Ancora la tempesta sull'Europa verde
Ancora la tempesta sull'Europa verde Dopo Paccordo di Bruxelles Ancora la tempesta sull'Europa verde L'Italia ha ottenuto benefìci per 350 miliardi, ma è stata sconfìtta nel settore ortofrutticolo - Soltanto l'unione monetaria può salvare la Cee agricola - Ritorna il problema dei fertilizzanti Giovedì la Cee ha fissato i nuovi prezzi dei prodotti agricoli. Anche se il ministro Marcora non ha voluto definire «un successo» l'accordo raggiunto a Bruxelles, è certo che la delegazione italiana l'ha spuntala su parecchi punti importanti: dal grano duro all'olio d'oliva (che riceveranno le stesse integrazioni di prezzo della scorsa campagna), dalle bietole (premi di 490 lire il quintale) alla zootecnia (oltre 30 mila lire per ogni vitello nato quest'anno). Complessivamente l'Italia ha ottenuto benefici per 350 miliardi di lire. Dove invece siamo stati sconfitti è nel settore degli ortofrutticoli, ai quali non è stata riconosciuta la preferenza comunitaria. Ciò vuol dire, soprattutto, che le arance, i mandarini, i pompelmi, i limoni italiani continueranno a subire la dura concorrenza di quegli israeliani, spagnoli, marocchini, greci e statunitensi (per i limoni). Un'altra considerazione negativa riguarda la Comunità Europea, che non è cerio rafforzata da questo accordo agricolo raggiunto in extremis. Come già sci mesi or sono, quando si è rischiata la rottura per l'intransigenza tedesca, così giovedì scorso si è faticato non poco per trovare punti comuni a nove agricolture troppo diverse. L'Europa verde non ha retto alla tempesta monetaria degli ultimi due anni, e forse nel 76 sarà del tutto impossibile trovare un accordo sui prezzi agricoli, come si è riusciti a fare con grandi difficoltà la scorsa settimana. L'unica via per salvare la Cee agricola (il che vuol dire la Cee) è l'unione monetaria, cioè una moneta comune per i nove Paesi. Ottenuti i nuovi prezzi ed allentata la stretta creditizia, i problemi per gli agricoltori italiani non sono certo finiti. Quello più grave è oggi la scarsità di fertilizzanti, che mette in pericolo i raccolti di quest'anno. Trovare fertilizzanti è sempre più difficile. Se ne lamentano tutti gli agricoltori; è stato sottolineato ancora la scorsa settimana a Torino in un incontro organizzato dal Ciacap (un consorzio di cooperative), al quale ha partecipato anche il ministro dell'Industria Donat-Cattin. E" stato osservato che la Monledison e l'Anic, le quali hanno in pratica il monopolio, consegnano i prodotti col contagocce. Ma si avvicinano le semine primaverili ed alcune colture sono in pericolo, o meglio è in pericolo la produzione. Ad esempio, la carenza di fertilizzanti, specie di urea, è drammatica nelle zone risicole. Con il mese di marzo s'iniziano nelle risaie i lavori di preparazione del terreno e per non compromettere le rese è indispensabile eseguire adeguate concimazioni. Gli agricoltori ricordano di aver avuto le stesse difficoltà nello scorso autunno. Si diceva allora che le grandi industrie nazionali non avessero interesse a vendere i fertilizzanti in Italia, dove i prezzi erano più bassi che sui mercati esteri; si era anche parlato d'imboscamenti. Il governo concesse in ottobre gli aumenti c le consegne ripresero in parte. Ora si ripresentano le stesse difficoltà; ad esempio, i risicoltori si vedono respinti dalle fabbriche produttrici gli ordini, mentre quelli accettati nel novembre scorso non sono ancora stati evasi. E' necessario, una volta per tutte, che la produzione dei fertilizzanti sia controllata dal governo, e non lasciata in mano a un monopolio che, quando vuole l'aumento di prezzo, non ha da far altro che far mancare il prodotto. Livio Burato
Persone citate: Anic, Donat-cattin, Livio Burato, Marcora
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