ll finanziere Marzollo in appello a Venezia di Giuliano Marchesini

ll finanziere Marzollo in appello a Venezia Il processo si è iniziato ieri mattina ll finanziere Marzollo in appello a Venezia Condannato in primo grado a 9 anni di reclusione per un dissesto di circa 40 miliardi - "Sono uno straccio" dice l'imputato (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 19 febbraio. Processo d'appello ad Attilio Marzollo, ex agente di cambio e «mago della Borsa», protagonista di un dissesto per una quarantina di miliardi. Il finanziere veneziano ha la speranza di ricavare una sensibile diminuzione della pena dal dibattito che s'è aperto stamane. In primo grado, vennero inflitti a Marzollo 9 anni di reclusione per bancarotta, truffa e falso. Cinque tra funzionari e impiegati di banca ebbero condanne da 6 mesi a 3 anni e mezzo, altri tre furono assolti per insufficienza di prove. E' passato parecchio tempo da quanto l'ex agente di cambio sollevava clamori con la sua vicenda fatta di spericolate operazioni finanziarie, sospese sopra il vuoto. Adesso Venezia sembra essersi quasi dimenticata di Attilio Marzollo, docile detenuto ospite per il momento della Casa di lavoro della Giudecca. Oggi, all'inizio del processo d'appello, ci sono in tutto 12 persone nel settore dell'aula riservato al pubblico. Il giudice relatore, Ambrogi, ritesse la storia di Attilio Marzollo, rievoca le «acrobazie» borsistiche dell'agente di cambio che manovrava miliardi inesistenti, la pioggia di accuse, le conclusioni del lunghissimo dibattimento di primo grado. Durante una pausa dell'udienza, parliamo qualche minuto con il protagonista del sensazionale «crack». Il volto è pallido, le gote «cascano» un po'. «In questo periodo ho avuto un crollo», dice Marzollo allargando le braccia. Da 3 anni e mezzo in carcere, l'ex agente di cambio ha tentato invano per quattro volte di ottenere la libertà provvisoria. «Speravo sempre che venisse il momento buono, invece niente. Dicono che io, una volta lasciato libero, potrei anche scappare chissà dove. Ma dove credono che possa andare, in queste condizioni? Guardi, comincio la mattina con le iniezioni, son proprio uno straccio». Anche se afflitto, il «mago della Borsa» non ha mai soffocato la sua passione per la finanza, che un tempo fu travolgente. «Si figuri, anche adesso c'è qualcuno che mi dice: Marzollo, se esce di prigione i miei soldi li porto a lei, perché li investa. Certo, non mi sarebbe possibile ri¬ mettermi a fare lo stesso mestiere. Ma anche sotto il tavolo, come si dice, qualcosa riuscirei ancora a combinare, glielo assicuro». Attilio Marzollo insiste nell'intento di ridimensionare la sua incredibile vicenda, parla con desolazione dell'esito del processo di primo grado. «Se l'aspettava?». «Cosa? La bota che g'ho ciapà? Ma neanche per sogno. Ero convinto che, al massimo, mi avrebbero dato 5 anni. Invece mi son preso quella stangata. E senta: di soldi, a me non ne sono rimasti in tasca ». Adesso l'ex agente di cambio veneziano è tornato davanti ai giudici con rinnovata speranza. «Finora non ho avuto nemmeno le attenuanti. E pensare che, se avessi potuto continuare a darmi da fare, non sarei neanche finito in carcere. Sono convinto che in poco tempo sarei riuscito a mettere a posto tutto». In mezzo a questo mare di guai, Attilio Marzollo pensa alla Borsa, alle quotazioni. E rimane attaccato a quella sua teoria del «rialzo» che alla fine lo fece precipitare dalla sbilenca impalcatura. «I miei più grandi nemici — conclude — sono stati i così detti ribassisti». Giuliano Marchesini mslsglscmn

Persone citate: Ambrogi, Attilio Marzollo

Luoghi citati: Venezia