Tensione e scontri al processo per la strage di Primavalle di Fabrizio Carbone

Tensione e scontri al processo per la strage di Primavalle Prima udienza per il tragico rogo di Roma Tensione e scontri al processo per la strage di Primavalle La corte ha respinto la richiesta del segretario del msi Almirante di costituirsi parte civile - Il dibattimento vede i missini mobilitati in veste d'accusatori - Insulti agli avvocati difensori ■ Scontri fra neofascisti ed extraparlamentari di sinistra, due feriti Roma, 24 febbraio. Il msi esce sconfitto dalla prima udienza del processo per il «rogo di Primavalle», quando (era il 16 aprile del 73) Virgilio e Stefano Mattei, 22 e 8 anni, figli del segretario della locale sezione del partito di Almirante, rimasero bruciati nell'incendio appiccato alla loro abitazione — secondo l'accusa — da Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo, esponenti di «Potere operaio», uno dei gruppi extraparlamentari di sinistra. Dopo due ore di camera di consiglio la corte, presidente Giovanni Salemi, ha dichiarato «inammissibile» la costituzione di parte civile, presentata dagli avvocati Marotti e Mariani, del segretario nazionale Almirante e del segretario della sezione «Giarabub» di Primavalle. E' un processo che vede i missini mobilitati in prima persona nella veste di accusatori: sono loro a volere un processo politico, strumentalizzando il dolore e la disperazione di Anna Maria Macconi Mattei per la terribile morte di due figli. I missini volevano entrare «ufficialmente» nel dibattimento schierando il «leader» del partito a fianco delle parti lese, ma non ci sono riusciti. Sono riusciti, invece, a creare un clima di tensione presentandosi in massa a piazzale Clodio, con un provocatorio cordone che «controllava» gli ingressi del tribunale. Ci sono stati insulti per tutte le persone riconosciute, fra cui anche il senatore comunista Umberto Terracini, avvocato del collegio di difesa degli imputati. Il bilancio della mattinata registra scontri, tafferugli e incidenti nella cintura urbana intorno al tribunale e un deplorevole incidente anche in aula. Per quanto riguarda il processo vero e proprio siamo ancora ai preliminari: lettura dei capi d'imputazione, appello dei 101 testimoni (quasi tutti missini), opposizioni pregiudiziali e formali. E' stata una udienza di due ore e mezzo, aggiornata a domattina. All'alba il complesso della cittadella giudiziaria è presidiato da un imponente servizio d'ordine: carabinieri e polizia controllano tutti gli accessi e sostano sulle vie laterali. E' uno stato d'assedio già collaudato per il primo breve atto del processo contro Pietro Valpreda e gli anarchici per le bombe di piazza Fontana. Per entrare bisogna fare un giro vizioso perché l'ingresso principale è sbarrato. Una fila di transenne conduce direttamente all'aula. Comanda le operazioni di controllo e vigilanza il maggiore dei carabinieri Antonio Varisco. Manca solo il «metal-detector», ma tutti coloro che portano pacchi c borse voluminose sono perquisiti. Gli incidenti, limitati per proporzione, cominciano verso le dieci quando un corceo di «Potere operaio», non più di 400 persone, si affaccia a piazzale Clodio, sventolando lo striscione: «Achille Lollo è innocente». L'intervento delle forze dell'ordine disperde il gruppo. Ma gli extraparlamentari di sinistra si dividono e vengono subito alle mani con i picchiatori missini confluiti dalla Balduina e dal Trionfale. Per disperderli carabinieri e polizia accennano a brevi cariche. Vola qualche candelotto lacrimogeno. Ci sono tre fermi e due feriti: un giovane che dice di essere stato colpito al naso da sconosciuti e un uomo di 45 anni, accorso a protezione di una signora, che accusa i fascisti. Il clima all'interno di piazzale Clodio è pesante: mobilitati a gran voce dal msi, gli uomini «duri» del partito di Almirante sono tutti presenti. Caradonna si è portato dietro Angelino Rossi, detto «Er Bava», e i «pugilotti». C'è anche Teodoro Buontempo, il capomanipolo del «Fronte della gioventù». La loro azione è precisa. Alle 10 Achille Lollo entra in aula nel più assoluto silenzio. E' in carcere da quasi due anni: porta gli occhiali e un vestito elegante. Si comincia e subito scoppia l'incidente: la zona riservata agli avvocati e ai giornalisti è stracolma. Mario Biasciucci, di Momento Sera, siede in un posto libero e subito gli viene fatto osservare che è «riservato» ai coniugi Mattei, momentaneamente assenti. Quando arrivano, il giornalista è disposto ad alzarsi per lasciare sedere Anna Maria Mattei. La donna ha una crisi isterica e lancia grida altissime. Dal pubblico, che non poteva vedere nulla, parte il coro: «Provocatori, assassini». Sul giornalista si lanciano due missini: il primo lo spintona violentemente; l'altro gli grida fra i denti minacce e insulti. Si riprende dopo che la signora Mattei ha abbandonato l'aula, semisvenuta. Viene fatto l'appello dei testimoni: uno di loro, il giornalista del Messaggero Virgilio Crocco, è morto, ucciso da un pirata della strada negli Usa. Quando l'ultimo teste lascia l'aula della corte d'assise, gli avvocati missini formulano la ri¬ chiesta ufficiale di costituzione di parte civile per un reato minore di cui è accusato Achille Lollo: il lancio di un ordigno incendiario contro la sede del msi di Primavalle. Ma il giudice Salemi respinge la richiesta e aggiorna il dibattimento a domani. Il processo ha fatto un primo passo: Achille Lollo è accusato di strage e rischia l'ergastolo. Marino Clavo e Manlio Grillo, accusati dello stesso reato, sono latitanti e saranno giudicati in contumacia. Fabrizio Carbone Roma. Achille Lollo in aula all'inizio del processo per la strage di Primavalle (Ansa) sinur

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