I corsi hanno chiesto all'Onu un appoggio per l'autonomia

I corsi hanno chiesto all'Onu un appoggio per l'autonomia Un passo che mette in imbarazzo Parigi I corsi hanno chiesto all'Onu un appoggio per l'autonomia /Nostro servizio particolare) Parigi, 20 febbraio. La «questione corsa» è arrivata all'Onu. E' stato il principale dei movimenti autonomistici dell'isola, l'Azione per la rinascita della Corsica (Are), a inviare una lettera in cui le delegazioni del Palazzo di Vetro vengono «informate» delle rivendicazioni locali. Il segretario generale dell'Are, Max Simeoni, sottolinea che si tatta, appunto, di un'«informazione», smentendo che si siano volute investire le Nazioni Unite di una questione che resta problema interno della Repubblica francese. Ben lontani dalle limitate frange secessioniste corse, i militanti dell'Are si limitano infatti a chiedere uno statuto d'autonomia interna: escludendo il separatismo, lasciano volentieri al governo di Parigi ogni autorità in fatto di affari esteri e di difesa nazionale. «Tale statuto — dice la lettera informativa all'Onu — permetterà il riconoscimento giuridico del popolo corso, quindi il suo diritto imprescrittibile alla vita, ristabilirà il senso civico e restituirà al popolo i beni che gli sono stati alienati e permetterà la scelta democratica dei modi di sviluppo economico e sociale». Questo passo degli autonomisti corsi, che nonostante la restrittiva interpretazione è evidentemente destinato a mettere in imbarazzo il governo di Parigi, viene nel momento in cui l'isola è posta di fronte al progetto governativo che la vuole divisa in due dipartimenti, e all'attività di una missione interministeriale di pianificazione e sviluppo, ugualmente nominata da Parigi e attualmente al lavoro in Corsica. a. v. Rabin: con Washington nessun patto militare Tel Aviv, 20 febbraio. Il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin ha escluso oggi che il suo Paese possa essere interessato a un patto di difesa militare con gli Stati. Uniti quale garanzia accessoria nel caso di nuovi accordi con i Paesi arabi. « La posizione di Israele — ha affermato davanti agli studenti dell'Università Bar Ilan, nei pressi di Tel Aviv — è e rimane contraria a rivolgersi agli Stati Uniti o ad altri Paesi e a chiedere garanzie per la proposta sicurezza e sopravvivenza ». Avanzando nei giorni scorsi l'ipotesi di un patto militare tra Gerusalemme e Washington, alcuni osservatori avevano affermato che tale patto avrebbe potuto facilitare il raggiungimento di un nuovo accordo tra Israele e l'Egitto. Rispondendo a domande degli studenti circa il recente viaggio compiuto nel Medio Oriente da Kissinger, Rabin ha ribadito la propria fiducia nella politica dei « piccoli passi » del segretario di Stato americano e ha ripetuto che la possibilità più concreta è attualmente quella di un nuovo accordo « separato » con l'Egitto. (Ansa)

Persone citate: Kissinger, Max Simeoni, Rabin, Yitzhak Rabin