In Piemonte 180 mila operai senza un lavoro

In Piemonte 180 mila operai senza un lavoro In Piemonte 180 mila operai senza un lavoro La situazione esposta in Consiglio regionale durante il dibattito sul bilancio - Come superare la crisi Il dibattito sul bilancio regionale ha avuto — e non poteva essere altrimenti — una direzione unica: la crisi economica del Piemonte e i modi che la Regione ha di intervenire. Un intervento che non solo tamponi le falle congiunturali, ma sia l'inizio di «uno sviluppo diverso». Su questo punto il consenso è totale. La drammaticità della situazione è stata esposta in modo capillare ieri mattina dal comunista Sanlorenzo, vicepresidente del Consiglio. «Nella sola provincia dì Torino la federazione Cgil, Ctst, UH denuncia una situazione interessante 190 aziende tessili, metalmeccaniche, chimiche, nelle quali 144.946 lavoratori sono a cassa integrazione». Nelle altre province: Asti, 4000 in Cassa integrazione; Vercelli, 5 mila; Cuneo, 4000. Nel Bìellese sono 11 mila (e «anticipano la tendenza che già ha portato a 600 licenziamenti negli ultimi tre mesi e mettono in discussione nuovamente la struttura di un settore e di una zona che dal '60 al '70 ha perso 10 mila lavoratori; si temono altri 2000 licenziamenti nel settore tessile»}; nel Novarese 2262 alla sola Montedison di Verbania, 1370 nel settore metalmec. canteo, 3215 in quello tessile. «In totale il Piemonte lamenta oggi 1S0 mila lavoratori in cassa integrazione; altre migliaia sono in pericolo di licenziamento e molti sono già stati licenziati». Ancora un dato e riguarda Asti: chiusura della Sica, minaccia di 850 licenziamenti alla Ib-mei, chiusura della Sica, mancato rinnovo del contratto a 130 stagionali della Saclà, chiusura della Madamassa con 230 licenziamenti, eccetera. Ancora un comunista, Raschio, ha trattato dell'artigianato chiedendo fra l'altro una politica di aree attrezzate gestite dalla Regione e un piano per le mostrefisse dedicate a questo settore e alla piccola industria. Sull'agricoltura ha parlato ancora un comunista, Ferraris, chienendo fra l'altro «progetti speciali per irrigazione, forestazione, disinquinamento delle due Bormide» eccetera, mentre il suo compagno di partito, Vecchione, si è fermato sulla sanità e assistenza sociale lamentando che «nulla di innovativo, costruttivo, razlonalizzatore, è stato messo in opera per il miglior funzionamento della rete ospedaliera». Ospedali: il liberale Rossotto ha denunciato il «drammatico ed esplosivo fenomeno dell'assenteismo che raggiunge punte del 40 per cento facendo aumentare i costi». Il pll non trova valida l'Impostazione del bilancio che minaccia di «aumentare i residui passivi che già si sono accumulati in questi anni passati». Giudizio negativo sul bilancio dunque, mentre positivo è stato quello del socialdemocratico Cardinali. Egli ha però rilevato che «i nostri interventi seguono i fatti intervenendo secondo le possibilità». Bisogna trasformare quest'azione «a posteriori» in un'azione preventiva: «JVol dobbiamo anticipare il futuro e questo bilancio ha in sé le qualità che ci consentono di contribuire al rilancio dello sviluppo economico». Il «rilancio» è l'argomento su cui tutti puntano insistito sul potere politico che la Regione (consiglio e giunta) deve assumersi «per un controllo democratico della situazione» e per interventi soprattutto nel settore della piccola e media industria, «puntando su Iniziative pe' il credito agevolato di esercizio, assistenza tecnica e assistenza commerciale». Formazione professionale e scuola sono i temi toccati dal comunista Revelli e dalla de Soldano che ha abbinato il diritto Sanlorenzo ha allo studio con i problemi dell'edilizia scolastica. Revelli è stato molto duro con la giunta « che ha imposto soluzioni arretrate sul terreno legislativo, rispetto a quanto era venuto avanti sia nel dibattito della commissione consiliare sia nel confronto con la società regionale ». I democristiani Falco, Menozzi e Franzi, hanno insistito invece sull'agricoltura chiedendo la costituzione di un'azienda regionale forestale con intervento delle comunità montane e, in particolare Franzi, provvidenze per l'allevamento del bestiame. « Gli allevatori piemontesi hanno saputo resistere — ha detto e bisogna insistere su questa strada, con una maggiore utilizzazione del territorio ». II dibattito riprenderà martedì mattina e si concluderà in serata con il voto.

Luoghi citati: Piemonte, Torino, Verbania, Vercelli