Si cercano i responsabili delle assunzioni-lampo

Si cercano i responsabili delle assunzioni-lampo L'inchiesta sul "caso,, Rimi nel Lazio Si cercano i responsabili delle assunzioni-lampo Il consulente tributario di Frank Coppola aveva assunto a Roma iniziative economiche • Coinvolti personaggi del sottobosco politico? (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 24 febbraio. Italo Jalongo non ha conosciuto casualmente ad Alcamo nell'ottobre di cinque anni or sono Natale Rimi, come i due hanno sempre sostenuto: l'inizio del loro rapporto di amicizia è molto più antico. Il sostituto procuratore della Repubblica, Pierluigi Vigna, ha acquisito un primo risultato positivo nel quadro delle indagini per accertare se, davvero, la mafia ha cercato di inserire un suo uomo negli uffici della Regione Lazio. Natale Rimi, infatti, ha ammesso di essersi rivolto al consulente tributario di Frank Coppola per ottenere che suo padre Vincenzo e suo fratello Filippo (accusati di avere ucciso il figlio di Serafina Battaglia, non sono stati ancora giudicati in modo definitivo dopo almeno dieci anni ed ora sono in libertà per decorrenza dei termini per la detenzione preventiva) fossero riuniti nello stesso carcere di Ragusa. Può essere questo un episodio insignificante o comunque irrilevante che, però, per il momento autorizza a pensare: 1) non è vero che Jalongo ha cercato di «raccomandare» un semplice conoscente (Natale Rimi) perché venisse trasferito dal Comune di Alcamo agli uffici della Regione Lazio per ricambiarlo di una cortesia ricevuta; 2) se Jalongo fu indicato a Natale Rimi come una persona capace di ottenere un provvedimento dal ministero della Giustizia mentre ad altri non era stato possibi-le questo vuole dire che dav-vero il consulente tributario di Frank Coppola aveva «amicizie molto importanti», quali le ragioni di questa potenza? Ma le due prime giornate di indagini si sono concluse con un altro risultato positivo: se le indiscrezioni sono attendibili dagli interrogatori di Jalongo e di Rimi sarebbero emersi elementi tali per ritenere che a Roma il consulente tributario di Frank Coppola avrebbe assunto numerose iniziative commerciali e finanziarie sulla cui legittimità è opportuno indagare e nelle quali sarebbero coinvolti alcuni personaggi che popolano il fitto sottobosco della vita politica italiana. Per quattro anni, dal mo¬ mento in cui scoppiò lo i «scandalo» (il discendente di 1 una delle più importanti fa j miglie mafiose di Alcamo as- sunto, come impiegato, negli uffici della Regione Lazio) Italo Jalongo e Natale Rimi hanno sostenuto sempre la stessa versione. «Nell'ottobre 1970 — ha detto l'uno, e l'altro ha confermato prima alla commissione d'inchiesta della Regione e poi alla commissione antimafia — andai ad Alcamo per conto della Standa di cui sono il factotum per cercare eventuali nuovi punti di vendita. Poiché ad Alcamo non conoscevo nessuno andai in comune e ho bussato alla porta del segretario comunale. Fui ricevuto da un giovane molto cortese (seppi poi che era Natale Rimi e che era il vice segretario comunale) il quale mi dette tutte le informazioni di cui avevo bisogno. La mia attenzione si fermò su una area al centro di Alcamo e Rimi, un paio di mesi dopo, mi portò a Roma la pianta planimetrica e le indicazioni catastali. Fu allora che mi parlò del suo desiderio di lasciare il paese e trasferirsi o alla Regione Lazio o a quella Toscana. Un mese dopo, venni a sapere casualmente dal presidente della regione Lazio, Girolamo Mechelli che incontrava difficoltà a trovare del personale qualificato, mi ricordai del desiderio di Natale Rimi e feci il suo nome. Io poi partii per gli Stati Uniti dove sono rimasto un mese e al ritorno appresi che Rimi era stato assunto a Roma». La versione ha resistito per quattro anni, anche se qualcuno (i giudici di Palermo che hanno assolto Natale Rimi dall'accusa di associazione a delinquere) ha espresso qualche dubbio sulla sua attendibilità. Ma, in una agenda sequestrata l'altro giorno nello studio romano di Italo Jalongo, il magistrato ha trovato un appunto dal quale è stato possibile dedurre con certezza che il rapporto fra i due fosse nato prima dell'ottobre 1970 e non casualmente. Natale Rimi: assistito dall'avvocato Vito Ganci e dal senatore comunista Ludovico Corrao, è stato interrogato questa mattina ed il dottor Vigna gli ha contestato questa nuova circostanza; negare ancora era impossibile e Natale Rimi non ha negato, pur escludendo di avere avuto mai rapporti con la mafia o di avere ottenuto il trasferimento a Roma per uno scopo mafioso. «Io — ha detto — soìio la prima vittima della mafia e sono andato via da Alcamo perché la polizia mi tormentava di giorno e di notte». Quale motivo ha indotto Natale Rimi a mentire? «Non volevo coinvolgere altre persone — avrebbe detto a sua giustificazione — per una mia iniziativa che aveva soltanto 10 scopo di aiutare mio padre e mio fratello». In possesso di questa ammissione, il pm è tornato subito ad interrogare per la seconda volta in tre giorni Italo Jalongo che ha confermato di avere conosciuto Rimi occasionalmente. A questo punto, l'indagine assume una proporzione del tutto diversa: è facile intuirlo. Domani, comunque, è il turno a palazzo di Giustizia dei personaggi politici coinvolti nell'affare: l'ex presidente della Regione Lazio, Girolamo Mechelli (ora assessore al bilancio) che su suggerimento di Italo Jalongo assunse Natale Rimi; 11 presidente del tribunale di Roma, Severino Santiapichi che presentò Jalongo a Mechelli e l'ex capo di gabinetto, Michele Vitellaro. Guido Guidi Natale Rimi