolfo Sabbatini (che è uscito dalla porta come organizzatore in proprio e rientra dalla finestra come 'consulente tecnico'), Renzo Spagnoli come matchmaker e, come presidente, Mario Croce l'uomo nuovo del pugilato: «Un notissimo sportivo — dice Sabbatini — presidente della Rugby Lazio e della Lazio Nuoto, di cui bisogna accogliere con gioia la metamorfosi ad organizzatore, anche se lo si perde come cliente fisso dei posti-ring ai botteghini». La -Canguro sport" — che ha scelto come emblema un animale australiano abile anche con I pugni — si è trionfalmente presentata qualche tempo fa a Milano con l'eccellente sfida tra l'argentino Mendes e l'italo-americano Antuofermo e si ripresenta venerdì prossimo al Palasport di Torino, con un cartellone che fa leva sulla presenza dell'ex campione del mondo Bruno Arcari, del campione d'Europa dei mediomassimi Domenico Adinolfl e del 'tricolore' dei pesi welters Domenico Di Jorio. «Le prospettive per Arcari — ha detto Sabbatini — di tornare In corsa per il titolo mondiale della categoria superiore, dopo aver abbandonato quello dei welters junior, sono legate ad una situazione piuttosto intricata. Il campione dei welters, José Napoles, ha litigato con il suo manager Chuco Conde. Di conseguenza è difficile far rispettare l'impegno che questi aveva preso per condurre il suo pugile a giocarsi la corona in Italia. Gli interessi di Napoles sarebbero curati ora da Kid Rapidez, il quale ha fatto pervenire ad Arcari un'offerta di sessantamlla dollari (circa quaranta milioni di lire) per battersi con il messicano ad Acapulco. Una borsa tale da convincere uno sfidante alla trasferta, purché Bruno si dimostri all'altezza di un simile rischio». // collaudo del pugile genovese, venerdì sera a Torino contro Harold Weston, l'unico vincitore di Antuofermo, va visto appunto in questa prospettiva. Di fronte ad un avversario I cui meriti non si limitano certo alla pur prestigiosa vittoria sull'oriundo pugliese, Arcari deve dimostrare senza ombra di dubbio che la fase di 'relaxseguita alla sua rinuncia al titolo è definitivamente chiusa e che egli è in grado di essere un ottimo peso welter, malgrado I suoi anni, come è stato il migliore assoluto tra i pugili di 63 chilogrammi. Un 'test" importante, insomma, dal quale può venire un convinto 'sì" o un malinconico «no» alla proposta giunta dal Messico. Domenico Adlnolfi, nelle intenzioni della 'Canguro sport», avrebbe dovuto, sul ring di Torino, giocarsi volontariamente la corona europea contro lo spagnolo José Antonio Galvez. Quest'ultimo tuttavia non figura, pur meritandolo ampiamente, tra i primi cinque delle graduatorie continentali, ed il tempo a disposizione era troppo breve per ottenere, attraverso le consultazione dei consiglieri dell'Ebu, una votazione favorevole ad una deroga alle dispo- j slzioni regolamentari In materia. Adinolfi perciò salirà sul ring contro Galvez solo in un match amichevole sulla distanza di otto riprese, che gli servirà di collaudo in vista di una difesa del titolo — stavolta sancita ufficialmente dall'Ebu — prevista per II 5 aprile a Bruxelles contro il belga De Kerpel. Il pugile laziale è stato convinto da Sabbatini a rinunciare a certi criteri di allenamento troppo simili ad una bisboccia — footing nelle campagne laziali con sosta all'osteria davanti a rotoli di salsicce e fiaschi di vino — ed è tornato a prepararsi a Genova sotto la guida di Rocco Agostino. DI quanto valga un Adinolfl perfettamente allenato ed in grado quindi di esprimersi come il campione che indubbiamente è, se ne accorgerà a sue spese il pur coraggioso Galvez. Terzo protagonista della serata torinese (che sarà completata da un quarto incontro professionìstico e da un nutrito prologo fra dilettanti) sarà Domenico DI Jorio, un giovanotto di Mugnano (Napoli) che alterna i guantoni da pugile alla divisa da vigile urbano. Di Jorio, che sembra ormai maturo per allargare la sfera delle sue aspirazioni al campo continentale, si misurerà con un marocchino di ventiquattro anni, Mimoun Mohatar. Gianni Pignata