Pronto il piano Montefibre " Nessuno verrà licenziato"
Pronto il piano Montefibre " Nessuno verrà licenziato"Sarà presentato al governo entro marzo Pronto il piano Montefibre " Nessuno verrà licenziato" Poche le anticipazioni: si punta anche alla produttività ed economicità delle aziende - La proposta di "concentrazione" respinta dai sindacati Roma, 14 febbraio. La Montefibre ha confermato oggi che «entro i primissimi giorni di marzo» presenterà al governo e ai sindacati i nuovi programmi di ristrutturazione per le sue aziende tessili. I dirigenti della società legata alla Montedison stanno già lavorando attorno al piano, ma nessuna anticipazione è trapelata, se non quella generica di mantenimento dei livelli occupazionali, unita alla produttività ed economicità delle aziende stesse. La situazione resta quindi fluida in attesa di conoscere le reali intenzioni (riconversione e ampliamento o smantellamento degli impianti) della Montefibre, che ha respinto l'accordo del 7 aprile 1973 con i sindacati, perché ormai scarsamente economico. L'accordo in questione prevedeva la ristrutturazione e la conversione di alcuni complessi industriali della Montefibre, fra cui quelli di Chatillon e di Vercelli. Inoltre, nella piana di Mergozzo, nel Verbano, avrebbe dovuto sorgere uno stabilimento per la produzione del nylon 66. I programmi sono ora saltati perché l'azienda sostiene che i fondi del piano, compresi i finanziamenti e le agevolazioni da parte dello Stato, si sono presto esauriti e che nel frattempo la situazione nel settore tessile si è fortemente appensantita (le flessioni nel volume degli affari sono mediamente del 30-40 per cento) da richiedere una nuova politica di produzione concentrata (senza alcun dan- no, però, per l'occupazione). I sindacati hanno respinto seccamente le proposte di concentrazione della Montefibre, sospettando che dietro all'inadempienza all'accordo del 1973 vi sia esclusivamente una volontà riduttiva. I rappresentanti dei lavoratori, poi, credono poco alle attuali promesse sui livelli occupazionali e a dimostrazione della «cattiva volontà» della Montefibre portano avanti le migliaia di dipendenti messi in cassa integrazione e il «bisogno» del Valle Susa (un'azienda associata) di perdere 60 giornate lavorative nelle fabbriche di Lanzo e di Susa, con il collocamento a cassa integrazione a zero ore dei dipendenti. La Regione Piemonte nella riunione di ieri si è associata alla protesta dei sindacati chiedendo la revoca di tutte le sospensioni di lavoratori e l'attuazione dell'impianto di Mergozzo, indispensabile per alleviare in qualche modo la crisi del Verbano. Tuttavia, gli incontri dell'altra sera del ministro dell'Industria Donat-Cattin lasciano sperare che la situazione venga riesaminata serenamente. Negli stessi ambienti della Montefibre stamane si è accennato alla possibilità di creare altri stabilimenti diversi da quelli previsti nel piano originario e più adatti alle esigenze attuali. Il capitale sociale della Montefibre, che fa parte del gruppo Montedison, ammonta a 120 miliardi di lire. Il fatturato lordo del 1974 (comprese le aziende associate) è stato di circa 500 miliardi di lire Emilio Pucci Piemonte-Val d'Aosta: aziende e dipendenti Montefibre
Persone citate: Donat-cattin, Emilio Pucci
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