Gli armatori privati tornano a riunirsi di Paolo Lingua

Gli armatori privati tornano a riunirsi Preoccupati dal piano della Finmare Gli armatori privati tornano a riunirsi (Dal nostro corrispondente) Genova, 20 febbraio. Il «Piano Finmare» forse porterà la riunificazione, sul piano associativo, degli armatori privati, attualmente divisì — dal 1957 — in tre organizzazioni. «La prospettiva d'una massiccia immissione di naviglio mercantile — dicono a Genova negli ambienti sindacali — ha fatto superare i contrasti d'interesse e quelli personali. Dalle carene vengono raschiate ruggini vecchie di vent'anni». Circola, specie tra i più giovani sindacalisti, una battuta per definire le operazioni di avvicinamento e i contatti in corso: «I "fratelli della Costa" stanno ritrovando la loro Tortue». Al di là dell'umorismo, c'è però un problema reale, concreto, di rilanciare una politica armatoriale comune. Nelle sedi delle due maggiori associazioni, la Armatori Liberi (Lolli Ghetti, Fassio, De Franceschini, gruppo Monti, pari a circa 2 milioni di tonnellate di naviglio) e la Confitarma (Costa, Ravano, Cameli, D'Amico, Maresca, con 2 milioni e 800 mila tonnellate di flotta), i contatti, a livello romano e a livello genovese, si sono infittiti. La settimana scorsa l'accordo era Quasi fatto, grazie agli sforzi di Alberto Fassio da una parte e di Francis Ravano dall'altra, sollecitati dal mediatore «naturale», cioè dal più grosso esponente della terza associazione la «Armatori Meridionali» (1 milione e 300 mila tonnellate circa di navìglio). Ercole Lauro. All'ultimo momento , all'interno della Confitarma il processo di unificazione è stato rallentato, in seguito all'intervento del vecchio Angelo Costa, ex presidente della Confindustria: l'unità, che però tutti ritengono necessaria, ha subito uno slittamento. Si parla di alcuni mesi; poi il «vecchio leone» cederà, per necessità di cose, la «leadership» nel campo armatoriale a Glauco Lolli Ghetti, le cui fortune, industriali, marittime e finanziarie sono in continua ascesa. C'è una posizione di «attenzione interessata» se non addirittura di «collaborazione» con il settore pubblico che caratterizza la Armatori Liberi. Fassio, da quattro anni alla testa dell'associazione, e Lolli Ghetti sono favorevoli a una politica di programmazione, e non solo a livello nazionale, di impegno e di dialogo con il potere pubblico: in pratica, la loro azione tende a creare i presupposti di una serie di interventi che evitino che la nuova, gigantesca flotta mercantile di Stato metta in difficoltà l'armamento privato. Questa politica è anche dettata dalle strutture delle loro flotte, quasi esclusivamente formate da cisterne, navi per i trasporti di massa e portacontainers, naviglio che viene poi noleggiato. Fassio e Lolli Ghetti sono stati, in un certo senso, gli antesignani d'una politica che oggi i sindacati, e quindi la stessa direzione Finmare, condividono: lo sviluppo dei trasporti di merci cosiddette di massa e l'eliminazione delle linee passeggeri. La corsa verso l'unificazione sindacale li vede, infatti, in una posizione avvantaggiata anche per un certo favore che l'«Armaliberi» gode presso i sindacati dei marittimi. Si parla, tra l'altro, di creare a Genova, appunto tra sindacato unitario e l'Armatori Liberi un ufficio studi in comune. Ma se Fassio, Lolli Ghetti e De Franceschini possono im¬ pegnarsi in una politica economica di scelta delle tecnologie avanzate (navi nuovissime e sistemi di trasporti avveniristici), e della collaborazione con il capitale pubblico — vedi l'accordo Egam-Fassio — la situazione per la «Confitarma» e più complessa. Indipendentemente dall'atteggiamento e dalla «filosofia» di Angelo Costa, geloso difensore dell'autonomia privata e liberista, la situazione delle loro flotte, formate da armamento convenzionale e ancorate al traffico passeggeri (specie per il Sud America), li costringe a non impegnarsi in politiche a lungo termine e soprattutto a programmazioni vincolate e vincolanti. La recessione nel settore dei trasporti petroliferi, la continua flessione nel settore passeggeri, l'annunciata riapertura del Canale di Suez sono elementi che incidono e incideranno sulle scelte dei prossimi mesi: l'unificazione. Se scatterà, come si presume, in autunno, porterà diverse alleanze e non soltanto strettamente politiche. Un fatto comunque è certo: gli avvenimenti dì questi ultimi mesi hanno costretto gli armatori, in genere restii a uscire dal loro ambiente, a compiere sempre più frequenti viaggi a Roma: è un aspetto psicologico, in una città come Genova che pure sta lentamente ma sensibilmente trasformandosi, da non sottovalutare. Paolo Lingua

Luoghi citati: Genova, Roma, Sud America, Suez