Anche gli studenti alle urne di Felice Froio

Anche gli studenti alle urne Anche gli studenti alle urne Scuola: confronto alla vigilia del voto Vivaci assemblee al «D'Azeglio» e al «Ferraris» di Torino Tra gli extraparlamentari di sinistra pochi gli « astensionisti » A tre giorni dal voto è in pieno svolgimento la campagna elettorale degli studenti delle scuole secondarie superiori. Si susseguono le assemblee di lista per esporre i programmi, i dibattiti diventano più vivaci, s'intensificano i contatti personali per convincere gli incerti. Quattro liste al liceo «Massimo D'Azeglio», due sole allo scientifico «Galileo Ferraris» per le votazioni tra gli allievi. Al «D'Azeglio» ci sono tutti: la lista degli extraparlamentari non astensionisti e dei socialisti (Unità del movimento degli studenti); quella del Comitato studentesco unitario (comunisti, democristiani, socialdemocratici, indipendenti); il Gruppo democratico D'Azeglio (indipendenti); il Movimento studentesco autonomo (la destra). E' attivo anche il Cub (Comitato unitario di base) che non ha presentato la lista perché è astensionista. All'assemblea di oggi sono intervenuti tutti i rappresentanti delle liste, tranne la destra, che alcuni hanno definito «fascista». Al «Ferraris» una lista riunisce tutte le sinistre, compresi gli extraparlamentari; l'altra i moderati. I candidati delle due liste, faccia a faccia, si sono confrontati sui punti più importanti del programma. L'assemblea del «D'Azeglio» è del Csu (Comitato studentesco unitario) ed un suo rappresentante espone il programma: parte dalla contestazione del 1968 e, pur esprimendo un giudizio complessivamente positivo, dice che il movimento del 1968 ha denunciato un limite, quello di non aver saputo proporre un programma capace di far proseguire nel tempo la spinta. Rivolgendosi alle forze extraparlamentari le ha definite «gruppi politici aristocratici» ed ha criticato la proclamazione dello sciopero di domani: «Fare uno sciopero due giorni prima delle elezioni è chiaramente strumentale ed è per questo che noi non aderiamo, potevate farlo la prossima settimana, magari in coincidenza con quelli dei sindacati». Poi espone il programma. Nel dibattito intervengono le varie liste. Quelli della lista 3 (Unità del movimento degli studenti) dicono di non farsi fare «ingabbiare» dai decreti delegati, difendono l'assemblea, i collettivi, i delegati di classe, spiegano perché sono favorevoli allo sciopero di domani, non vogliono rinunciare alla «vera democrazia» nella scuola, chiedono che il msi venga messo fuori legge, che vengano individuati quelli che pagano i fascisti e chi c'è dietro. Il Cub (Comitato unitario di base) respinge il giudizio sulla contestazione del 1968 e dice che, senza quel movimento, non sarebbe cambiato nulla nella scuola: «Il 196S ha conquistato l'assemblea, i collettivi». Ha difeso lo sciopero di domani che vuol essere una risposta alla politica re- ! pressiva del governo e della1 polizia. Il «Gruppo democratico D'Azeglio» rifiuta i Consigli dei delegati e tutto quello che è contro i decreti delega¬ trlq ti; è contrario allo sciopero, ribadisce che «la scuola è il luogo dove si deve studiare e quindi non bisogna far entrare la politica dei partiti». «Galileo Ferraris»: un serrato confronto tra le due liste. Quella di sinistra si rifa ai sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil) e al Cogidas (Comitato operativo antifascista) che ha presentato una lista nella scuola; l'alti a si collega alla lista dei genitori «apartitici». Il programma della lista di sinistra parte dalla crisi sociale ed economica del Paese (che «allontanerà dalla scuola soprattutto i figli dei lavoratori») per sostenere una effettiva politica del diritto allo studio (assegni familiari per chi ha figli a scuola, biblioteche di classe in sostituzione dei libri di testo, tesserino a mille lire mensili per i tram; antifascismo, democrazia scolastica, diritto di sciopero sono gli altri punti qualificanti. Si passa al modo di concepire l'antifascismo. La lista 2: l'abbiamo inserito nel nostro programma; per noi il fascismo è quel movimento politico che c'è stato in Italia dal 1922 al 1945, ma è anche fascismo ogni movimento che usa la violenza fine a se stessa. ì Questo non vuol dire che mettiamo sullo stesso piano il fascista con chi mette i picchetti. L'antifascismo non implica | ì la violenza e non deve mettersi contro la legge. Lista 1: «L'antifascismo non si fa solo con le parole; noi sappiamo che ci sono connivenze tra fascisti e alcuni corpi separati dello Stato, sappiamo che non si fa il processo a Valpreda perché non si vuole fare quello a Rauti e per tutte queste cose dobbiamo creare un movimento di massa. Noi abbiamo respinto 300 fascisti che facevano il volantinaggio davanti alla scuola; poi non sono più venuti. Per noi l'antifascismo è un preciso dovere d'ogni cittadino ». Altro argomento di contrasto è l'ingresso nella scuola (nei consigli d'istituto) delle forze sociali, cioè dei sindacati, dei rappresentanti di quartiere e l'apertura della scuola ai cittadini. Lista 2: «La scuola è un momento di formazione dei giovani, non un campo di battaglia sindacale. L'ingresso delle forze sociali rischia di strumentalizzare la scuola». Lista 1: «La scuola non deve essere separata dalla società ed è per questo che deve | aprirsi a tutte le forze sociali. Il contributo che viene dall'esterno ci aiuta ad affrontare certi problemi». Felice Froio

Persone citate: D'azeglio, Ferraris, Galileo Ferraris, Massimo D'azeglio, Rauti, Valpreda

Luoghi citati: Italia, Torino