Razzia in 90 minuti di Francesco Fornari

Razzia in 90 minuti Razzia in 90 minuti (Dal nostro inviato speciale] Milano, 17 febbraio. Ventotto tele della famosa raccolta Grassi, custodita nei saloni della Galleria d'arte moderna di Milano (che ha sede nella villa comunale di via Palestro), sono state rubate la scorsa notte. Un ennesimo furto che si aggiunge alla ormai lunga lista delle opere d'arte trafugate: di questo passo il nostro patrimonio artistico rischia di scomparire. Il valore dei dipinti rubati (opere di Van Gogh, Gauguin, Renoir, Fattori, Corot, Segantini, Van Utrecht, Billet, Signorini, De Nittis, Sisley, Jongkind, Vuillard, Bonnard, Ensor, Morisoth, Boccioni, Balla e l'unico quadro di Cézanne appartenente a musei italiani) si aggira sui tre miliardi. Si tratta di opere che possono essere facilmente collocate sul mercato «nero» italiano e internazionale: quadri famosi ma vendibili, insomma, contrariamente a quelli rubati pochi giorni or sono a Urbino (un Raffaello e due Piero dei- la Francesca), il cui valore è inestimabile e la possibilità di trovare un acquirente praticamente nulla. Anche in questa occasione i ladri hanno dimostrato di conoscere perfettamente usi e abitudini dei guardiani (hanno agito approfittando di un periodo di due ore durante le quali la sorveglianza si allenta per l'avvicendamento delle guardie), l'ubicazione delle sale (si sono mossi nel buio senza esitazione) e, particolare ancora più grave, i malviventi sapevano che l'impianto antifurto non avrebbe funzionato. Non c'è stato allarme infatti: il dispositivo collegato al centralino nell'ufficio dei sorveglianti non si è fatto sentire. Un guasto? In merito gli inquirenti non si sono ancora pronunciati: sembra che i ladri siano entrati nella villa attraverso una finestra del primo piano priva del dispositivo di allarme. Una delle poche che per la sua posizione,' ritenuta sufficientemente sicura, ne è ancora sprovvista. Resta comunque il fatto che, una volta all'interno, i malfattori hanno dovuto aprire alcune porte collegate col sistema antifurto. Questo, almeno, è quanto mi ha detto uno dei sorveglianti. Restio a parlare, brusco di modi, diffidente perché «i giornali non dicono mai la verità», si è limitato ad un'ap¬ passionata difesa dei colleghi del turno di notte, trattenuti ancora in questura per gli interrogatori, affermando che «il segnale elettrico d'allarme è soggetto a guasti. Stamane quando l'abbiamo provato, funzionava regolarmente. Non è certo però che fosse a posto anche durante la notte». Proprio da questo signore ho appreso che la finestra dalla quale sono passati i ladri non era collegata con l'impianto antifurto perché «è molto alta, occorre almeno avere una scala di sei metri per raggiungerla». Stranamente per i responsabili della Galleria d'arte moderna milanese, ritenuta una delle più «sicure d'Italia», come aveva detto recentemente la direttrice Mercedes Garberi Precerutti, ciò sarebbe stato sufficiente a scoraggiare le imprese ladresche. Come se per ladri così ben organizzati la «scalata» per raggiungere una finestra alta sei metri potesse essere un ostacolo insormontabile. Resta poi il dubbio che i malviventi siano entrati servendosi addirittura di chiavi false. Questa possibilità sarebbe emerse durante il sopralluogo della polizia scien- Francesco Fornari (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Luoghi citati: Italia, Milano, Urbino