Madrid: la corte riduce le pene a Camacho e ai suoi 9 compagni

Madrid: la corte riduce le pene a Camacho e ai suoi 9 compagni Il processo contro i sindacalisti Madrid: la corte riduce le pene a Camacho e ai suoi 9 compagni Madrid, 15 febbraio. Con una decisione cui non deve essere stata del tutto estranea la forte pressione dell'opinione pubblica interna e internazionale, la corte suprema spagnola ha drasticamente ridotto le pene inflitte in prima istanza ai «dieci di Carabanchel», nove operai e un prete cattolico arrestati nel 1972 per associazione illegale. Quattro imputati sono stati rimessi immediatamente in libertà. Il principale imputato, Marcellino Camacho, di 57 anni, ha visto ridotta la pena da venti unni a sei. Per Eduardo Saborido, da 20 anni a 5. Padre Francisco Garda Salve, che a differenza degli altri è detenuto nel carcere di Zamora, dovrà scontare cinque unni invece dei 19 inflittigli nel processo di prima istanza. Lo stesso per Nicolas Sartorius. La pena di Juan Marcos è stata ridotta da 18 anni e 4 mesi a 4 anni e 2 mesi, quella di Fernando Soto da 17 anni e 4 mesi a 4 anni e 2 mesi. Miguel Zamora, 27 anni, Francisco Agosta, 28, Luis Fernandez Costilla, 32, e Fedro Santiesteban, 29, hanno lasciato il carcere di Carabanchel un'ora dopo la sentenza della corte, perché il periodo già trascorso in stato di detenzione superava largamente l'entità delle nuove pene. La motivazione con cui la corte suprema ha spiegato la riduzione delle pene è che i dieci si riunirono illegalmente, ma solo come membri e non come capi delle «Commissioni operaie», l'organizzazione sindacale clandestina operante in contrapposizione ai sindacati ufficiali sotto controllo governativo. Si riteneva che la sentenza avrebbe scongiurato la possibilità di scioperi e dimostrazioni di protesta come quelle che scoppiarono quando un anno fa i dieci vennero condannati a un totale di 162 anni di carcere. Si è appreso invece che organizzazioni antigovernative hanno inziato a distribuire volantini che proclamano per giovedì prossimo uno sciopero generale a Madrid. Secondo fonti clandestine, lo sciopero mira a paralizzare banche, trasporti, scuole, uffici e ospedali della capitale. I suoi obiettivi: miglioramenti salariali e maggiori libertà politiche, compreso il riconoscimento del diritto di sciopero. Nel corso del processo di appello, l'avvocato difensore di Camacho, Joacquin Ruìz Jimenez, ex ministro dell'Educazione e leader democristiano, aveva detto ai giudici che l'accusa di riunione illegale non era stata provata, che nel processo di prima istanza non erano stati ammessi testimoni a discarico e che il dibattimento si era svolto per giunta in una atmosfera di eccezionale tensione, coincidendo la sua apertura con l'assassinio del primo ministro Carrero Bianco. Un altro difensore, Marciai Fernandez Montes, aveva definito le prove presentate contro gli imputati «vaghe, imprecise, confuse e basate su congetture ». La corte suprema, evidentemente, non ha tenuto conto di queste argomentazioni, limitandosi semplicemente a constatare che non è stata provata l'accusa della polizia che i dieci erano capi e non semplici membri delle commissioni operaie. I giudici hanno quindi ritenuto che non si dovessero applicare le pene massime come aveva fatto invece il tribunale di prima istanza. (Ap)

Luoghi citati: Madrid