Il p.m. ha chiesto per Marzolle un aumento di pena (10 anni)

Il p.m. ha chiesto per Marzolle un aumento di pena (10 anni) Venezia: in appello il "crack,, di 40 miliardi Il p.m. ha chiesto per Marzolle un aumento di pena (10 anni) p ( ) Nel processo di primo grado l'ex finanziere era stato condannato a 9 anni (Dal nostro corrispondente) Venezia, 24 febbraio, (g. r.) Due aumenti di pena e due condanne in più sono stati chiesti dal procuratore generale alla corte d'appello di Venezia, che sta giudicando i dodici imputati coinvolti — più o meno direttamente — nel crack da 40 miliardi di Attilio Marzollo, registrato alla Borsa veneziana nel giugno 1971. L'accusa, rappresentata dal dott. Fortunato Bibbiana, ha sostenuto che Attilio Marzollo deve scontare oltre i nove anni già irrogati in primo grado per falso, truffa e bancarotta fraudolenta, quattordici mesi per due violazioni della legge fallimentare e cioè bancarotta semplice, per aver compiuto spese eccessive negli ultimi mesi della gestione aziendale e sei mesi per aver omesso di presentare l'ultimo bilancio della ditta. Due mesi in più di reclusione sono stati chiesti per Leo Tommasella, funzionario del Banco San Marco di Venezia, il quale era stato condannato a tre anni e due mesi per truffa e falso. L'aumento di pena è giustificato — secondo il procuratore generale — dal fatto che egli è incorso nel reato di ricettazione fallimentare, avendo accettato quindici milioni da Marzollo, al momento del crack. Per Pietro Baldanello, funzionario della sede veneziana del Banco Ambrosiano, anch'egli condannato per falso e truffa, è stata chiesta la conferma della sentenza di condanna a tre anni e sei mesi. Questi due bancari sono stati considerati, sia in primo grado che dal procuratore generale, come i principali coimputati di Marzollo. Il dott. Bibbiana ha inoltre chiesto la condanna — sempre per truffa e falso — di altri due funzionari di banca: Guido Allegramente e Giovanni Vianello, rispettivamente del Banco di Sicilia e della Comit, che in primo grado erano stati assolti per insufficienza di prove. L'accusa ha invece chiesto la conferma delle altre decisioni, contenute nella sentenza del tribunale: tre mesi ciascuno per tentata truffa a Pierluciano Puddu e Lorenzo Benedetti, alti dirigenti del Banco di Roma e otto mesi per lo stesso reato a Giuseppe Moro, vicedirettore della sede veneziana del Credito Italiano. I tre sarebbero stati protagonisti di un'operazione di « accomodamento » per nove miliardi, tentata inducendo Marzollo a sollevarli da una confusa si¬ a o e o i e i o a , o ri è r e r tuazione debitoria dei rispettivi istituti. Sono state inoltre domandate le conferme dell'assoluzione, per insufficienza di prove, del bancario Socrate Mecconcelli, dall'accusa di truffa e falso e della condanna di Domenico Napoli, ispettore del Banco di Sicilia, condannato a trentamila lire di multa per omissione di rapporto. Conferma, infine, della condanna per favoreggiamento di Marzollo a carico del commerciante veneziano Paolo Maffioli, condannato a sei mesi e dell'assoluzione del commerciante vicentino Carlo Todescato, dall'imputazione di falsa testimonianza. Venerdì cominceranno le arringhe dei difensori. La sentenza è prevista per il 21 marzo.

Persone citate: Attilio Marzollo, Carlo Todescato, Fortunato Bibbiana, Giovanni Vianello, Giuseppe Moro, Leo Tommasella, Lorenzo Benedetti, Paolo Maffioli, Socrate

Luoghi citati: Napoli, Pierluciano Puddu, Venezia