Soltanto dure critiche all'affare Egam-Fassio di Emilio Pucci

Soltanto dure critiche all'affare Egam-Fassio Ieri alla Commissione della Camera Soltanto dure critiche all'affare Egam-Fassio Il presidente dell'Ente ha difeso l'acquisto - Tutti i parlamentari si sono dichiarati contrari • Si è deciso di ascoltare il ministro delle Partecipazioni - Sicuramente se ne discuterà in Parlamento - I due consiglieri Egam del psi forse si dimetteranno Roma, 20 febbraio. Il Parlamento dispone da oggi di dati completi per valutare a fondo il tanto chiacchierato uaffare Egam-Fassio» e il giudizio è totalmente negativo. A fornire i dati è stato lo stesso presidente dell'Ente minerario, Mario Einaudi, che stamane ha spiegato alla Commissione bilancio e partecipazioni statali della Camera i motivi dell'acquisto da parte della Vetrococke (controllata dall'Egam) di un terzo delle azioni della società Villain e Passio. A conclusione dell'animata seduta i parlamentari di tutti i gruppi hanno confermato la volontà di discutere la questione in aula, direttamente col governo, cioè con il ministro delle Partecipazioni Statali Bisaglia, al fine di chia¬ mare tutti gli Enti di gestione industriale dello Stato ad un più chiaro rapporto nei confronti del Parlamento, il quale, come ha detto il socialista Mariotti, è sempre chiamato a stanziare fondi per certe finalità ma non riesce mai a sapere quale esatto uso ne viene fatto. Ma prima ancora che in Aula è stato deciso di ascoltare in Commissione il ministro Bisaglia. In serata il segretario socialista De Martino ha comunicato alla direzione del suo partito l'opinione che si debbano dimettere i due rappresentanti del psi dal consiglio di amministrazione dell'Egam, onde provocare «un totale chiarimento». La seduta in Commissione è stata aperta, come si è detto, dalla relazione di Mario Einaudi che ha nuovamente difeso la convenienza economica dell'operazione in quanto essa rientra ((nell'ottica del gruppo integrato che, pur non trascurando i problemi di proprie aziende in difficoltà, tende a sviluppare altre attività che armonizzandosi con quelle esistenti, consentono di ottenere, anche nel breve periodo, positivi sviluppi nell'obiettivo più generale di assicurare al gruppo stesso una economicità globale». Chiarito questo suo punto di vista, il presidente dell'Egam ha ricordato le varie fasi dell'accordo che, dopo alcuni contatti informali, si è concretizzato nella seconda metà di gennaio, con l'offerta alla società Vetrocoke di acquistare una partecipazione nel gruppo Fassio. In pratica l'o- perazione è stata definita il 23 gennaio, in seguito alla delibera del comitato esecutivo dell'Italcasse che ha interamente fornito i mezzi finanziari. La quota del pacchetto azionario acquisita è del 33 per cento per un prezzo complessivo di 11 miliardi 500 milioni di lire, pari ad un milione 633 mila 200 azioni: ciascuna azione è venuta quindi a costare 6944,44 lire. Inoltre, i proprietari della totalità del pacchetto azionario Fassio, i signori Franca Tomellini Fassio e Alberto Fassio hanno rilasciato due opzioni per il rilievo, in un primo tempo, del 17 per cento, necessario per ottenere una partecipazione paritetica e in un secondo momento di un ulteriore 5 per cento, per ottenere la maggioranza assoluta: le due opzioni, ha detto Einaudi, sono esercitabili entro il 15 dicembre 1975, la prima, e tra il giugno e l'agosto 1976 la seconda. La Villain e Fassio svolge attività preminente nel campo dei trasporti marittimi: la flotta sociale si compone di cinque navi per un totale di circa 350 mila tonnellate di portata lorda ed una porta containers: l'attuale quota di partecipazione della Vetrocoke nella Fassio riguarda quindi un tonnellaggio di circa 115 mila tonnellate. In altre parole, il gruppo Fassio metterà a disposizione della Vetrocoke due navi. Einaudi ha quindi spiegato che l'operazione «è stata resa necessaria dal grande quantitativo di carbone coke e minerali metallurgici che VEgam trasporta annualmente: dai calcoli compiuti risulta che le aziende del gruppo importano via mare il 7 per cento circa del complesso di merci alla rinfusa che giungono nei porti nazionali con navi battenti bandiera italiana (3,5 milioni di tonnellate) ed esportano il 5,7 per cento del complesso dei carichi alla rinfusa in partenza dai porti italiani (750 mila tonnellate)». Aggiungendo a questi dati quelli che si riferiscono al traffico marittimo internazionale, Einaudi ha calcolato che «in media una nave di 20 mila tonnellate è impegnata giorI nalmente in operazioni di ca1 rjc0 e scarico per conto di e e un'azienda del gruppo». Il presidente dell'Egam ha infine parlato dei contatti avuti con la Finmare, confermando che è stato raggiunto «un accordo in base al quale si procederà alla costituzione di una società cui il gruppo parteciperà per il 49 per cento e la Finmare per il 51 per cento ». Ci sono state poi le doman de dei deputati e le risposte di Einaudi. Da parte soprat tutto del comunista D'Alema del socialista Mariotti e del repubblicano Giorgio La Malfa è stato osservato che l'utile della Vetrocoke non consente di acquistare la Villain e Fassio. Einaudi ha replicato d'aver avuto un prestito sul quale paga un interesse del 17 per cento. Controreplica dei deputati: tale prestito costa 1,9 miliardi l'anno mentre la parte di utile della Fassio spettante all'Egam non raggiunge i 200 milioni. L'operazione, hanno quindi detto tutti i deputati, non ha alcuna motivazione o giustifi cazione di carattere economico: essa, hanno detto specialmente D'Alema e La Malfa, è quindi attuata solo a fini politici, per acquisire i due giornali dei Fassio e le loro società di assicurazione. Einaudi ha risposto che tali attività saranno subito scorporate e che l'Egam s'aspetta, con l'acquisto delle navi Fassio, di far scendere del 10 per cento il costo dei noli sopportati. Emilio Pucci

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