Si riapre il rubinetto del credito agevolato

Si riapre il rubinetto del credito agevolato Si riapre il rubinetto del credito agevolato Circa 700 miliardi per gli agricoltori - Lievemente maggiorato il tasso d'interesse - La presidente del Federagrario, on. Savio, illustra i provvedimenti del governo Con le decisioni prese giovedì scorso dal governo, si riaprono finalmente le fonti del credito per gli agricoltori, che negli ultimi tempi si erano prosciugate. (Come conseguenza, si calcola che negli ultimi cinque anni il disinvestimento in agricoltura abbia sfiorato il 26%). I punti principali dei provvedimenti, che essendo decreti legge entrano subito in vigore, sono questi: • Agli enti locali (soprattutto Regioni) verranno assegnati in dotazione 30 miliardi per pagare una parte degli interessi sui prestiti di conduzione, che potranno sviluppare un volume di credito a breve termine per circa 380 miliardi; • sempre alle Regioni verranno assegnati altri venticinque miliardi a sostegno degl'interessi sui mutui di miglioramento fondiario, che potranno provocare investimenti strutturali per circa 320 miliardi. (Complessivamente si arriva a quei 700 miliardi di cui s'è parlato). • Stanziamento di 10 miliardi per il fondo di rotazione della zootecnia, la cui disponibilità si eleva a 50 miliardi; • 10 miliardi per il fondo di rotazione della meccanizzazione agricola, la cui disponibilità arriva così a 130 miliardi; • per le operazioni di credito agrario agevolato a carico degli agricoltori il tasso d'interesse (ora variabile tra l'I,25 e il 4,10%) viene aumentato al 6% per il credito di miglioramento e al 7% per quello d'esercizio, che si riduce rispettivamente al 4 e al 5% per i territori montani e il Mezzogiorno; • tutti gli istituti speciali di credito agrario, come ad esempio il Federagrario che agisce in Piemonte, Valle di Aosta e Liguria, potranno emettere obDligazioni, per reperire i fondi da destinare al credito agrario. Queste misure sono la logica conseguenza di quelle decise il 30 gennaio scorso dal Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, che aveva stabilito: • gli istituti di credito possono compiere investimenti in titoli a reddito fisso in misura pari al 40% dell'incremento dei depositi, e la composizione dei titoli viene stabilita tenuto conto delle priorità corrispondenti agli obiettivi della politica economica, con particolare riguardo all'agricoltura; • le operazioni di credito agrario d'esercizio (gestione e acquisto scorte) vengono escluse dai limiti di accrescimento degli impieghi bancari imposti dalle autorità monetarie. Chiediamo alla onorevole Emanuela Savio, presidente del Federagrario, la sua opinione su questa serie di provvedimenti, che interessano molto da vicino l'Istituto, il quale ha giacenti domande di credito per circa 100 miliardi di lire. « Le misure del governo — dice l'on. Savio — sono un passo concreto per rimuovere gli ostacoli che hanno impedito il normale svolgimento dell'attività di credito agrario. Avremmo avuto bisogno di più, ma ci rendiamo conto che il governo ha /atto guanto poteva, anche se l'agricoltura, a differenza di altri settori economici, parte da posizioni più arretrate ». La disposizione di maggior rilievo per il Federagrario è la possibilità di emettere obbligazioni per il reperimento dei fondi destinati alle operazioni di credito agrario a lungo termine. « Sarà la Cassa di Risparmio — spiega l'on. Savio — ad acquistare la maggior parte di questi titoli, che in secondo tempo potrebbero forse anche essere immessi sul mercato, ma solo a condizione che i tassi bancari scendano ancora ». « La possibilità di emettere obbligazioni è un elemento fortemente innovativo — aggiunge la presidente del Federagrario — perché ci consente maggior autonomia, superando il vecchio concetto delle "somministrazioni" ». Emanuela Savio spiega come negli ultimi tempi l'Istituto che presiede si sia trovato in serie difficoltà per il reperimento dei fondi. Come conseguenza, il Federagrario ha dovuto rallentare la sua attività, « sopportando anche qualche sacrificio e qualche perdita ». Questo, anche se gli Enti partecipanti, tra cui in primo luogo la Cassa di Risparmio di Torino, non hanno mai lasciato mancare del tutto i fondi, così come la Regione Piemonte ha sempre sostenuto, nei limiti del possibile, l'attività del Federagrario. Un altro punto rilevante dei provvedimenti governativi è l'aumento del tasso d'interesse pagato dagli agricoltori. « Ci rendiamo conto — dice l'on. Savio — che per un coltivatore può essere un gros- so sacrificio, e sappiamo anche che forse essi speravano in un tasso che non superasse il 4-5"». Dal loro punto di vista lo troviamo giusto e logico. Però, se dobbiamo concepire l'agricoltura come un settore d'investimenti, biso¬ gna che gli agricoltori facciano questo sacrificio ». Ora, in concreto, per potersi muovere, il Federagrario attende che i fondi siano ripartiti fra le Regioni, le quali dovranno, a loro volta, dividere le somme fra i vari istituti di credito. Per passare alla fase operativa, tuttavia, manca ancora un adempimento, e il Consiglio dei ministri non se n'è occoupato nella sua ultima seduta: si tratta della fissazione del tasso globale d'interesse percepito dalle banche per le operazioni di credito agrario agevolato, che ora è del 13,80 per cento (la differenza fra il tasso pagato dall'agricoltore, cioè il 5 o il 7%, e il 13,80°/o viene pagata dallo Stato o dalle Regioni). « Questo tasso — afferma l'on. Emanuela Savio — è troppo basso e ci auguriamo che venga portato almeno al 14.75V0, come si è ventilato. Saremmo in difficoltà se venisse accolta la tesi, portata avanti da alcune parti, di ! mantenere il 13,80% per i mutui di miglioramento e di aumentare il tasso al 14,75"/a solo per i prestiti d'esercizio ». Infatti, le banche non avrebbero interesse, con questi tassi, a concedere denaro al Federagrario per i mutui agricoli, quando da altri settori ricavano interessi molto più elevati. Anche per le obbligazioni ci sarebbero delle difficoltà: i titoli verrebbero a costare l'H-12% circa, e quindi la differenza rispetto al 13,80% sarebbe troppo esigua. L'on. Savio vuole sottolineare un altro punto dei provvedimenti legislativi emanati giovedì, che costituisce un momento importante per chi ' usufruisce del credito agrario: è il problema delle garanzie. Attualmente la garanzia primaria, in un prestito, dev'essere fornita dall'agricoltura, mentre il Fondo interbancario di garanzia concede quella di secondo grado. Ora il governo ha deciso che sia estesa la copertura del Fondo interbancario di garanzia alle operazioni di finanziamento poste in essere ai sensi di leggi regionali. Cioè, ci sarebbe una forma di fidejussione pubblica come garanzia primaria. In sintesi, i provvedimenti governativi contengono, oltre a misure contingenti per allentare la stretta creditizia, dei punti fortemente innovatori. « Finalmente ci si è resi conto — dice l'on. Savio — che l'intervento in agricoltura non è settoriale: se riuscia-, mo a produrre di più e meglio, concorriamo in misura I notevole al ripiano della bilancia commerciale con l'estero, che è uno dei punti neri della nostra economia ». Livio Burato L'on. Emanuela Savio

Persone citate: Emanuela Savio, Livio Burato

Luoghi citati: Liguria, Piemonte, Torino, Valle Di Aosta