"Genova si vergogna del piano Finmare" di Paolo Lingua

"Genova si vergogna del piano Finmare"Lo ha detto ieri sera il sindaco "Genova si vergogna del piano Finmare" Progetto di compromesso della de (Dal nostro corrispondente) Genova, 17 febbraio. « Respingiamo il piano Finmare perché è inaccettabile per Genova e perché umilia la città e l'intera economia marittima ». La frase, a conclusione d'un duro intervento nella « sala rossa » di Palazzo Tursi, del sindaco di Genova Giancarlo Piombino, ha provocato un applauso dalle tribune del pubblico, gremite di marittimi e di dipendenti degli uffici direzionali delle compagnie genovesi di bandiera, i quali avevano scioperato per poter assistere al dibattito. Il sindaco ha svolto una relazione sul progetto di ristrutturazione della flotta Pin (preminente interesse nazionale) accettando completamente la posizione critica già espressa dai sindacati unitari dei marittimi nei giorni scorsi: al termine d'un acceso dibattito che ha visto protagonisti tutti i partiti presenti in consiglio, è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno nel quale, in sintesi, s'è chiesto che vengano riconfermati gli impegni già assunti in sede di approvazione della legge nazionale di riforma della marineria italiana. In pratica i consiglieri comunali di Genova hanno soprattutto insistito sulla « interpretazione » dello spirito della riforma e della legge che ritengono « traditi » dal progetto di attuazione elaborato a Roma dalla direzione Finmare. Il braccio di ferro tra la capitale politica e la capitale marittima del Paese continua. Con l'approvazione dell'ordine del giorno, s'è conclusa una giornata molto intensa che ha visto i lavoratori della Finmare e i sindacati in continuo contatto con gli enti pubblici elettivi: la Regione, i parlamentari liguri, il Comune. In questo contesto, in mattinata, s'è registrata una novità: i parlamentari liguri democristiani hanno presentato una « proposta alternativa », una sorta di « contropiano Finmare », relativamente alla situazione della società « Italia », che potrebbe sbloccare ima situazione estremamente tesa. Tra l'altro, domani, a Roma, dovrebbero iniziare i lavori della commissione consultiva — di politici, tecnici e sindacalisti — che dovrebbe poi riferire un « parere » al ministro della Marina Mercantile riguardo alla proposta della società Finmare. In che cosa consiste la « modifica » proposta dai parlamentari de? Secondo il progetto contestato dai sindacati, la società « Italia » dovrebbe perdere, nel giro di 3 anni, tutta la sua flotta passeggeri che è formata dai « giganti del mare », i grandi transatlantici «Michelangelo» e «Raffaello » ormai passivi e che viaggiano semivuoti e, di conseguenza, licenziare 5000 marittimi e circa 500 impiegati amministrativi. Tutto senza che si realizzi una nuova flotta mercantile, capace di assorbire le unità lavorative rimaste prive di occupazione. La « modifica » dei parlamentari democristiani prevede uno « slittamento » della eliminazione della flotta passeggeri nell'arco più ampio di cinque anni: in modo da creare i presupposti per la costruzione di nuove unità mercantili e da crociera tali da ristrutturare la vecchia società « Italia » e da impedire l'allontanamento del personale. In questo senso dovrebbero essere ordinate ai cantieri specializzati 28 navi merci e 4 da crociera, come già previsto dal piano dei sindacati. Inoltre è precisato che ad ogni smantellamento deve corrispondere una adeguata sostituzione nel servizio: il che equivale a un piano molto rigoroso di « turn-over » del naviglio, al fine di difendere i livelli di occupazione. A Genova il fenomeno dell'occupazione marittima non è evidentemente fine a se stesso, ma crea un volano di interessi economici che investe un terzo della città. Paolo Lingua

Persone citate: Giancarlo Piombino